Situato su un altopiano tufaceo lungo circa un chilometro e delimitato da profonde valli (5 km da Viterbo), è stato in epoca etrusca un importante centro dell'area viterbese, fino alla sua improvisa scomparsa alla fine del VI secolo. E' un tipico esempio di città etrusca di età arcaica che doveva la sua prosperità al fatto di sorgere in prossimità del punto di incontro fra alcune importanti vie di comunicazione. L'importanza di Acquarossa dal punto di vista archeologico e storico è quella di fare luce sugli aspetti di vita quotidiana del popolo etrusco, troppo spesso e troppo a lungo noto solo per il mondo dei morti, grazie alle imponenti necropoli. Dalla visita a questa località archeologica e da quella presso il Museo Archeologico Nazionale della Rocca Albornoz di Viterbo, ove è allestita una mostra permanente su ciò che vi è stato rinvenuto, il visitatore può rendersi conto di come e dove si svolgesse la vita degli Etruschi.
Ad Acquarossa gli archeologi svedesi ed italiani hanno portato alla luce le abitazioni, gli edifici pubblici, le strade e le piazze dell'antica città: nella Rocca Albornoz si possono ammirare le splendide terracotte che ne decoravano case e templi, oltre a ricostruzioni dell'interno e dell'esterno delle abitazioni, con le suppellettili e gli oggetti d'uso quotidiano. Le case di Acquarossa avevano le fondazioni in blocchi regolari di tufo: su di esse si elevavano i muri in mattoni d'argilla cruda (lasciata cioè asciugare al sole e non in fornace), su cui poggiava un tetto in terracotta, con coppi e tegole, sovente impermeabilizzati con del latte, la cui caseina contribuiva ad acrescerne la resistenza all'acqua. Le abitazioni avevano pianta rettangolare che si apriva su cortili esterni di forma irregolare dove si svolgeva la vita quotidiana. Nella parte settentrionale del pianoro è stato rintracciato un complesso di edifici monumentali.
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