Nell’ambito del rinnovamento dei santuari veienti nel tardo VI sec. va senz'altro collegato il nome dell'unico artista etrusco tramandatoci dalle fonti, Vulca di Vulci, al quale la tradizione romana assegna origini veienti e la creazione della statua acroteriale del tempio di Giove Capitolino a Roma, all'epoca di Tarquinio il Superbo. La coincidenza tra questi dati delle fonti e l'emergere a Veio, nell'ultimo decennio del VI sec. a.C., di una scuola di maestri coroplasti (cioè scultori in terracotta) autori di grandi statue acroteriali (cioè destinate ad ornare i vertici dei frontoni dei templi) per il Santuario di Portonaccio (ma un'antefissa è nota anche dal Santuario di Porta Caere) è tale da autorizzarci a ritenere autentica la tradizione romana, e ad attribuire a Vulca e alla sua scuola la paternità del celebre Apollo di Veio e delle altre sculture decoranti il tetto del tempio di Portonaccio.
Torna ai Personaggi e agli Etruschi