PALERMO (2)
Papa Nicoló II nel 1059 diede
l'autorizzazione a Roberto il Guiscardo e al fratello Ruggero di conquistare
l'Italia meridionale.
Roberto e Ruggero, figli di Tancredi d'Altavilla, erano a capo di un gruppo di
soldati provenienti dalla Normandia francese. Roberto, fratello maggiore, accettò
e si impegnò: ad essere fedele alla Chiesa Romana e al Papa, alla restituzione
delle chiese in suo possesso e al pagamento dell'affitto, stipulato con la
chiesa, per i territori di S. Pietro.
In quel periodo regnava la dissidia fra i Saraceni, poiché in contrasto con gli
emirati indipendenti di Mazara, Girgenti e di Siracusa. Furono i musulmani di
Catania e di Siracusa a dare appoggio a Ruggero d'Altavilla per la conquista di
Messina (1060-1061). Ruggero si fermó a Troina e ne fece sua capitale (1064).
Fu nel corso di un decennio che i Normanni si dotarono della flotta che li
avrebbe condotti alla conquista di Palermo.
Nel 1072 entrarono nel porto della città, mentre Roberto con l'esercito in
massa oltrepassava le difese della Kalsa.
Roberto il Guiscardo governò Palermo per un breve periodo di tempo ma diede
dimostrazione di grande saggezza politica. Egli prese spunto dal diritto
giustinianeo per istituire leggi, tenendo conto di culture, religioni e lingue.
Diede il consenso ai gruppi etnici di concentrarsi nei quartieri della città: i
Greci occuparono la zona della Cattedrale, i Latini la zona dell'Albergheria,
gli Ebrei la zona del Ponticello e gli Arabi continuarono ad occuparsi del
commercio, restando nel quartiere della Kalsa sino al porto.
Con il dominio normanno Palermo venne proclamata capitale della Sicilia. Roberto
il Guscardo restituí al culto le chiese trasformate in moschee dai musulamni e
fece edificare nuove chiese.
Nel 1085 Roberto morí e il fratello Ruggero proseguì a governare la Sicilia.
Egli continuó la politica tracciata dal fratello; assegnò all'arcivescovo
Alcherio i fondi necessari al restauro della cattedrale, diede beni e rendite ai
monasteri affinché questi proseguissero con autosufficienza e completó la
conversione delle moschee in chiese di culto cattolico. Inoltre instauró
nell'isola il regime feudale. Era il 1091 e il dominio normanno regnava ormai in
tutta la Sicilia.
Morto Ruggero I° per dieci anni regnò con saggezza la moglie Adelasia.
Nel 1130, la notte di Natale, venne proclamato re il figlio Ruggero II°, avendo
questi raggiunto la maggiore età. Egli regnò per ventiquattro anni, durante i
quali riassettò il sistema burocratico e amministrativo, potenziò la flotta, ampliò
i commerci e rese florida l'agricoltura. Rese possibile la politica
della tolleranza fra i popoli (Arabi, Bizantini, Ebrei e Latini) nel rispetto
dei costumi, delle fedi religiose e delle varie culture. Egli restò comunque
fedele alla cristianizzazione perseguita dal padre Ruggero.
Durante la reggenza, Ruggero II° decretò, ispirandosi al diritto romano, un
codice di leggi nel quale la potestà del re era di grande rilievo: soltanto al
sovrano era dovuta obbedienza, mentre ai feudatari il diritto era concesso per
delega del re che poteva concederlo o revocarlo.
Guglielmo I° succedette al trono dopo la morte di re Ruggero
II°. Egli passò alla storia come "Guglielmo il Malo", chiamato
così dai baroni ai
quali limitó i privilegi feudali. I baroni non colpirono direttamente il re, bensì
l'ammiraglio Maione, uomo di sua fiducia, facendolo uccidere dal genero
Matteo Bonello. Guglielmo fu catturato e il giovane erede venne proclamato re.
Ma il popolo ravvedutosi dopo pochi giorni liberò Guglielmo che riprese i
poteri e nominó Gran Cancelliere il notaio Matteo d'Aiello.
A soli 46 anni, nel 1166, moriva Guglielmo I°. La regina Margherita assunse il
trono fino al raggiungimento della maggiore etá del suo secondo genito,
Guglielmo II°. Questi fu incoronato re nel 1171.
