Parti

 

Con l’indipendenza della Parthia e della Bactriana sotto il governo seleucidico si sviluppa un’etnia a carattere prettamente iranico: i Parti.

Si tratta di una tribù nomade, anticamente detta Parni, di origini sciite che viveva tra le steppe del Mar Caspio e del Mare di Aral. Verso il 250 a.C. i fratelli Arsace e Tiridate, capi parti, invadono la Bactriana. Da cui, ucciso il primo, Tiridate conduce i suoi in Parthia, dove si stabiliscono fondando la città di Arsak. Approfittando di alcuni tumulti scoppiati ad Antiochia che distraggono il re Seleuco II, i Parti occupano l’Hyrkania, dunque tutta l’odierna frontiera tra Russia ed Iran, tra il regno seleucidico e la Bactriana.

Tiridate governò 37 anni e fondò una nuova capitale partica: Ecatompilo.

Il successore fu Artabano I che è costretto a riconoscere la sovranità seleucidica di Antioco III. Sarà la volta di Friapite, che approfittando della disfatta seleucidica di Magnesia, ottiene l’indipendenza<per il suo popolo, come contemporaneamente fecero altre regioni (Media Atropatene – oggi Arzebagian, Eliminade-Elam, Perside, Characene-Caldea).

Tutti questi regni smembrati furono unificati da Mitridate I (160-140 a.C.), re partico, che con una valida strategia di conquista fonda un impero i cui confini si fermano sull’Eufrate ad ovest ed in Parthia ad est. Sconfigge Demetrio II, ultimo sovrano seleucidico, e tratta con magnanimità gli avversari. Muore nel 137 a.C., dopo aver fondato la nuova capitale: Ctesifonte. Il suo ruolo di fondatore dello stato per i parti fu molto simile a quello che ebbe Ciro il Grande per gli achemenidi.

A succedergli è Fraate II che dapprima viene sconfitto dai seleucidi e poi si riscatta. Inoltre fronteggerà in modo infelice una forte invasione da oriente provocata da popoli sciiti. Neanche il successore Artabano II vi riesce e alcune regioni si ribellano.

Sale al trono Mitridate II (123 a.C.) che svolgerà per i Parti lo stesso ruolo che ebbe Dario per i Persiani. In breve tempo riconquista tutti i territori, annettendo anche la Bactriana e fronteggiando gli Sciti, i quali si attesteranno ai confini orientali dell’impero. Questi ultimi svolgeranno sempre il ruolo di protezione dell’occidente e dei Parti dal pericolo dei nomadi Saka che imperversavano in tutta l’India.

Nel 115 a.C. Mitridate II sigla un accordo di pace e di commercio con i cinesi. Adotta anche una politica di influenza e di controllo sulla ricca Armenia su cui avevano interessi anche la Grecia e Roma: vi insidia come governatore il suo uomo di fiducia Tigrane. Quest’ultimo lo tradirà alleandosi con il re del Ponto ove regna Mitridate Europatore che tra il 112 ed il 93 a.C. crea un regno in tutta l’Asia Minore ed in parte della Grecia, fronteggiando l’avanzata dei Romani, comandati da Silla.

Questi, nel 92 a.C., giungeranno sull’Eufrate ove rifiuteranno in modo sprezzante una proposta di pace di Mitridate II. Quest’ultimo rafforzerà il proprio potere all’interno del suo regno, facendolo prosperare nel commercio tra la Cina e l’Europa, ed assumerà il titolo di "Re dei Re".

Alla sua morte, Tigrane d’Armenia annette al proprio territorio la Media e si proclama nuovo "Re dei Re", considerando la Parthia come un regno vassallo. Nel frattempo il romano Lucullo dichiara guerra al Ponto ed all’Armenia, assicurandosi la neutralità di Fraate II, re dei Parti, che la rispetterà sempre, anche in un momento di difficoltà dei Romani. Lo stesso atteggiamento sarà mantenuto con Pompeo, che tratterà con poco rispetto i Parti, invadendo alcune provincie al di là dell’Eufrate. Il re partico verrà assassinato ed i romani proveranno a controllare il successore al trono Mitridate III, opponendolo ad Orode II, che avrà il sopravvento.

Crasso, contravvenendo un decreto del Senato, attaccherà la Parthia, ma presso Carre, nel 53 a.C., troverà la morte come ¾ dell’esercito romano, ad opera della cavalleria partica ed in particolare del generale Surena. Il resto dell’esercito venne deportato a Merv, in Pakistan dove fu fondata una colonia. I romani inseriranno nel loro esercito la cavalleria, come secoli prima avevano fatto gli Assiri, che subirono le prime sconfitte dagli iranici. Dunque impararono a rispettare i Parti.

