I primi abitanti dell’attuale
territorio della Bosnia-Erzegovina furono gli illiri
e i celti. I romani attraversarono
l’Adriatico a metà del II secolo a.C., creando la provincia dell’Illiria
che in seguito costituì la frontiera tra l’impero d’Occidente e quello
d’Oriente. Gli slavi che provenivano da Polonia e Ucraina si stabilirono
nella zona nel secolo VII d.C., assorbendo gradualmente gli illiri e i celti.
L'Impero Bizantino mantenne uno scarso
controllo sulla zona, ad esclusione della costa e delle isole. Alla fine
dell'VIII secolo e all'inizio
del IX i Franchi conquistarono la Croazia settentrionale e gran parte della
Bosnia settentrionale e occidentale. Mantennero il controllo della zona fino
alla fine del IX secolo.
Agli inizi del X secolo il re Tomislao
riuscì a controllare un territorio approssimativamente comprendente Croazia e
Bosnia. Nel 928, alla sua morte, il territorio croato fu devastato dalla guerra
civile e la Bosnia cadde sotto il controllo dei serbi dal 930 al 960. Dopo il
960 la Bosnia ritornò sotto il controllo dei croati per circa 50
anni. Nel 1019 l'imperatore bizantino Basilio
II riportò serbi e croati sotto la sua sovranità, almeno
nominalmente.
I serbi del Montenegro e della
Erzegovina resistettero alla dominazione bizantina e verso il 1070 si
costituirono in un regno serbo comprendente anche la zona del Rascia. Con re
Bodin, dopo il 1080, inglobarono anche gran parte della Bosnia. Alla morte del
sovrano nel 1101 il regno si frantumò.
Alla fine dell'XI secolo i territori
croati vennero conquistati dall'Ungheria. Nel 1102 il re ungherese Colomanno fu
incoronato anche re di Croazia. La relazione tra i due stati, con fasi alterne,
sarebbe durata fino al 1918. Nel 1102 la Bosnia divenne un dominio ungherese,
governato da un bano.
Tra il 1160 e 1180 Manuele Comneno
divenne re di Croazia e Bosnia, ma alla sua morte nel 1180 gli ungheresi
ripresero il controllo della Croazia, ma non della Bosnia che rimase libera per
la prima volta da bizantini, ungheresi, croati e serbi. In realtà la Erzegovina
rimase sotto il controllo serbo fino ai tempi di re Stefano II Kotromanic
(1322-1353) che la riportò nell'ambito del suo regno bosniaco. Culturalmente e
politicamente la Bosnia rimase vicina al mondo croato-ungherese.
A metà del secolo XII, la regione
della Bosnia andò sotto la giurisdizione dell’arcivescovado ungherese di
Kalocsa. Gli sforzi del Papa per imporre la sua autorità religiosa con
l’appoggio dell’Ungheria, provocando una forte resistenza locale.
La Bosnia fu un baluardo dei bogomil
(o catari), uno dei movimenti ereticali più importanti dell’Europa
meridionale. Contro questa eresia vennero organizzate varie crociate dai
vicini cristiani, sia serbi ortodossi che croati (cattolici romani).
Bando Prijezda fondò la dinastia dei
Kotromanic (1254-1395), sotto la quale la Bosnia conquistò la provincia di
Hum (Erzegovina). Nel 1377, Tvrtko divenne re di Serbia, di Bosnia e delle
terre della costa. Con l’invasione dei turchi nel 1386, i serbi vennero
sconfitti in Kosovo (1389), ma Tvrtko realizzò nuove conquiste ad ovest e
nel 1390 divenne re di Rashka, Bosnia, Dalmazia,
Croazia ed altre terre costiere.
L’impero ottomano conquistò
Costantinopoli nel 1453 ed occupò la Serbia nel 1459. Il Papa invocò una
guerra contro i turchi, ma senza risultato per mancanza del necessario
appoggio. Nel 1463 la Bosnia divenne una provincia dell’impero ottomano.
Hum resistette più a lungo, ma nel 1482 venne conquistato il porto di Novi
(oggi Herzegnovi), e anche l’Erzegovina divenne una provincia ottomana.
In un primo momento il governatore
turco (pascià) aveva sede a Banja Luka, ma in seguito si trasferì a
Sarajevo. Nel 1580 la Bosnia fu suddivisa in otto regioni, guidate da 48 Kapetan
ereditari che esercitavano un potere feudale sulla sua giurisdizione.
L’attività mineraria e il commercio decaddero, mentre si svilupparono la
metallurgia e l’industria degli armamenti.
Nei secoli XVI e XVII la Bosnia ebbe
un ruolo importante nella guerra tra la Turchia,
da una parte, e Venezia e l’Austria,
dall’altra.
Nel 1697, il principe Eugenio di Savoia occupò
Sarajevo. Con
il Trattato di Karlowitz, nel 1699, il fiume Sava, al confine nord della
Bosnia, divenne il confine settentrionale dell’impero ottomano.
L’Erzegovina e la parte della Bosnia situata a est del fiume Una vennero
ceduti all’Austria
nel 1718 e quindi alla Turchia
nel 1739.
Nel secolo XIX, la nobiltà della
Bosnia resistette alla dominazione della Turchia.
Nel 1837 il reggente dell’Erzegovina dichiarò l’indipendenza di fatto e
le rivolte divennero croniche, unendo cristiani e musulmani contro la
burocrazia e la corruzione dell’impero ottomano.
Nel 1875, un conflitto locale in
Erzegovina scatenò un’insurrezione che si estese alla Bosnia. Austria,
Russia e Germania
cercarono di mediare tra la Turchia e i ribelli, ma senza riuscirvi. Vennero respinte le offerte del sultano,
che prometteva riduzione delle tasse, libertà religiosa e la nascita di
un’assemblea provinciale.