Guglielmo II° fu detto il Buono, forse per aver attenuato le imposte statali
nei confronti dei nobili. A Guglielmo II° si deve il Duomo di Monreale, il
palazzo della Cuba e della Zisa. Morì nel 1189 a soli 36 anni.
Nel 1190 a Palermo si contrapponevano due
fazioni, una schierata a favore di Ruggero d'Altavilla e sostenuta dai nobili,
l'altra schierata a favore di Tancredi d'Altavilla sostenuta dal popolo e dalla
borghesia.
Fu Tancredi ad essere incoronato re grazie al sostegno del papa e l'aiuto di
Matteo d'Ajello. Nell'immediato i Saraceni entrarono in rivolta, ma il re seppe
domare i tumulti. Poco piú tardi Tancredi dovette combattere anche contro i
baroni ribelli ed ancora una volta il re ne uscì vittorioso. I palermitani si
convinsero così di avere trovato il giusto re. Nel 1191 a Roma venivano
incoronati Enrico Hohenstaufen e Costanza.
Dopo la morte di Tancredi, nel 1194, Enrico si insediava a Palermo, morì appena
tre anni dopo il suo arrivo. Costanza continuò ad essere reggente in attesa del
raggiungimento della maggiore etá del figlio Federico. Nel 1209 Federico compì
15 anni (maggiore etá del tempo) e fu incoronato imperatore del Sacro Romano
Impero. Egli regnò per ben cinquanta anni, diede alla città prosperità e
grande splendore; incrementò l'allevamento del bestiame e la coltivazione dei
campi, rafforzò i rapporti fra lo Stato e i cittadini facendo valere
soprattutto, per questi ultimi, i loro diritti.
Federico II, alla sua morte lasciò al figlio maggiore, Corrado, la Germania e
al secondogenito, Enrico di soli 9 anni, il regno di Sicilia.
Manfredi, figlio illegittimo del re, assunse la reggenza. Nel 1254 dopo varie
vicende riuscí a farsi incoronare re di Sicilia. In quegli anni (1253 - 1254)
morivano Enrico e Corrado. Nel 1266, il 26 febbraio, Manfredi moriva in
battaglia sconfitto da Carlo d'Angió. Tramontava cosí il regno svevo in
Sicilia.
Palermo inizió con Carlo d'Angió la via della decadenza. Sotto gli Angioini
attraversó un periodo di ristrettezza e mal sopportazione. Palermo non fu piú
capitale del regno di Sicilia, ne divenne Napoli. Fu tale spostamento e il
malgoverno del tempo a causare il massacro del Vespro avvenuto il venerdí di
Pasqua del 1282.
I siciliani, guidati politicamente da
Giovanni da Procida, elessero re Pietro d'Aragona. Le navi aragonesi partirono
dalla Spagna, sostarono alle Baleari e in Africa infine sbarcarono in Sicilia, a
Trapani, cinque mesi dopo la rivoluzione del Vespro.
Giacomo, figlio di Pietro d'Aragona, dopo la successione al padre unificò le
corone di Sicilia e di Aragona, nominò Federico, fratello minore, viceré di
Sicilia.
Nel 1295 Federico convocò il parlamento e, appoggiato dai nobili siciliani, si
fece proclamare re. Fu incoronato un anno dopo.
I nobili siciliani, ancor prima, avevano subordinato l'intenzione di Giacomo di
riappacificarsi con il papa e di cedere la Sicilia agli Aragonesi.
L'incoronazione a re di Federico III° non trovò l'approvazione di Giacomo che sbarcò
in Sicilia dichiarando guerra al fratello. Solo nel 1302 entrambi
raggiunsero un accordo: venne riconosciuta la legittimità a Federico III° e dichiarò
che, alla sua morte, la Sicilia sarebbe ritornata agli Angioini.
Questo impegno non fu mantenuto.
Nel 1296 venne approvato dal Senato della Sicilia un capitolo che stabilì la
convocazione annuale da parte del re, del Parlamento ...... questo fu
probabilmente il primo passo verso lo Stato moderno.
Per un secolo circa vi furono continue lotte fra i nobili; nel 1348 e nel 1355
la città conobbe la peste, le campagne subirono danni e s'impoverirono, la
carestia dominò.
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