Orode II appare come il vero liberatore ed annette al suo regno la Siria e tutta l’area siro-palestinese, approfittando della crisi politica scoppiata a Roma. In particolare in Siria si sviluppa una guerra che durerà per molti anni a causa anche della politica attendista del re partico e della sua gelosia che provocò la morte di Surena e la defenestrazione del figlio Pacoro. Nel 38 a.C. i romani riprenderanno il sopravvento e saranno duri nella rappresaglia contro tutti i re che si erano alleati con Orode II.

Nel 37 a.C. sale al trono Fraate IV che dovrà fronteggiare dei tumulti interni al suo regno e l’avanzata romana di Antonio, che verrà respinta dalla cavalleria partica. Inizia un periodo che vede il controllo sull’Armenia alternativamente tra i romani ed i parti.

Con Ottaviano (Augusto) Roma riconosce la forza difensiva dei parti e tratta con loro: Fraate IV restituisce le insegne che Crasso aveva perso e manda i suoi figli a studiare a Roma, dove assumeranno nomi romani.

Roma aveva capito che conveniva trattare con i Parti che comunque svolgevano un ruolo di protezione per l’impero ad oriente da eventuali invasioni, anche per la presenza dello stato cuscinetto di Palmira. Spesso per evitare che i parti accrescessero il loro potere, fomentavano rivolte ed invasioni dei popoli nomadi russi verso il territorio iranico, costringendoli alla difensiva.

Nel corso degli anni si alternano re dell’Armenia, ma alla fine Artabano III otterrà la piena influenza sulla regione. Quest’ultimo inoltre dimostra che gli iranici non accettano sovrani che avevano influenze romane come potevano essere i figli di Fraate IV, tra cui ricordiamo Vonone.

Con Vologese I , i Parti conoscono una nuova fioritura. Viene costruita la città di Vologesia, antagonista di Seleucia, città ribelle. Questo sovrano riesce a fronteggiare l’invasione caucasica degli Alani, non ottenendo il sostegno dei romani.

Nel 114 d.C. l’imperatore Traiano adotta una politica completamente diversa da quella augustea. L’Armenia viene conquistata ed annessa all’impero come provincia. Successivamente, dopo aver sostato a Babilonia, invade la Parthia e prende Ctesifonte.

In poco tempo divampa una rivolta in tutto il bacino del mediterraneo orientale ed inizia una guerra partigiana dei Parti, che induce Traiano alla ritirata: morirà prima di giungere a Roma. Tuttavia in Parthia è presente del disordine ovunque: divampa una lotta tra Vologese II ed Osroe.

Con Vologese III (148-192 d.C.) i parti ristabiliscono l’ordine e provano ad attaccare in Siria, ma mostrano una debolezza offensiva: le truppe di Antonino Pio vincono a Dura. I romani invadono di nuovo la Parthia e distruggono Ctesifonte. Stavolta l’indipendenza verrà data dalla peste che si diffonderà in tutto l’impero romano.

Nel 197, sotto Settimio Severo, Ctesifonte verrà ripresa dai romani. Seguiranno dei periodi di lotta, finchè Artabano V riporterà i confini del suo regno sull'’Eufrate. Dopo di lui si assisterà all’ascesa dei Sasanidi.

 

Società, Amministrazione ed Attività

 

Il regno partico sarà un regno prettamente feudale. L’esercito sarà la vera forza di questo popolo, anche se ancora non è regolarizzato. Ovunque si assiste alla presenza di signorotti locali che gestiscono un potere forte.

Dal punto di vista della società assistiamo alla presenza delle seguenti classi:

  1. Nobili e Guerrieri;

  2. Sacerdoti;

  3. Scribi e Funzionari;

  4. Popolo di Lavoratori.

Tale struttura sarà ripresa e sviluppata dai Sasanidi e si mostra sin dagli inizi chiusa. Gli iranici riprendono cariche amministrative importanti che in precedenza erano solo riservate ai greci.

Le attività principali saranno il commercio e l’agricoltura, che apportarono grosse ricchezze. L’arte non ebbe un grosso splendore; subì delle influenze romane nel campo dell’urbanistica e conobbe un discreto successo nella lavorazione del bronzo. Più interessante appare la lavorazione dei gioielli e dei preziosi di cui era ricco il regno.

La Parthia svolse un ruolo centrale nel commercio con la Cina e vi esportò molti prodotti europei. La lingua parlata sarà il pahlavi partico , che verrà diffuso accanto al greco usato in precedenza.

Tra le dinastie reali partiche la più interessante è stata quella Arsacide, che aveva possedimenti nel nord dell’Iran e possedeva numerose proprietà terriere. Era caratterizzata da una politica restauratrice e conservatrice e negli ultimi anni non ebbe molto successo a livello nazionale.