A Tarquinia, nel IV sec. a.C., la famiglia più potente ed egemone è quella degli Spurinna (Larth, Velthur, Aulus). I vasti interessi di questa famiglia realizza un' alleanza con la grande potenza ateniese e trascina appresso numerose città etrusche (si potrebbe pensare ad una alleanza stipulata o consacrata al Fanum Voltumnae). In questa alleanza, nel bene e nel male, il popolo etrusco è rappresentato da Velthur Spurinna praetor di Tarquinia e figlio di Larth Spurinna. La carica di praetor è la massima magistratura politico-militare, ma non religiosa, della città stato (simile forse al consul romanus), sembra che Velthur l'abbia ricoperta per ben tre volte. A lui viene affidato il comando della spedizione di soccorso ad Atene impegnata nell'assedio della odiata rivale Siracusa nel 414-413 a.C.. Lo scontro definitivo tra Tarquinia, ancora potente e alla testa della lega delle città etrusche, e Roma, data al 358-351 a.C. e si conclude con una tregua di 40 anni allo scadere della quale, dopo un nuovo scontro armato conclusosi nel 308 a.C., la tregua viene rinnovata per un uguale periodo. Di queste vicende conosciamo la versione romana tramandataci da Tito Livio, ora integrata con la versione etrusca fornita da alcuni frammenti degli elogia relativi alle gesta di Aulo Spurinna, figlio o nipote del capostipite Velthur.
Gli Spurinna ritornano alla ribalta con Giulio Cesare. Il generale romano aveva al suo seguito un indovino discendente della famiglia tarquiniese che gli aveva consigliato di non recarsi in Senato la mattina del tragico eccidio.
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