NUOVO REGNO
(1567 – 1080 a. C.) Dopo il Nuovo Regno termina la
storia classica dell'Egitto, che non avrà più la potenza né la magnificenza
delle epoche precedenti, e comincerà un lungo declino, una sorta di Terzo
periodo intermedio all'infinito. Ma, prima dell'inizio di questa lunga agonia,
ci fu un periodo molto interessante e ricco di avvenimenti, il Nuovo Regno
appunto, che presenta diversi elementi di novità rispetto alle epoche
precedenti.
La regione tebana, raccogliendo l'eredità di una lunga
resistenza contro gli oppressori, diviene il centro amministrativo, mentre, fino
ad allora, la zona prediletta era stata quella di Menfi e del Medio Egitto. Lo
spostamento della capitale risponde a una necessità geografica; l'espansione
verso sud è giunta fino alla quarta cataratta, presso Napata, e l'Egitto
si estende ormai dal diciassettesimo parallelo fino al Mediterraneo, su una
lunghezza di più di 2260 Km.
Per controllare e sfruttare un territorio cosi vasto,
è normale che la capitale si insedi al centro, e ciò e ancora più necessario
poiché, data la situazione attuale, l'Egitto reperisce la maggior parte delle
risorse proprio dal suo impero africano: oro, materie prime (legno, pelli,
avorio, gomma, pietre dure, ecc.), bestiame e, soprattutto, uomini per il suo
esercito. Senza l'apporto africano la penetrazione egiziana in Asia sarebbe
stata impensabile. Il Nuovo Regno differisce dagli altri periodi anche per la
politica estera. Mentre la politica militare del Medio e soprattutto dell'Antico
Regno era caratterizzata da una tattica difensiva (che non escludeva incursioni
in territorio nemico), nel Nuovo Regno viene inaugurata una politica di
conquista, o, per dirla con un altro termine, imperialista. Questo atteggiamento
è una novità per l'Egitto.
Dopo due secoli di invasioni da parte di popolazioni
asiatiche, gli egiziani cercano di evitare questo pericolo estendendosi il più
possibile a est; cercano di porre quanto più spazio possibile tra loro e i
turbolenti nomadi asiatici, più o meno confederati, che sono a loro volta
pressati dal regno di Mitanni, fondato da conquistatori ariani, posto tra
l'Oronte e l'alto Eufrate. Questa nuova politica segna profondamente la civiltà
egizia che, fino ad allora, nonostante le invasioni e le penetrazioni straniere,
era sempre vissuta nello stesso luogo.
Ora, penetrando profondamente in Oriente, viene a
contatto con le grandi civiltà orientali e, pur restando se stessa, subisce
modifiche. Gli usi, gli armamenti, persino la vita di tutti i giorni, cambiano.
L'Egitto, che aveva sino ad allora manifestato un gusto molto sobrio, adotta un
lusso tipicamente orientale, come ci testimonia la ricchezza inattesa, a volte
fin troppo pesante, della tomba di Tutankhamon. L'arte di questo periodo
guadagna in grazia e fascino ciò che perde in potenza, e questo è un altro
aspetto del genio egiziano.
(1548-1292 a.C.) Il destino aveva decretato che il
vincitore definitivo degli Hyksos non fosse Kamose.
Questa gloria doveva toccare al suo successore, Ahmose
I (Amosis in Manetone), che le generazioni future avrebbero onorato come
fondatore della XVIII dinastia. Vi sono testimonianze che il re Amosis trattava
tutti i suoi soldati con grande generosità, come, del resto, si meritavano.
Manetone gli attribuisce venticinque anni di regno, ed è una cifra che non deve
scostarsi troppo dal vero. Il figlio e successore Amenophis I (Amenhotpe,
nei geroglifici) continuò la politica del padre, ma con qualche differenza.
Fin qui lo scopo principale era stato quello di
restituire all'Egitto i suoi legittimi confini, ora nasceva il desiderio di
"estendere i confini", frase d'uso comune d'ora in poi, ma prima
raramente usata, tranne una volta o due sotto la XII dinastia. La maggiore
preoccupazione di Amenophis era la Nubia. Durante il regno di Amenophis
c'imbattiamo per la prima volta nel titolo, che rimarrà poi stereotipo, "Figlio
del re di Cush". Alla morte di Amenophis I (1528 a. C. circa) il Nuovo
Regno o l'Impero, come viene detto talvolta, era ormai saldamente instaurato
e doveva proseguire per più di centocinquanta anni d'ininterrotta prosperità.
