Situato
nel medievale Palazzo Papale, il Museo custodisce reperti provenienti dalle
necropoli circostanti il centro abitato (Crocifisso del Tufo, Cannicella,
Fontana del Leone, Settecamini), che hanno restituito materiali pregevoli. In
particolare, si distinguono le notevolissime ceramiche etrusche a figure rosse e
i bronzi pertinenti ad un'armatura completa, composta di elmo, corazza,
schinieri e scudo.
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Di
rilevante interesse lo spazio che ospita le due famose tombe a camera dipinte,
scoperte nel 1863 da Domenico Golini e recentemente ricomposte nel museo con gli
affreschi originali distaccati. Le pitture, che fanno riferimento ai temi del
banchetto e del viaggio agli inferi, celebrano con dovizia di particolari i
rituali della classe gentilizia.
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Gli
affreschi illustrano scene del banchetto funebre, ambientato nell'oltretomba,
alla presenza degli dei dell'Averno. I servi, le cui funzioni sono definite da
specifiche iscrizioni poste sopra i personaggi rappresentati, si affaccendano
alla preparazione dei cibi. La cura per i particolari è evidente, ad esempio,
negli ultimi due personaggi a destra; il suonatore di flauto doppio, che
accompagna con la sua musica il lavoro degli altri, e l'altro servo, ritratto
nell'atto di tritare qualcosa con due pestelli, sopra un bacile.
La
famosa tomba degli Hescanas, a Porano, costituisce un ulteriore esempio di
pittura etrusca in territorio orvietano. L'ambiente a pianta quadrata, con
soffitto a doppio spiovente, riproduce la struttura di un tetto ligneo.
Gli affreschi, in parte restaurati, mostrano il defunto che si dirige
verso l'oltretomba, su una biga, seguito da un corteo di personaggi. La
figura femminile, che indossa un abito giallo bordato in rosso, è la
meglio conservata. |
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