STORIA MEDIOEVALE

 

Basso Medioevo

Durante il XII e il XIII secolo, il conflitto tra i due poteri si tradusse in Germania e in Italia nella rivalità tra i sostenitori degli Hohenstaufen (ghibellini) e quelli del papato (guelfi). Enrico V morì senza lasciare figli nel 1125; ignorati i diritti di successione dei nipoti Federico e Corrado Hohenstaufen di Svevia, i principi scelsero Lotario II, duca di Sassonia. Questi riprese i progetti d’espansione a oriente e di affermazione del potere imperiale in Italia, dove compì due spedizioni, dovendo nel contempo fronteggiare la rivolta degli Hohenstaufen che rifiutavano di riconoscerne l’autorità.

 

Alto Medioevo

I re germanici medievali ebbero dunque tre grandi obiettivi: mantenere sotto controllo i principi rivoltosi; acquisire il controllo dell’Italia, facendosi incoronare imperatori; espandersi verso nord e verso est. Quando l’ultimo re carolingio morì senza eredi, franchi e sassoni elessero Corrado, duca di Franconia, loro re; alla sua morte (918) scelsero come successore il duca sassone Enrico I l'Uccellatore, che sconfisse magiari e slavi e ottenne il controllo della Lorena. Nel 936 gli succedette al trono il figlio Ottone I; determinato a creare un governo efficiente e centralizzato riducendo il potere dei grandi feudatari laici, egli assegnò tutti i ducati a propri parenti, dividendoli in feudi non ereditari molti dei quali concessi a vescovi e abati. Questa politica, portata avanti anche dai successori di Ottone I, determinò un sempre maggiore assoggettamento della Chiesa alla corona e l’ingerenza sempre più stretta dell’imperatore nel papato che sarebbe sfociata nella cosiddetta lotta per le investiture.
Ottone rafforzò il dominio sulla Lorena e la Borgogna, sconfisse i danesi e gli slavi e sottomise definitivamente i magiari. Nel desiderio di emulare Carlomagno e cingere la corona imperiale, avviò quindi la disastrosa politica di coinvolgimento negli affari d’Italia: quando la regina dei longobardi Adelaide, rimasta vedova, gli chiese aiuto contro l’usurpatore Berengario, incoronatosi re d’Italia, Ottone, invaso il nord della penisola (951), sposò Adelaide, sconfisse Berengario e gli strappò la corona. Scese poi una seconda volta in Italia chiamato da papa Giovanni XII contro Berengario: sconfitto quest’ultimo, nel 962 fu incoronato imperatore dal papa.
I successori di Ottone ne continuarono la politica in Germania e in Italia per tutto il X e l’XI secolo: Ottone II stabilì la Marca Orientale (Austria) quale avamposto militare del regno affidandola alla casata di Babenberg, ma fu sconfitto dai saraceni nel tentativo di conquista dell’Italia meridionale; sul piano interno, invece, Ottone III ed Enrico II (che morì senza figli) sostennero il movimento riformista benedettino sorto a Cluny, in Borgogna.

 

Tardo Medioevo e primo Rinascimento


Verso la fine del Medioevo, dai numerosi piccoli ducati tedeschi emersero alcuni grandi potentati, le cui famiglie signorili (tra le maggiori quelle degli Asburgo, dei Wittelsbach e dei Lussemburgo) si contesero i diritti sulla corona imperiale.
Nel 1273 gli elettori posero fine al periodo del Grande Interregno scegliendo un principe svevo, creduto incapace di riconquistare le terre che essi stessi gli avevano usurpato; in effetti, appena eletto Rodolfo I d’Asburgo si pose l’obiettivo di estendere e rafforzare il potere del suo casato. Aiutato dai Wittelsbach e da altre famiglie, sconfisse il ribelle Ottocaro II di Boemia e ne confiscò le terre d’Austria, Stiria, Carinzia e Carniola, elevando così gli Asburgo tra le grandi potenze dell’impero. Quando il figlio ed erede Alberto I manifestò l’intenzione di proseguire la politica espansionistica del padre, venne fatto uccidere dagli elettori che scelsero quale successore il conte Enrico di Lussemburgo. Con la sede pontificia trasferita da Roma ad Avignone (vedi cattività avignonese) egli intervenne nella disputa tra guelfi e ghibellini nel tentativo di ristabilire l’autorità imperiale in Italia: attraversate le Alpi nel 1310, Enrico VII sottomise temporaneamente la Lombardia e si fece incoronare imperatore a Roma, ma poco dopo morì durante il tentativo di sottrarre Napoli ai francesi. La scena tedesca fu a quel punto nuovamente dominata dalla guerra civile fino a che il candidato dei Wittelsbach al trono, Ludovico il Bavaro, non sconfisse il rivale Federico il Bello d’Asburgo nella battaglia di Mühldorf nel 1322: il titolo gli venne disconosciuto da papa Giovanni XXII, che lo scomunicò. Ludovico IV gli oppose un antipapa e reclamò la convocazione di un concilio. Nel 1338 gli elettori stabilirono che da quel momento il re dei tedeschi eletto con voto di maggioranza sarebbe diventato immediatamente imperatore, senza che fosse necessaria l’incoronazione da parte del papa.
Nel 1347 la scelta di cinque dei sette elettori cadde su Carlo IV di Lussemburgo re di Boemia e nipote di Enrico VII. Con la
Bolla d’Oro (1356) questi assegnò permanentemente ed ereditariamente il titolo di grandi elettori agli arcivescovi di Magonza, Treviri e Colonia, al conte del Palatinato renano, al duca di Sassonia, al margravio di Brandeburgo e al re di Boemia.
Il figlio di Carlo, Sigismondo, fu occupato principalmente a seguire gli affari interni delle sue terre boeme, attraversate dal movimento del riformatore
Jan Hus: finito costui sul rogo come eretico, la Boemia fu sconvolta da un’ondata di sollevazioni popolari e di conflitti armati, le cosiddette guerre hussite. Morto senza lasciare eredi, Sigismondo ebbe come successore, eletto all’unanimità, il genero Alberto d’Austria, della linea degli Asburgo, imperatore con il nome di Alberto II. Con lui, la corona imperiale divenne in pratica ereditaria. Alberto II morì nel pieno della guerra civile in Boemia e di una invasione ottomana dell’Ungheria, regioni perse poi dal cugino e successore Federico III, che in più vendette il Lussemburgo alla Francia per sostenere la sua lotta con i turchi alle frontiere e con i principi tedeschi ribelli, che tuttavia nel 1486 lo costrinsero ad abdicare. Il figlio Massimiliano I, sposandosi con Maria di Borgogna, acquisì ricchissimi possedimenti che comprendevano le prospere città fiamminghe. Con il matrimonio del figlio Filippo il Bello con Giovanna, erede al trono spagnolo, ottenne la Spagna con i suoi domini in Italia e nel Nuovo Mondo; analogamente acquisì l’Ungheria e la Boemia combinando le nozze del nipote Ferdinando con la figlia di Ladislao II Jagellone.

 

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