Il maggiore
santuario dell'acropoli, i cui resti furono portati alla luce tra il 1924 e il
1932, è stato a lungo attribuito senza validi motivi a Giove (da cui la
definizione corrente di <<tempio di Giove>>); sembra tuttavia più
probabile che fosse consacrato a Demetra, antica divinità patria dei Cumani, in
città particolarmente venerata.
Il santuario fu probabilmente eretto verso la fine del VI sec. a.C.; nel corso
del tempo fu oggetto di numerosi interventi e trasformazioni, non ricostruibili
con precisione, ma che ne rispettarono sempre il primitivo orientamento
est-ovest. I resti oggi visibili sono relativi all'età romana e a quella
bizantina, quando il tempio fu trasformato in basilica dedicata a S. Massimo
martire. Al monumento si accede oggi dal lato destro, per mezzo di gradini
moderni. Ci si trova così sulla platea (m. 39.60 x 24.60) sui cui blocchi di
tufo, che poggiano su una fondazione in opera cementizia, sono visibili
strutture romane della prima età imperiale. Per osservare il monumento
nell'insieme è tuttavia consigliabile portarsi a sinistra, presso l'ingresso
originario. E così possibile osservare, lungo i due lati del santuario, i resti
del muro perimetrale romano in opera reticolata; alcune porzioni della parete,
crollate, sono oggi riverse sotto il lato sinistro. Recandosi al centro della
platea si raggiunge la cella, le cui pareti interne sono scandite da semicolonne
in opera laterizia, fra le quali erano nicchie, poi murate. Oltre la cella, sul
lato sud (in fondo a sinistra), sono visibili quattro file di pilastri in opera
laterizia su cui insistevano basse arcate. Fra alcuni intercolumnia si
possono riconoscere porzioni dell'antico pavimento in signino, con inserzioni
regolari di tessere marmoree.
Cuma, Parco Archeologico. <<Tempio di Giove>>: particolare della navata centrale. | Cuma, Parco Archeologico. <<Tempio di Giove>>. Pianta (da un rilievo della Soprintendenza Archeologica). |
Cuma, Parco Archeologico. <<Tempio di Giove>>: fonte battesimale. | Cuma, Parco Archeologico. <<Tempio di Giove>>: Particolare del muro della cella. |
Se ne può
dedurre che, sul finire del I sec. a.C., il tempio fosse pseudo-periptero,
circondato da portici a pilastri in laterizio che lo dividevano in cinque
navate; vi si accedeva dal fronte est, tramite un ingresso principale e due
laterali.
Con il culto cristiano, il tempio andò incontro a progressive modifiche.
Trasformata la
cella in età paleocristiana, con l'aggiunta di un altare in muratura rivestito
in marmo (oggi quasi del tutto scomparso) poggiato alla parete di fondo, alle
sue spalle fu eretto un fonte battesimale, di forma circolare e con tre gradini
interni, anch'esso rivestito di marmi policromi. Tuttavia i rifacimenti più
cospicui si ebbero soltanto in età altomedievale. I due ingressi laterali della
facciata furono chiusi con muri a grossi blocchi di tufo e al posto di quello a
sinistra sorse una cappella absidata, forse un martyrion. Muri dello
stesso genere interruppero la fuga delle navate laterali, creando piccoli
ambienti, forse utilizzati come cappelle, mentre gli spazi tra gli intercolumnia
della navata centrale furono occupati da sepolture a fossa, probabilmente per
membri di prestigio della comunità. Altre tombe furono ricavate intorno alla
cella e presso le navate a sud, ove erano una vasca e un'altra piccola cappella.
Sulle pendici dell'altura si conservano resti di altre strutture antiche,
parzialmente nascosti dalla vegetazione. Sulla terrazza a nord del tempio è una
cisterna, forse d'età romana, a pianta rettangolare (m. 5,50 x 2,90) e
rivestita in cocciopesto. Immediatamente sotto la cisterna è visibile un muro
greco di terrazzamento, in opera quadrata, ad andamento E-O e lungo circa 10
metri, probabilmente a gradoni.
Sul versante occidentale è possibile intravedere due muri in blocchi di tufo,
uno rettilineo (lung. m. 3,60), I'altro absidato (m. 3,20), databili al V-VI
sec. d.C. Nelle vicinanze si trova, oltre a muri di terrazzamento molto
deteriorati, parte di una volta anch'essa di età tarda (prof. m. 2,70 ca., larg.
m. 2, h. max. m. 1,10) in blocchi di tufo giallo e scaglie di laterizi. Sul lato
meridionale, infine, è possibile scorgere alcuni muri di terrazzamento in
blocchi irregolari di tufo giallo, eretti con materiali di riutilizzo.
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Cuma, Parco Archeologico. <<Tempio di Giove>>: Via Sacra. |
Con queste strutture si conclude la visita dell'acropoli. Occorre dunque ripercorrere in discesa la via Sacra e la gradinata moderna, sino a trovare sulla destra l'ingresso dell'Antro della Sibilla.
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