NEOLITICO
Gli scavi hanno provato l'esistenza dì un Neolitico egiziano; l'arte della
pietra lavorata e della ceramica, come l'agricoltura e l'allevamento, vi erano
conosciuti già molto tempo prima che fosse utilizzato il rame. Durante il
Neolitico l'aspetto della valle cambia completamente: il clima diventa sempre più
simile a quello attuale, il Nilo si restringe e non occupa più tutta la valle,
l'Egitto si popola stabilmente poiché l'inaridimento dei territori limitrofi e
la loro trasformazione in deserto fa si che la popolazione si concentri sulla
stretta striscia di terra resa fertile dal Nilo. Queste popolazioni neolitiche
si possono a tutti gli effetti considerare gli antenati diretti degli egiziani
di epoca dinastica.
Essi non appartenevano a un'unica razza, erano già il risultato di una
mescolanza tra individui di tipo mediterraneo (i Cusciti-Camiti) e il
tipo negroide, che proveniva anch'esso dalle razze del Paleolitico recente. Il
primo nucleo dell'Egitto è costituito da contadini, ed è interessante notare
che questo nucleo, alla base di tutto, era già presente in epoca neolitica, cioè
intorno al VI millennio a.C.. Queste date servono solo a dare un'idea di
massima, le uniche precise sono quelle fornite dal carbonio 14 per la cultura di
el-Fayum (5500-5000 a.C.), e di el-Omari (4000 a.C.). Gli
strumenti di questi primi egiziani erano in pietra, la selce si distingue per la
precisione con cui è lavorata, e questo è un tratto che caratterizzerà sempre
la lavorazione della pietra in Egitto.
La maestria degli artigiani delle epoche successive può essere spiegata
soltanto attraverso una lunga tradizione di tagliatori di selce di cui erano i
continuatori, per non dire i discendenti, al punto che continuarono a creare le
stesse forme. Questi primi abitanti della valle vivevano in capanne collettive,
allevavano animali domestici (tra essi il bue, il montone e la capra) e avevano
addomesticato il cane, che probabilmente li aiutava nel controllo del gregge e
nella caccia, attività che, assieme alla pesca, dava un apporto non secondario
all'alimentazione della comunità.
Essi sapevano anche coltivare, conoscevano il grano e l'orzo e abbiamo anche
ritrovato alcuni dei loro strumenti, zappe a pietra e falcetti di selce. Il
grano era conservato in silos d'argilla e veniva frantumato con macine piatte,
molto simili, come del resto i falcetti, a quelle che si useranno in epoca
storica. Infine, già in questo periodo, si conciavano le pelli, si tessevano
stuoie o stoffe, si cuciva, si intrecciavano cesti e panieri. Si fabbricava
anche una ceramica molto grossolana e si facevano arpioni, braccialetti e aghi
d'osso.
C'era già un culto dei morti, che venivano interrati nelle vicinanze del
villaggio, in fosse ovali, su un fianco e in posizione fetale. La cultura
neolitica, insomma, pone le basi, fornendo tutti gli elementi materiali, alla
civiltà egiziana vera e propria, e delinea il paesaggio umano della valle del
Nilo, fondandovi i primi siti permanenti e dissodando i terreni di coltura. Si
conoscono tre tipi di culture neolitiche in Egitto, due al nord, ai confini del
delta, vicino al Fayum e nel Medio Egitto, il terzo a sud, nell'Alto Egitto. E
importante notare che, già in questo periodo, il paese presentava due focolari
di culture differenti, uno al nord e uno al sud, e questo potrebbe spiegare
perché gli egiziani sono rimasti fedeli cosi a lungo alla divisione in due
parti del loro paese, anche se, geograficamente, non si tratta di due zone
nettamente distinte; tra l'altro, la zona marittima del delta, caratterizzata da
un clima mediterraneo, probabilmente non era nemmeno abitata in quest'epoca,
quindi la distinzione fra nord e sud era ancora meno giustificata, e si può
perciò supporre che abbia avuto origini etniche o semplicemente storiche.
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