VEIO

     

 

Le Necropoli

 

Tutt'intorno al pianoro erano disseminate le necropoli veienti, che nella prima età del Ferro sembrano prediligere i versanti settentrionale e meridionale, da porsi in probabile collegamento con almeno due più antichi nuclei abitativi (IX-VIII secolo a.C.): sepolcreti erano infatti ai Quattro Fontanili, Grotta Gramiccia, Casale del Fosso e Valle La Fata. Una più diffusa, e del resto naturale, estensione territoriale delle aree cemeteriali veienti si profila sul finire dell'VIII secolo a.C. (principalmente Monte Michele, Monte Campanile, Macchia della Comunità, Picazzano, Riserva del Bagno). Le tipologie, e le modalità sepolcrali rientrano nella prassi tipica del periodo villanoviano, con la deposizione delle ceneri nel vaso biconico in impasto, coperto da una ciotola o da un elmo fittile, raramente di bronzo, con pochi oggetti di ornamento personale che di solito si rinvengono fra le ossa degli incinerati. Alcuni elmi a calotta tondeggiante trovati nelle necropoli villanoviane di Veio appartengono a tipi in voga nell'Europa continentale e documentano collegamenti con quelle aree lontane. Proprio nel corso dell'VIII secolo a.C. accanto al rito incineratorio si afferma progressivamente il costume inumatorio entro fossa terragna, con corredo via via più consistente quantitativamente.

Il rinvenimento di coppe dipinte con ornati geometrici di importazione greca (euboica: una ventina di esemplari) attesta la precocità di contatti di questo centro con i coloni e i navigatori che provenivano dall'Egeo. Altresì le relazioni potrebbero essere state istituite con le fondazioni euboiche della Campania, Pithecusa e Cuma, impiantata nel corso dell'VIII secolo. L'adozione delle tombe a camera, secondo una prassi che contemporaneamente diviene invalsa negli altri centri dell'Etruria meridionale a partire dalla prima metà del VII secolo a.C. (periodo Orientalizzante), sembra da situarsi già alla fine dell'VIII secolo a.C. Non è un caso che proprio a Veio faccia la sua precoce comparsa la tomba a camera affrescata, seppur con semplici apporti di ispirazione geometrica (Tomba delle Anatre, circa 680-670 a.C.), che di questa categoria costituisce in Etruria l'esempio più antico. Appaiono, nel frattempo, anche le prime sepolture “principesche”, le quali marcano e segnalano un fenomeno economico, sociale e culturale i cui connotati non dovevano diversificarsi di quelli che, in questa stessa epoca, improntano l'Orientalizzante ceretano, tarquiniese, vulcente e prenestino.  

 

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