Tebe ne era la città più importante, e Amon-Ra, la divinità principale
di Karnak, faceva finalmente valere il suo diritto al titolo di "Re degli
Dei" che da tanto tempo portava.
La lotta contro gli Hyksos che coinvolse tutti gli
Egizi, il formarsi di una classe sociale media costituita da veterani in
pensione, il gusto della conquista e dell'avventura sono gli elementi nuovi di
questo periodo, diversi da quelli del passato che vedevano una società
casalinga e tradizionalista.
La nuova politica introdotta in questo periodo non è gradita dalle classi
dominanti tradizionali e ciò comporta una crisi dinastica, impegnata a
discutere i diritti ereditari al trono tra la regina Hatshepsut e suo
fratello Thutmosis III (tra il 1500 e il 1450 a.C.).
La regina celebra, nel suo tempio funerario di Del
El-Bahri, la sua nascita divina, le costruzioni templari e le pacifiche imprese
commerciali (il viaggio al favoloso paese di Punt). Hatshepsut, che per essere
accettata dal popolo si vestiva e si atteggiava come un uomo, impostò il suo
governo sullo sviluppo del commercio abbandonando l'aspetto espansionistico. La
rivalità col fratello, grazie all'appoggio del clero di Amon, si risolse in
favore di Thutmosi III che, con la sua politica espansionistica, portò i
confini dell'Egitto fino all'Eufrate a nord e alla quarta cateratta a sud.
Lo smisurato ampliarsi del regno porta l'Egitto a contatto con imperi finora
sconosciuti, che porranno termine alla vecchia monarchia egiziana, abituata a
regnare da sola.
Un nipote di Thutmosi III, Thutmosi IV
(1425-1405 a.C.) sposò la figlia del re dei Mitanni e concluse molti
trattati con il re degli Ittiti.
Questo atteggiamento provocò una reazione di restauro
dell'antica autorità del Faraone che si concretizzò con Amenhotep IV
(chiamato anche Amenofi IV o Akhenaton, 1370-1352 a.C.) che, oltre ad
affrettarsi a concludere trattati di alleanza con i popoli della Siria e a
scegliere nel paese dei Mitanni, nemici secolari, la sua sposa Nefertiti,
diede avvio, per sottrarsi al peso sempre più autorevole del sacerdozio di Amon,
ad una profonda riforma religiosa, sostituendo il sole (Aton) a tutti gli altri
Dei e dichiarandosi unico rappresentante in terra della divinità.
Forte di questa nuova fede confisca i beni del clero di
Amon, abbandona Tebe per una nuova capitale (Akhetaton), ostenta una
frattura con il passato e costituisce una nuova classe dirigente. Amenhotep IV
muta persino la lingua ufficiale, riconoscendo valore letterario al volgare
parlato anzichè all'aulica, lingua ufficialmente in uso nella XII dinastia.
Il popolo, toccato nella sua fede tradizionale, la nobiltà e il clero, colpiti
nei loro interessi, lasciano solo il re che, nonostante avesse ben interpretato
gli impulsi religiosi della sua epoca, voleva attuare una monarchia assoluta e
teocratica ormai inaccettabile.
Prima di morire il re tentò di giungere ad un
compromesso, ma dopo pochi anni il giovane Tutankaton, unico figlio maschio di
Amenhotep IV, mutò il suo nome in Tutankamon rinnegando così la
religione monoteista voluta dal padre a favore della religione tradizionale
tebana. Il giovane re riportò la capitale a Tebe, restaurò i culti nel loro
primitivo splendore e restituì ai templi ancor più di quanto essi avessero
perduto durante il periodo della riforma.
Purtroppo Tutankamon morì dopo pochi anni di governo in maniera misteriosa
lasciando una situazione politica molto confusa e difficile. Eie, il suo
successore, morì anch'egli molto presto, dopo pochi mesi di regno senza
lasciare eredi.
