Villa CASALE di Piazza Armerina

 

Quando Massimiano Erculeo, collega di Diocleziano nella direzione tetrarchica dell'Impero romano, fu costretto ad abdicare venne a soggiornare nella maestosa villa che fece appositamente costruire nel 293 d. C.. Questa tesi fu in seguito confutata da altri autori ma e' certo che la villa, per la sua grandiositą e maestositą, doveva essere destinata ad un imperatore.

Gli scavi condotti fino ad oggi hanno portato al rinvenimento di una villa di oltre 3500 mq con pił di 40 pavimenti ricoperti di spettacolari mosaici, probabilmente opera di maestranze africane, che diffusero l'arte del mosaico dall'Africa ai paesi con i quali avevano rapporti, fra i quali l'Italia.
L'importanza della Villa e' enorme, ed e' determinata soprattutto dallo stato di conservazione dei mosaici pavimentali, che sono considerati i pił suggestivi e i pił vasti realizzati in epoca romana.
 
Un prezioso ritrovamento di grande valore archeologico ed artistico non solo per la varieta' dei soggetti e per la ricchezza della policromia, ma anche per la bellezza delle scene riprodotte che raccontano dettagliatamente usi e costumi dell'epoca. 

Il loro carattere narrativo raffigura episodi tratti da opere di Omero, scene mitologiche ed anche di vita quotidiana rappresentati in modo molto realistico.
La villa, suddivisa in 4 raggruppamenti, presenta le caratteristiche tipiche delle costruzioni a terrazza per potersi adattare ai naturali andamenti del terreno. 

Si riconoscono:

1) L'ingresso principale ed il quartiere termale;


2) Il peristilio con camere adibite a soggiorno e foresteria;


3) Gli ambienti privati e la grande basilica;


4)Il triclinio ed il cortile ellittico.

 

 
All'esterno due sistemi di acquedotto fornivano l'acqua necessaria alle fontane, ai servizi e al quartiere termale. E' indubbio che una tale costruzione non poteva esistere da sola ma doveva necessariamente presentare una serie di costruzioni, ad essa marginali, che dovevano assolvere a tutte le varie esigenze cui doveva esser soggetta una villa imperiale. E' per questo motivo che gli scavi vanno ripresi al piu' presto, nella speranza di poter ritrovare le testimonianze di uno scorcio di vita romana.

I primi rinvenimenti si ebbero nel 1820 quando, casualmente, furono ritrovate delle colonne antiche, mentre solo nel 1919 vennero alla luce i primi segni di mosaici. Nel 1939, i primi scavi condotti con un certo rigore tecnico e scientifico portarono alla luce una parte del pavimento raffigurante la fatiche d'Ercole. 
Per garantire la conservazione dei mosaici e la preservazione della villa dalla corrosione degli agenti esogeni e dalle incurie del tempo (e dell'uomo), fu costruita un antiestetica passerella che oltre che ripercorrere in toto i mosaici, garantisce inoltre una visita ragionata e guidata agli stessi. Senza di essa infatti il turista si perderebbe probabilmente in una visita disordinata, saltando da un ambiente all'altro senza un rigore logico.

 

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