KAMARINA
Kamarina fu fondata nel 598 a.C., come punta avanzata della politica espansionistica siracusana nell'area delimitata dall'Hipparis e dall'oanis, gli odierni lppari e Rifriscolaro. La città cominciò ben presto a prosperare e con la prosperità venne forse il desiderio di una maggiore affermazione. Con l'aiuto di alcune città greche della Sicilia meridionale, quindi, mosse guerra a Siracusa e da essa venne sconfitta, insieme ai suoi alleati, nel 553 a.C., dopo meno di cinquanta anni dalla sua fondazione.
Nei
successivi tre secoli Kamarina vide periodi di grande splendore, potenza, libertà
e ricostruzioni, alternati ad altri di miseria, decadenza, schiavitù e
distruzioni, fino a quando i Romani la presero nel 258 a.C., sotto il comando
del console Attilio Calatino, e,dopo un lungo assedio, la saccheggiarono e la
rasero al suolo.
l
pochi kamarinesi che scamparono alla distruzione della città, si rifugiarono
nei pressi di Punta Secca (fra Punta Braccetto e Casuzze), formando più villaggi separati, che, distribuiti fra la costa e l'interno, presero il nome di
Kaucanae.
Verso il V sec. d.C., fece la sua comparsa in queste plaghe il Cristianesimo: ne sono testimonianza le camerette sepolcrali con arcosoli nelle pareti e tombe pavimentali, scavate nel tenero calcare di una piccola latomia in contrada Pirrera, dove sorse anche in quel periodo una chiesetta e nei pressi della contrada Mirio, assieme ad una piccola necropoli, sorse un piccolo santuario, nel quale era raffigurata, fra le altre immagini, una Sant'Elena (madre dell'imperatore Costantino) con la croce del Cristo. Da questo dipinto prese nome tutta la contrada e l'abitato che si sviluppò in seguito, per cui nei documenti dell'epoca il casale viene ricordato col nome di Santa Croce.
A cominciare dal V secolo d.C. iniziò una fase di decadenza di questi nuclei che portò ad un progressivo ma inesorabile abbandono di questi territori.
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