L'intervento dei sacerdoti, che così evitarono di
lasciare il Paese in preda a lotte di successione, permise a Haremhab, un
abile e valoroso soldato, di salire al trono. Il suo governo affermò
completamente il culto di Amon, facendo scomparire ogni ricordo del Faraone
eretico, ristabilì l'ordine interno e punì i popoli che si erano ribellati
all'Egitto dando inizio alla XIX dinastia.
Elenco dei re della XVIII dinastia
Manetone |
Prenome e nome |
Data più arretrata |
Date presunte a.C. |
Amosis |
Nebpehtira
Ahmose |
22 |
1548-1526 |
Amenofi
I |
Djeserkara
Amenhotpe |
21 |
1526-1505 |
Tuthmosi
I |
Akheperkara
Dhutmose |
4 - 9 |
1505-1501 |
Tuthmosi
II |
Akheperenra
Dhutmose |
18 |
1501-1479 |
Hatshepsut |
Makara
Hashepsowe |
20 |
1479-1457 |
Tuthmosi
III |
Menkheperra
Dhutmose |
54 |
1479-1425 |
Amenofi
II |
Akheprura
Amenhotpe |
23 |
1425-1402 |
Tuthmosi
IV |
Menkheprura
Dhutmose |
8 |
1402-1394 |
Amenofi
III |
Nebmara
Amenhotpe |
37 |
1394-1356 |
Amenofi
IV - Akhenaten |
Neferkheprura-waenra
Amenhotpe |
17 |
1356-1339 |
Semenkhara |
Ankhkheprura
Smenkhkara Nefernefruaten-merwaenra |
3 |
1339-1336 |
Tutankhamon |
Nebkheprura
Tutankhaten |
9 |
1336-1325 |
Ay |
Kheperkheprura
Itnute-Ay |
4 |
1325-1320 |
Horemheb |
Djeserkheprura
Haremhab |
27 |
1320-1292 |
(1292-1186 a.C.) Dopo essersi riavuto dalla rivoluzione
religiosa l'Egitto fu un mondo diverso. Non è facile definire l'esatta natura
dei mutamenti avvenuti, perché molte sono le eccezioni, ma è impossibile non
osservare un sensibile deterioramento nell'arte, nella letteratura e nella
cultura generale della popolazione.
Negli scritti di questo periodo la lingua si avvicina
di più alla lingua parlata e fa sue molte parole straniere. Le copie degli
antichi testi sono incredibilmente trasandate, come se gli scribi non
riuscissero più a intenderne il significato. A Tebe le tombe non mostrano più
le vivaci e liete scene di vita quotidiana che caratterizzavano quelle della
XVIII dinastia, ma si dedicano piuttosto a descrivere i pericoli che attendono
nell'aldilà.
Il soggetto preferito è il giudizio del cuore davanti
a Osiride, e il Libro dei Cancelli illustra gli ostacoli che s'incontreranno nel
viaggio notturno attraverso gli Inferi. Gli scarsi frammenti provenienti da
Menfi presentano rilievi di un'eleganza alquanto maggiore. Altrove, le pareti
dei templi sono ornate di vivaci scene guerresche, ma la fattura è
relativamente rozza, e le didascalie sono spesso più adulatrici che istruttive.
Malgrado tutto, l'Egitto di questo periodo offre ancora uno spettacolo di
magnificenza e grandiosità che, per la maggior abbondanza di monumenti, è
meglio conosciuto dal turista odierno che non le opere di gran lunga più
raffinate delle epoche precedenti.
Sotto Ramses II, o poco prima, incomincia ad assumere un'importanza di
primo piano una fonte del tutto nuova d'informazioni storiche e culturali. Anche
se il faraone viveva e reggeva il governo in una o l'altra delle capitali del
delta, la sua suprema ambizione era sempre quella di esser sepolto nella
necropoli avita di Tebe, e fin dagli inizi del regno una vasta corporazione di
abili artigiani era di continuo impegnata a scavare e decorare la sua tomba a Biban
el-Muluk.
