Società
Tra i sanniti non vi era il concetto di civitas o di città-stato. La più piccola unità politica era il pagus. Si trattava di una parola osca che rappresentava un distretto rurale semindipendente. Esso svolgeva funzioni governative locali, reclutava militari, aveva nel suo interno edifici e in esso si tenevano assemblee, dove si approvavano leggi. Più pagi formavano un touto. Il touto dei Peligni era composto di 25 pagi. Soprattutto in termini militari, i sanniti si riunivano spesso in touto, che risiedeva presso la capitale. Alcune tribù avevano più capitali perché, di volta in volta, il touto si riuniva in luoghi diversi.
L’autorità amministrativa più importante era il meddix tuticus (magistrato-console), che veniva eletto dall’assemblea e gestiva molto potere. Vi erano anche dei funzionari minori: censor, legatus (kenzstur in osco), aidilis, praetor, prefectus. Simbolo del potere era un trono di pietra. Solo con la dominazione romana il potere fu affidato ad una oligarchia fatta di ricchi possidenti, a cui erano legati numerosi vassalli. Questa fu la fase di decadenza della società sannita, in cui una classe ristretta aveva potere di vita e morte sulla maggioranza della popolazione.
Ciascun touto era una repubblica ed approssimativamente corrispondeva ad una tribù. Quando i sanniti dovevano affrontare una guerra, nominavano un comandante in capo. Spesso le diverse tribù si riunivano in federazioni, in particolare nella fase finale della guerra contro Roma.
Vi era anche una classe sacerdotale che gestiva un potere non indifferente. Non si conosce praticamente nulla della condizione della donna, anche se si presuppone che la società fosse abbastanza patriarcale.
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