Centocamere
All'esterno del braccio di mura che corre parallelo alla linea di costa, in prossimità dell'abitato di Centocamere , sorgeva un complesso cultuale incentrato sulla cosiddetta "stoà ad U" ed un piccolo tempietto (sacello). La divinità venerata era Afrodite, e data l'ubicazione in prossimità del mare e nelle vicinanze di un probabile approdo dei due edifici, si può pensare ad un culto della dea come protettrice dei naviganti e del mare.
Essa consta di una serie di ambienti accostati in modo da
formare una "U" e dotati di un portico antistante che va
ad affacciarsi su un ampio cortile centrale.
La
stoà conobbe due fasi costruttive, una databile alla fine del VII-inizi
del VI sec. a.C. ed una collocabile alla metà del VI sec. a.C., ed ebbe
vita sino alla metà del IV sec. a.C., tanto che la ricostruzione
ellenistica delle mura comportò l'eliminazione della rientranza che in
età arcaica era stata realizzata nel percorso delle mura per rispettare
la stoà stessa.
Oltre ad offrire riparo ai pellegrini, tale edificio era utilizzato, più che per l'esercizio della prostituzione sacra, come alcuni studiosi avevano proposto, per cerimonie sacre che prevedevano dei banchetti comuni: resti di pasto e frammenti di ex-voto dedicati in quelle stesse occasioni sono stati rinvenuti nelle piccole fosse (bothroi) scavate in gran numero (quasi quattrocento) nell'area del cortile centrale.
Dopo la metà del IV, al di sopra del sacello, venne costruito un nuovo edificio, denominato "casa dei leoni" per via del rinvenimento di eccezionali lastre di gronda in calcare con gocciolatoio a testa di leone ora esposte all'Antiquarium di Locri. Essa è stata interpretata come sede di un culto ad Adone e, contemporaneamente, residenza delle sacerdotesse che a tale culto erano votate.