Questi uomini e le loro famiglie costituivano una
particolare comunità che abitava nel villaggio di Deir el-Medina sulle
alture del deserto sovrastanti il grande tempio funerario di Amenophis III,
e ogni aspetto della loro vita e dei loro interessi è rivelato dai testi
trovati colà o ancora sul posto del loro lavoro quotidiano. Dato che i papiri
erano relativamente costosi, deperibili e rari, la maggior parte di quanto è
rimasto è incisa su quei frammenti di calcare o di coccio che giacciono sul
terreno abbondanti e facilmente reperibili che ora gli egittologi chiamano col
nome, alquanto improprio, di ostraka. Oltre a frammenti letterari, religiosi e
magici, vi sono registrazioni di scambi, pagamenti di salari in frumento o rame,
noleggio di asini a scopo agricolo, procedimenti legali, presenze o assenze dal
lavoro; vi sono lettere e modelli di lettere, appunti, insomma, di ogni genere.
Con la XIX dinastia inizia la cosiddetta età
ramesseide che durerà sino alla XXI dinastia, ossia dal 1320 al 1085 a.C.
Con l'avvento al trono di Ramses I, l'Egitto assume una diversa
consistenza sociale e politica. Viene rivalutato il culto di Amon, la città di
Tebe diviene città sacra anche se la capitale viene spostata a Menfi ed
a Tanis (la culla della dinastia).
Tebe rimarrà il luogo dove i re vengono sepolti, ma
non più quella dove essi regnano. Amon rimane il dio protettore della dinastia
anche se viene affiancato dal vecchio dio solare Ra e dagli dei di Menfi (Ptah)
e di Tanis (Seth). La vecchia classe cortigiana perde d'influenza a vantaggio
della classe militare e a quella degli impiegati. Viene adottata come lingua
ufficiale il neo-egiziano.
Il re stesso diviene un personaggio paterno che
interviene per lodare i suoi operai, i suoi soldati e, addirittura, i suoi
cavalli. S'instaura quindi un vero e proprio culto del re a livello popolare e
non più soltanto teologico e templare. Questa nuova base popolare, su cui si
poggia il potere, viene espressa anche nella letteratura, nell'artigianato e
nelle arti figurative che perdono parte della loro qualità, di gusto sicuro e
squisito, a vantaggio di una più immediata capacità espressiva.
I difficili rapporti con la Siria permettono ad altri
imperi, soprattutto gli Ittiti, di esercitare, sulle stesse regioni, il loro
predominio.
Il nuovo re Sethi I, dovette affrontare in
battaglia gli Ittiti, comandati dal loro re Mursilis, che costrinsero
Sethi I a concludere un trattato che lasciava all'Egitto il solo possesso della
Palestina meridionale. Nello stesso periodo, la regione del Delta del Nilo viene
invaso dai "popoli del mare" (Cretesi, Achei e Fenici
appoggiati dai Libi) che però Sethi I riesce a respingere mettendo suo figlio Ramses
II al potere.
Ramses II sarà il più celebre sovrano del tempo anche
grazie alla lunghezza del suo regno (1299-1232 a.C.). Il nuovo re fu in grado di
riprendere la lotta contro gli Ittiti non senza superare grossi pericoli come
quando, nel 1296 a.C. a Kadesh, viene sorpreso dal re Muvatalli
che aveva schierato più di 2000 carri da guerra. Per Ramesse II fu una grande
impresa portare in salvo il suo esercito. Dopo aver sposato la figlia del re
ittita Hattusilis II, si dedica a opere di pace come la costruzione di
importanti centri di culto come quelli di Karnak, di Luxor e di Abu
Simbel che gli valsero l'appellativo di "Costruttore".
La solidità del Paese durante il suo lunghissimo regno
non impedì al suo figlio e successore Merenptah di affrontare un nuovo
ed inatteso pericolo. Una stele narra la sua vittoria contro gli invasori che da
oriente e da occidente tentavano di penetrare in Egitto e che venivano
identificati come "popoli del mare". Tali popolazioni, Sardi,
Tirreni, Siculi, Danai e Filistei, rappresenteranno un costante pericolo
anche negli anni successivi.
