Hipponion
La città di Hipponion, odierna Vibo
Valentia, venne fondata da Locri sul finire del VII sec. a.C. su un
pianoro prospiciente la costa tirrenica, dato confermato sia dagli autori
antichi che dai dati archeologici.
La scelta di spingersi sulla sponda
opposta della Calabria da parte di Locri
fu motivata innanzitutto dal bisogno di
uno sbocco commerciale sul Tirreno, considerati i suoi pessimi rapporti con
Reggio che controllava i traffici marittimi sullo Stretto; in secondo luogo,
dalla necessità di offrire uno sfogo ai conflitti sociali interni,
causati da una struttura politico-sociale ed economica assai rigida e chiusa.
Ciò che caratterizzò in modo determinante
le vicende storiche e politiche di Hipponion furono i rapporti con la
madrepatria, che gli storici tendono a vedere in termini di collaborazione
piuttosto che di mera dipendenza.
Questo aspetto non impedì però ad Hipponion di provare un
bisogno costante di riscatto e di autonomia da Locri. Tale conflittualità
latente culminò forse nello scontro ricordato dagli autori antichi
(Tucidide) ed avvenuto nel 422 a.C. tra Locri e le sue due subcolonie di Medma
ed Hipponion.
Un altro momento di contrasto è
costituito dalla guerra che vide alcune città greche dell’Italia
meridionale, tra cui Hipponion, opporsi alle mire espansionistiche in Calabria
di Dionigi I, tiranno di
Siracusa, sostenuto
invece dai Locresi. Il conflitto si chiuse con la vittoria del tiranno e la
conquista di Hipponion seguita dalla deportazione in massa dei suoi abitanti a
Siracusa.
Tale evento drammatico riportato dalle fonti
non trova conferma nei rinvenimenti archeologici fino ad oggi effettuati, mentre
è ben documentata la conquista della città da parte dei Bruzi, tramandata
dalle fonti per l'anno 356 a. C., che la occuparono fino all'arrivo dei Romani
ed alla fondazione della colonia latina con il nome di Valentia nel 194 a.C. La
città possedeva tutte le peculiarità richieste dai Romani per la
deduzione di una colonia: un polo strategico a guardia di una zona costiera, che
domina un retroterra adatto allo sfruttamento agricolo.
Nell'89 a.C., dopo la guerra sociale, Valentia acquistò lo status di
municipium, con regime di autonomia, e poté contare su rapporti
diretti con Roma, se addirittura vi soggiornarono Cicerone, ospite del suo amico
vibonese Vibius Sicca, ed Agrippa.
La città assunse un ruolo
importante durante le guerre civili e si guadagnò i favori di Cesare ed
Ottaviano poiché offrì ad entrambi l'appoggio del suo porto come
base per le operazioni condotte sullo Stretto contro Pompeo, gesto che
garantì alla città l'esclusione del suo territorio dalle
assegnazioni di terra ai veterani.
Valentia
continuò ad essere ricca e prospera anche in età imperiale, grazie
all'importanza del suo porto, unica possibilità di approdo lungo la costa
tirrenica a sud di Napoli e tappa obbligata per le comunicazioni con la Sicilia.