Prima di giungere
al tempio, si può osservare a sinistra una serie di ruderi di varia epoca e di
controversa interpretazione, il primo dei quali è la cosiddetta cisterna greca.
Si tratta di un ambiente ipogeo a pianta rettangolare (m. 4,35x9), i cui lati
maggiori, a sezione trapezoidale, sono orientati est-ovest; essi sono costituiti
da dieci filari di grandi blocchi irregolari di tufo giallo locale, posti in
opera con tecnica isodoma. Un pozzetto rettangolare nell'angolo sud-est del
pavimento mostra altri tre filari di blocchi impiegati per la fondazione. In età
greca il piano di campagna era circa m. 3 al di sotto dell'attuale (grosso modo
al livello della strada di accesso); in quel periodo la cosiddetta cisterna si
trovava, dunque, solo parzialmente interrata.
Difficile è stabilire il tipo di copertura dell'edificio (volta ogivale,
travatura lignea ecc.); l'ingresso era forse sul lato sud, dove i blocchi della
muratura sono interrotti. La tecnica di costruzione fa ipotizzare una datazione
al VI-V sec. a.C., la cisterna sarebbe dunque la più antica struttura
conservata nell'area del santuario di Apollo.
L'ambiente è stato interpretato ora come cisterna per la raccolta di acqua
destinata alle esigenze del santuario, ora come il vero antro della Sibilla,
posto vicino al tempio e ad esso collegato.
Sulla destra della cisterna sono visibili due filari di blocchi di tufo,
riutilizzati dalle vicine costruzioni in età tardo repubblicana. I tagli
semicircolari visibili nel filare est hanno fatto pensare a un porticato annesso
all'ambiente ipogeo. All'interno furono ricavati due piccoli vani, non
comunicanti, in uno dei quali, nel 1911, fu rinvenuta una stipe votiva
contenente statuette ed ex-voto anatomici, databile a fine II-I sec.
a.C.; uno scavo mise in luce, circa 3 metri sotto il piano attuale, una
pavimentazione a blocchi rettangolari di tufo di età greca, probabilmente coeva
alla vicina cisterna.
A nord e a est del porticato si possono vedere i resti di costruzioni di tarda
età repubblicana in opera reticolata, che insistono su strutture greche,
mutandone in parte l'orientamento; l'alzato è poco conservato e di difficile
lettura. All'estrema sinistra della terrazza, le fondazioni di una costruzione
di età repubblicana si sovrappongono direttamente a un tratto delle
fortificazioni greche dell'acropoli. Ancora più all'esterno si trova, coperto
dalla vegetazione e da strutture romane di I sec. a.C., un tratto di mura
sannitiche che, con il precedente, venne a costituire un sistema di due cortine
riempite con terra e scheggioni di tufo, simile a quello usato per le
fortificazioni di Neapolis. Questa seconda cortina si può seguire sotto
la vegetazione lungo tutto il ciglio orientale dell'acropoli.
Lungo il ciglio est della terrazza è visibile un tratto di muro sostruttivo
greco in blocchi di tufo; affacciandosi da questo punto si può cogliere a valle
una veduta d'insieme dell'area del foro con i suoi monumenti principali: a
sinistra gli articolati ambienti delle terme, a destra la mole compatta del Capitolium.
Torna
a Cuma