Alla morte di Merenptah, il figlio Sethi II si trovò a dover affrontare
un periodo di gravi turbamenti interni e, dopo alcuni anni di travagliato
governo, morì lasciando il regno esposto ad una lunga serie di intrighi e
rivoluzioni. Di questa situazione approfittò il principe siriano Irsu
per impadronirsi del trono d'Egitto. I frequenti prelevamenti di fondi dal
tesoro dei templi, per far fronte alle spese di governo, gli costarono la
simpatia dei sacerdoti che gli opposero un altro pretendente al trono, Setnakht,
il quale, dopo essere riuscito a vincere gli attachi del nemico e gli intrighi
di palazzo, fondò la XX dinastia.
Elenco dei re della XIX dinastia
Nome |
Prenome e nome |
Manetone |
Anni di regno secondo Manetone |
Data più arretrata |
Date presunte a.C. |
Ramses
I |
Menpehtira
Ramesse |
Ramesses |
1 anno, 4 mesi |
2 |
1292-1291 |
Sethi
I |
Menmra
Sety-merenptah |
Sethos |
51 anni |
11 |
1290-1279 |
Ramses
II |
Usimara-setpenra
Ramesse-miamum |
Rapsaces |
61 anni |
67 |
1279-1212 |
Merenptah |
Binera-meramum
Merenptah-hotphimara |
Ammenephthes |
20 anni |
10 |
1212-1202 |
Sethi
II |
Usikheprura-setpenra
Sety-merenptah |
Ramesses |
60 anni |
6 |
1201-1196 |
Amenmesse |
Menmira-setpenra
Amenmesse-hekawise |
Ammenemnes |
5
anni |
- |
1200-1197 |
Siptah |
Akhenra-setpenra
Merenptah-siptah |
|
|
6 |
1195-1189 |
Tauosre |
Sitra-meryamun
Twosre-seteptenmut |
Thuoris |
7 anni |
8 |
1188-1186 |
(1184-1078 a.C.) Della XX dinastia Manetone non dice
altro se non che consistette in tutto di dodici sovrani di Diospoli (Tebe),
i quali regnarono 136 anni secondo Sesto Africano, o 178 secondo Eusebio.
Pur così breve fu un periodo di eventi emozionanti,
contò almeno un grande faraone e lasciò numerosi testi di notevole entità e
ricchi di notizie. In quel lasso di tempo i nemici dell'Egitto andavano sempre
più avvicinandosi ai suoi confini, forieri delle umilianti sconfitte che, poco
più di un secolo dopo, ne avrebbero quasi annientato il prestigio. Gli inizi
comunque parvero presagire un'epoca di eccezionale splendore; significativo è
un brano che paragona questo a un precedente periodo di depressione in gran
parte immaginario:
La
terra d'Egitto fu gettata alla deriva, e ognuno aveva una propria legge, e per
molti anni non vi fu nessuno a governare, finché venne un tempo in cui lo stato
egizio era formato da principi e capi di villaggio, e in alto e in basso gli
uomini si uccidevano fra di loro. Poi venne un altro tempo fatto di anni vuoti,
quando Arsu, un siriaco, si eresse a loro principe e rese tutto il paese
tributario sotto il suo dominio.
Il testo va avanti a parlare delle stragi che seguirono
e della negligenza verso il culto degli dei, fino a che questi non ristabilirono
la pace eleggendo re Setnakhte. Di preciso non c'è che un fatto: la
comparsa di un condottiero siriaco che conquistò la supremazia su tutto il
paese; la sua identità è stata oggetto di molte controversie, e l'ipotesi più
interessante è che si tratti di un velato accenno a "colui che aveva
fatto il re" Bay, vissuto alla fine della precedente dinastia.
Ma l'unico scopo dello scrittore era quello di esaltare il nuovo re dell'Egitto.
I regni dei dieci sovrani che compongono questa
dinastia, esclusi Setnakhte, Ramses III, Ramses IX e Ramses XI, furono
brevi cosicché la durata totale della dinastia risulta alquanto minore della
cifra data da Manetone. L'usanza di cominciare la costruzione di una tomba a
Biban el-Muluk all'inizio di ogni regno fu costantemente seguita, anche se non
tutti gli ultimi Ramessidi furono poi sepolti nel luogo desiderato; e in
tre casi le mummie furono per sicurezza trasportate in un secondo tempo nella
tomba di Amenophis II.
