La Tabula Cortonensis

  

Una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca, la "Tabula cortonensis" (la tavola di Cortona) del III-II secolo a. C., la cui clamorosa scoperta è stata annunciata all'inizio della scorsa estate a Firenze, ha cominciato a svelare i primi "segreti". Nel testo non si parla di defunti o riti funerari, come succede in genere con i reperti degli Etruschi riemersi dal sottosuolo, ma di un concreto e articolato passaggio di proprietà fra etruschi ben in vita e preoccupati di tutelare le proprie ricchezze. Solo quattro mesi fa Francesco Nicosia, ispettore centrale del ministero dei Beni culturali, ha reso nota l'esistenza di una tavola bronzea, misteriosamente ricomparsa nel 1992, con una fitta iscrizione di 32 righe, spezzata in sette frammenti, la cui decifrazione sta fornendo importantissimi elementi per la conoscenza della ancora in gran parte misteriosa lingua degli Etruschi.

Ora un articolo della rivista "Archeologia viva" rende noti i significativi passi in avanti nella decrittazione delle parole della "Tabula Cortonensis", grazie agli studi del professor Luciano Agostiniani, docente di glottologia all'università di Perugia. L'ipotesi al momento più fondata è che la "Tavola di Cortona" racconti di una transizione tra la famiglia Cusu, di cui farebbe parte il personaggio Petru Scevas, da una parte, e un gruppo di quindici persone, dall'altra. È stato decodificata anche una serie di numeri: il 10 (sar), il 4 (sa) e 2 (zal), che potrebbero indicare quantità di cose o estensioni di terreno. È possibile, secondo Agostiniani, che si tratti dell'atto di vendita di un terreno da parte dei latifondisti Petru Scevas e Cusu a piccoli proprietari compratori.

 

Molti sono gli elementi eclatanti in questa straordinaria iscrizione. Anzitutto la formula di datazione con il nome degli eponimi, attestata qui per la prima volta per l'Etruria settentrionale. Il primo dei personaggi che compare nell'ultimo elenco è accompagnato dall'epiteto della carica rivestita, assai importante e attestata sempre per la prima volta nell'Etruria settentrionale: si tratta dello "Zilath Mel Rasnal", il magistrato supremo dello Stato, che intervenne nella stesura dell'atto di compravendita. Il professor Agostiniani ha ipotizzato, inoltre, in base a numerosi riscontri, l'esistenza sulla "Tavola di Cortona" di tre elenchi di nomi: il primo rappresenta i venditori, il secondo i compratori e il terzo i garanti della regolarità del contratto.

I garanti del contratto erano il magistrato supremo e i figli e i nipoti delle due parti. Ciò significa che nel diritto orale etrusco, chi garantiva la regolarità del contratto e i pagamenti non lo faceva solo per sé, ma anche per i suoi discendenti. Insomma, in caso di disgrazia o di insolvenza, il figlio o il nipote doveva garantire l'esecuzione del contratto.

 

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