OLBIA
Periodo Fenicio
Il luogo sul quale
sorge Olbia fu frequentato, come indicano recenti rinvenimenti archeologici, da
genti greche già dalla seconda metà del VII secolo a.C. e tale presenza,
ricordata anche da antiche fonti letterarie, ha lasciato probabilmente tracce
nel nome stesso della città, che in greco significa “felice”.
La città vera e propria venne tuttavia fondata più tardi - nella seconda metà
del IV secolo a.C. - da Cartagine,
la metropoli africana oramai padrona della Sardegna da quasi duecento anni.
L’abitato ebbe impianto ortogonale, con orientamento secondo i punti
cardinali, e sulla parte più alta, ove ora sorge la chiesa di San Paolo, ebbe
sede l’acropoli ove fu edificato un tempio dedicato al dio protettore della
città: Melqart, il corrispettivo dell’Eracle
greco.
L’agglomerato urbano fu protetto con una possente cinta muraria, dotata di
torri, in piccola parte tuttora visibile in via Torino, mentre le necropoli,
scavate in una dorsale granitica, si estesero oltre il versante occidentale
delle mura. In una di queste tombe fu rinvenuta una collana con vaghi policromi
in pasta di vetro, ora conservata nel Museo Archeologico di Cagliari, che è a
tutt’oggi uno dei prodotti artigianali più noti del mondo punico.
Il porto fu di grande vitalità: accolse merci provenienti dall’Africa, dalla
Grecia e dall’Italia tirrenica e da esso furono avviati verso Cartagine i
prodotti dell’entroterra agricolo e pastorale. Con lo scoppio delle ostilità
fra Cartagine e Roma, nel corso della prima
guerra punica, Olbia fu subito coinvolta nelle vicende belliche e, secondo
alcune fonti, addirittura conquistata nel 259 a.C. dal console Lucio
Cornelio Scipione, il quale l'avrebbe però subito abbandonata.
La città passò definitivamente in mano romana, insieme con tutto il resto
della Sardegna, nel 238 a.C.Il trapasso non fu violento e l’impronta di Cartagine
si conservò ad Olbia per lungo tempo nella lingua, nella religione,
nell’artigianato e nella cultura materiale.
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