LIBRI SACRI
Durante l'epoca T'ang (618 - 906 d.C.), i taoisti provvidero alla compilazione del proprio canone che assunse il nome di Tao-ts'ang (canestro del tao) redatto sull'esempio di quello buddhista. I taoisti cominciarono a raccogliere i circa millecinquecento circa scritti, che costituirono il suddetto Tao-ts’ang. Il canone taoista è così composto:
- Il TAO TEH - CHING. È l'opera fondamentale del taoismo ed è attribuita a Lao-tzu, composta di cinquemila parole e scritta su richiesta di Yin-Hsi, mentre l'autore si accingeva a lasciare il suo paese. Il testo è diviso in 81 paragrafi e fu ufficialmente riconosciuto nel 678 a.C., sotto la dinastia dei T'ang. Il Tao Teh-ching è opera di notevole valore poetico, parte in prosa ritmica, parte in versi liberi. In Occidente è stato variamente interpretato e vi sono stati tentativi di accostamenti analogici, erronei, tra il pensiero taoista e l'ascetica cristiana.
- Il CHUANG -TZU. È la raccolta di dialoghi, aneddoti, e apologhi scritti da Chuang-tzu, vissuto tra il 369 e il 286 a.C. L'opera che è considerata dagli studiosi della civiltà cinese come una delle più interessanti e briose per stile e varietà di contenuto, sviluppa ed espone la dottrina fondamentale del taoismo. Il Chuang-tzu è diviso in 33 capitoli, tutti ricchissimi e coloriti per la capacità dell'autore di evocare e descrivere il mondo mitico taoista con un linguaggio fresco e brillante. Per tale ragione Chuang-tzu è ritenuto il più grande scrittore della Cina antica.
- Il LIEH - TZU. È la raccolta di scritti filosofici e metafisici del taoismo, attribuita a Lieh-tzu, vissuto nel IV-III sec. a.C., di cui manca ogni notizia storica. Il testo è diviso in otto capitoli e contiene un frammento dell’opera di Yang-tzu, sostenitore della “Scuola dei legisti”, sorta in contrapposizione ideologica al confucianesimo.
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