A differenza dei loro predecessori, però, i sovrani
della XX dinastia inaugurarono nella Valle dei Re uno stile diverso;
invece di essere nascosto, l'ingresso delle loro tombe assunse la forma di un
maestoso, visibilissimo portale. Ciò fece delle loro tombe, quando il potere
centrale si indebolì, dei luoghi di razzia facilmente accessibili.
L'indirizzo generale della storia successiva fa pensare
che questi insignificanti sovrani si allontanassero sempre più raramente dal
delta dove avevano la loro residenza effettiva, per cui l'importanza e le
ricchezze del gran sacerdote di Amon-Ra a Tebe andarono progressivamente
aumentando. La costruzione di monumenti scemò notevolmente. Le avventure
asiatiche erano finite, e l'ultimo documento di una spedizione nel Sinai risale
a Ramses VI. Per contro l'amministrazione della Nubia continuava a seguire i
vecchi criteri, ma le notizie al riguardo sono più scarse. Malgrado questo
progressivo decadimento, gli annali del dodicesimo secolo prima dell'era volgare
non sono del tutto privi di notizie.
Sul finire della dinastia, il re era forse l'indiscusso
sovrano nel Nord, ma nel Sud il grande pontefice di Karnak dominava con un
potere superiore al suo. Gli ultimi regni della XX dinastia sono i più ricchi
di testimonianze scritte che non qualsiasi altro periodo della storia egizia. La
fonte di provenienza è la sponda occidentale del Nilo a Tebe, in particolare Medinet
Habu e il vicino villaggio di Deir el-Medina.
L'atmosfera che affiora giorno dopo giorno dai diari di
lavoro della necropoli lascia soprattutto un'impressione di generale
inquietudine. Per lunghi periodi di tempo gli operai della tomba reale
rimanevano in ozio, e ci sono sinistre allusioni, per lo più risalenti agli
ultimi anni del regno di Ramses IX, alla presenza di stranieri a Tebe, Libi o
Meshwesh. Erano veri invasori o discendenti di prigionieri di guerra
incorporati nell'esercito egizio e divenuti abbastanza forti da sollevarsi o
almeno creare gravi tumulti?
Mancano le prove per rispondere a questa domanda, ma
sono per lo meno evidenti le disastrose conseguenze sulla popolazione indigena.
Più di una volta le razioni furono distribuite ai lavoratori con due mesi di
ritardo. Il bisogno unito all'avidità conduceva inevitabilmente al delitto. I
personaggi regali e i nobili dei tempi passati erano stati sepolti con i loro
beni più preziosi, e irresistibile era per i vivi la tentazione di spogliare i
morti. Le ruberie nelle tombe erano state una pratica comune fin dai tempi più
lontani, ma adesso, a quanto pare, questo modo di combattere la miseria si era
cosi diffuso da richiedere energiche misure per consegnare i colpevoli alla
giustizia.
Elenco dei re della XX dinastia
Nome |
Prenome e Nome |
Data
più arretrata |
Date
presunte a.C. |
Setnakhte |
Usikhaura-meramun-setpenra
Setnakhte-mererra-meramun |
2 |
1184-1182 |
Ramses
III |
Usimara-meramun
Ramesse-hekaon |
32 |
1182-1151 |
Ramses
IV |
Hekamara-setpenamun
Ramesse-hekamara-meramun |
6 |
1151-1145 |
Ramses
V |
Usimara-sekheperenra
Ramesse-Amenhikhopshef-meramun |
4 |
1145-1141 |
Ramses
VI |
Nebmara-meramun
Ramesse-Amenhikhopshef-nutehekaon |
7 |
1141-1134 |
Ramses
VII |
Usimara-meramun-setpenra
Ramesse-itamun-nutehekaon |
- |
1134-1128 |
Ramses
VIII |
Usimara-akhenamun
Ramesse-Sethikhopshef-meramun |
- |
1127 |
Ramses
IX |
Neferkara-setpenra
Ramesse-khaemwise-mereramun |
17 |
1126-1108 |
Ramses
X |
Khepermara-setpenra
Ramesse-Amenhikhopshef-meramun |
3 |
1108-1106 |
Ramses
XI |
Menmara-setpenptah
Ramesse-khaemwise-mereramun-nutehekaon |
27 |
1105-1078 |
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