La Stele di Lemno
Come già detto, alcuni autori antichi
condivisero l’idea di un’origine orientale degli Etruschi. Ellanico, un
altro storico, vissuto nel V secolo a.C., in un brano delle sue storie, sostiene
che Ceare (attuale Cerveteri) in origine si chiamava Agylla e fu fondata dai
Pelasgi, provenienti dalla Tessalia; quando poi i Lidi, al seguito di Tirreno,
assalirono Agylla, uno degli assedianti si avvicinò alle mura e domandò il
nome della città; dalle mura, uno dei Tessali, invece di rispondere, lo salutò
con la parola "chaere". Così i Tirreni, appena presa la città, le
cambiarono nome in Caere. In seguito, gli studiosi sostenitori dell’origine
orientale, affermarono che per la trasformazione dei villaggi villanoviani in
città fortificate, avvenuta all’epoca dell’inizio della civiltà etrusca,
sono state necessarie tecniche e abilità amministrative ben maggiori di quelle
dimostrate dai villanoviani stessi; ne consegue che tali competenze furono
necessariamente arrivate dall’esterno. Altri riscontri archeologici a favore
di questa ipotesi sono le somiglianze trovate tra alcune tombe etrusche e alcune
tombe dell’Asia minore, nonché alcuni aspetti della civiltà etrusca che
sembrano più orientali che italici: il piacere del lusso, l’amore per le
feste e per le danze, alcune pratiche come l’epatoscopia.
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Più che a un’invasione in massa, avvenuta in un unico momento, si può anche pensare al graduale arrivo dall’esterno di gruppi della stessa popolazione, che a poco a poco si integrò con la base villanoviana portando i suoi usi e la sua cultura, in seguito adottati totalmente. Come riscontro archeologico a quest’ipotesi, nell’isola di Lemno, nei pressi della città di Kaminia, si può citare il ritrovamento di una stele funeraria recante un’incisione in una lingua non greca, che è stata interpretata solo grazie alla sua somiglianza con l’etrusco, segno di un collegamento con l’idioma in uso a Lemno nel VI sec. a.C., che pur non essendo la stessa lingua, probabilmente ha delle radici comuni.
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