Sviluppo

 

Intorno al 1750 a.C., come detto all’inizio, il re Anittas aveva fondato un piccolo regno con capitale Nesa. Disponeva di un esercito esiguo: 1400 cavalieri e 40 carri da guerra.

  Nel 1670 a.C. circa, cioè dopo un secolo di cui si sa pochissimo di questo popolo, il re Tabarnas fonda il vero regno ittita, spostando la capitale ad Hattusas, estendendo l’area di influenza politica ed insediando sui principati conquistati propri uomini fidati.
Particolare di Hattusas

Tutti i suoi successori adottarono il nome di Tabarnas accanto al loro, quando venivano incoronati. Nel 1650 a.C. sale al trono Hattusilis (Tabarna Hattusilis I), nativo di Hattusas. Questi non solo rafforza il suo regno nell’Anatolia, ma, attraversando il Tauro, si spinge in Siria, fino al fiume Oronte, ove secoli dopo affronteranno gli egiziani. Torna in patria carico di bottini, ma deve sedare una rivolta. Ritorna di nuovo in Siria e conquista Hassu, portando a casa anche le divinità locali. Gli ittiti si erano spinti oltre l’Eufrate a 1000 km da casa ed avevano riscattato l’onta che re Sargon  di Accad aveva arrecato loro settecento anni prima, spingendosi in Anatolia. Di nuovo è costretto a tornare in patria per una congiura ai suoi danni, ma vi torna malato e morente.

Il giovane Mursilis diventa re e viene educato dall’assemblea dei nobili. Governa con grande lungimiranza. Conquista Aleppo e tutta la Siria settentrionale. Inoltre compie una grandissima impresa (1595 a.C.): sconfigge gli hurriti e si spinge fino a Babilonia, più di 1850 km da casa, e la saccheggia, rovesciando la dinastia di Hammurabi. Al ritorno, muore, vittima di una congiura ed il suo posto è preso da Hantilis I, il quale si rivela incapace di regnare.

Si susseguono una serie di assassini fino al 1525 a.C., quando sale al potere Telipinus, il cui nome richiama il dio della tempesta. Questi stabilisce un diritto di successione regale, basato sul principio della monarchia ereditaria, dà al suo popolo una costituzione ed un codice civile da impiegare nel campo giuridico, firmò con la Cilicia un accordo di pace, a testimonianza di un arretramento territoriale del suo paese. Dopo la morte di questo re, scoppia il caos. Il regno ittita è invaso dai kaska dal Caucaso e dagli hyksos a sud-est, i quali distruggono Hattusas.

Verso il 1500 a.C.Suppiluliumas è re degli ittiti. Tramite una politica di alleanze, rafforzate da matrimoni con membri della sua numerosa famiglia, stringe accordi con altri re anatolici e sconfigge i kaska. Si spinge nel territorio dei mitanni, vincendo a Kadesh ed assediando Carchemish, città che diventerà celebre perché vedrà la vittoria di Nabucodonosor contro le truppe siro-egiziane. In questo periodo si colloca l’episodio già citato relativo alla corrispondenza epistolare tra il re ittita e la regina d’Egitto. Carchemish cade sotto il controllo ittita.

A differenza del passato Suppiluliumas stabilisce in Siria delle roccaforti e fonda dei protettorati con a capo uomini fidati. Nei riguardi dei vinti adotta una politica di grande tolleranza e rispetto, anche se esegue delle deportazioni in alcuni luoghi strategicamente importanti. Scoppia un’epidemia che uccide anche il re.

A succedergli è Mursilis II che riporta l’ordine nel proprio paese, mantenendolo nei suoi confini politici. Egli compie anche un gesto religioso, chiedendo agli dei perdono per i peccati del padre (che forse era salito altrono attraverso qualche delitto) e di potersene addossare la colpa, al fine di salvare il proprio popolo.

Nel 1315 a.C. sale al trono il figlio Muwatallis. Egli divise l’impero in due regni. Quello del nord, con capitale Hakmish, fu affidato al fratello Hattusilis. Quello del sud, con capitale Dattassa, più vicina alla Siria, lo amministrò lui. Tra i due fratelli non correva un ottimo rapporto.

Nel 1285 a.C. Muwatallis sconfigge presso Kadesh, gli egiziani di Ramsete II. Quest’ultimo sigla un accordo di pace con il re ittita, noto come "Patto Antico ", il cui testo è riportato anche sul tempio di Karnak lungo il, Nilo. Questo accordo è rafforzato dal matrimonio del 1269 a.C. tra Ramsete II e la bella Naptera, figlia di Hattusilis III , fratello di Muwatallis, appena salito al trono di Hattusas. Il re ittita in persona, seguito da un’imponente schiera di eserciti, accompagnò la figlia in Egitto, attraversando tutto il paese.

In base al trattato, i due paesi stabilirono una linea di confine sul fiume Oronte, in Siria e ognuno si impegnava a difendere l’altro in caso di aggressione di un nemico. L’impero ittita andava da Smirne a ovest fino ad Aleppo a est, da Beirut a sud fino al mar Nero al nord e potava competere con il regno egiziano.

Nel 1250 a.C. sale al trono il figlio Tudhaliyas IV che si proclama dio. Sotto il suo regno inizia l’invasione dei Popoli del Mare, che dapprima devastano il regno degli achei, poi quello dei cretesi ed infine l’impero ittita. Solo gli egiziani di Ramsete III riusciranno a fermare questo popolo sulle cui origini ancora non si sa molto. A seguito di questa invasione nel regno ittita, molti popoli si ribellarono. Il re Suppiluliumas, ultimo re, che visse nel 1200 a.C., non riuscì a fermare la disfatta.

Una parte degli ittiti abbandonò l’Anatolia e trovò rifugio presso le città siriache, fondando un principato neoittita. E’ questo il popolo a cui fa riferimento al Bibbia negli episodi citati in precedenza. Intorno al 1000 a.C. queste regioni vengono occupate dagli amorrei, di origine semita e subiscono l’influenza fenicia. Nel 711 a.C. gli assiri conquistano Marash, ultima città-stato ittita.

Così come è venuto, questo popolo è scomparso lasciando poche tracce. L’unico legame che ci è rimasto è con la Frigia. I frigi, infatti, hanno fatto parte della migrazione dei popoli del mare e verso il 1100 a.C. si sono stabiliti nell’Anatolia centrale, fondando città come Gordio, la capitale, e Ankyra (Ankara). Sono stati individuati degli insediamenti frigi sopra i resti di Hattusas. La Frigia perderà la propria indipendenza in seguito all’invasione persiana.

Uno dei re frigi è stato Mida, divenuto famoso anche perché indossava il berretto frigio, tanto in voga tra i francesi nella rivoluzione. Questo berretto è di origini ittite.