Attività
Gli ittiti ereditarono molte tecnologie e conoscenze dai proto-hatti. Essi utilizzarono ed integrarono la loro cultura con tutto quanto c’era di locale: arte, religione e lingua. Addirittura per quest’ultima fecero totalmente propria quella anatolica. Nessun popolo conquistatore si comporterà mai in questo modo.
Dal punto di vista artistico, non fecero molti progressi rispetto agli abitanti di Catal Huyuk. Si perfezionarono nell’altorilievo, come testimoniano rappresentazioni religiose trovate ad Hattusas e la mastodontica "porta dei leoni" della capitale, molto simile a quella di Micene. A tale proposito ribadiamo che gli ittiti ebbero molti contatti con gli achei, i cretesi ed i troiani. Questo è dimostrato dalle numerose similitudini individuate tra questi popoli: elmo impiegato in guerra, adorazione del toro, tipologia dei palazzi reali (in particolare quello di Cnosso è molto simile alla rocca regia di Hattusas), lavorazione dei metalli.
Ad Hattusas, unica città anatolica ricca di acqua, è stata individuata la più antica biblioteca del mondo (circa 1500 a.C.), superiore come età a quelle di Assur, eretta da Tiglatpileser nel 1000 a.C., e di Ninive, costruita da Assurbanipal nel 650 a.C.. Il tempio del dio della tempesta individuato nella capitale ittita ricopre una superficie equivalente a quella di un campo di calcio. A tale proposito ricordiamo che i templi ittiti, come quello di Yazilikaya, vicino alla capitale, avevano delle finestre basse. Questo era dovuto al fatto che richiamavano i primi templi proto-hatti, realizzati all’aperto.
Hattusas aveva delle mura ciclopiche, molto imponenti, simili a quelle di Micene. Le porte di accesso erano protette da torri. Questo dimostra l’abilità dell’ingegneria edile degli ittiti ed il loro forte senso della difesa dovuto al fatto che erano continuamente in guerra con le popolazioni limitrofe.
Dal punto di vista militare avevano nel carro da guerra la loro arma micidiale. Questo carro, molto simile a quelli sumero e scita, differiva da tutti perché potava trasportare tre persone (il cocchiere e due soldati), mentre gli altri solo due. Questo conferiva al carro ittita molta mobilità ed una pericolosità a 360 gradi. Questa arma spaventò molto gli egiziani di Ramsete, tanto da costringerli ad un armistizio. Anche le armi e le corazze ittite erano imponenti.
La loro lingua fu ripresa dai proto-hatti, ad ulteriore conferma della loro completa integrazione con il popolo locale. Molto amanti della letteratura, composero diverse opere, soprattutto a carattere religioso, molto dettagliate nella descrizione dei cerimoniali, ed esercitarono la propria scrittura per redigere trattati di pace. Famoso fu quello dell’alleanza con gli egiziani di Ramsete, trascritto con i geroglifici anche sul tempio di Karnak, lungo il Nilo. Compilavano degli Annali: ci sono stati tramandati il Testo di Anittas e gli Annali di Mursilis.
Utilizzarono per la scrittura il "luvico figurato", che richiama, per certi aspetti la scrittura geroglifica egiziana. Impiegarono anche il codice "lineare B" adottato dai Cretesi, implementandolo con la scrittura cuneiforme della mesopotamia ed arricchito, inoltre, dalla lingua proto-hatta..
Amavano tessere i propri indumenti e tinteggiarli. Collezionavano molto oro, a testimonianza dei loro bottini di guerra. Lavoravano i metalli e la pietra. Nella pittura non fecero molti progressi: essa era impiegata per raffigurare le divinità.
Vivevano prevalentemente di pastorizia e di agricoltura. Impiegavano la magia per scopi religiosi: in questo modo nacquero molte superstizioni.
Giuridicamente, rappresentarono un popolo di enorme progresso. Alla legge del taglione, sostituirono un prototipo di codice civile, articolato in leggi, dove erano stabilite delle sanzioni pecuniarie e corporali. Giudice supremo era il re.
Vi era anche un’attività commerciale che si espanse in relazione alla crescita dell’impero: attraverso carovane, si esportava preziosi, rame, argento, oro e bestiame e si importavano le leghe per realizzare i metalli.