BULGARIA  

 

Lo Stato slavo bulgaro è stato fondato nel 680, in seguito a un patto di alleanza fra i due popoli: gli slavi del sud e i protobulgari. Durante il VI secolo gli slavi del sud, che appartenevano al gruppo etnico indoeuropeo, vengono a popolare la Penisola balcanica e precisamente le terre che si trovavano sotto il dominio dell'Impero bizantino.

Man mano essi riescono a rovesciare il dominio bizantino sulla penisola e a stabilirvisi, trovando sostegno nella popolazione locale traco-illirica che, con l'aiuto degli slavi, si libera dal giogo astioso. Le occupazioni fondamentali degli slavi erano l'agricoltura, l'allevamento del bestiame, la caccia e la pesca. 

La storia testimonia che essi erano eccezionalmente valorosi, ospitali e di indole allegra. Adoravano numerose deità, di cui la principale era il dio Perun, identificato con il fulmine. 

Gli slavi erano suddivisi in tribù e vivevano in società unite tra loro in comuni territoriali. Il VI secolo segna la decadenza dell'ordinamento municipale primitivo. Comincia a sorgere la proprietà privata della terra, degli armenti ecc. 

Nel VII secolo, quando la differenziazione delle classi comincia a farsi più sentita, gli slavi cominciano a formare unioni tribali, a creare un'organizzazione statale, in grado di regolare le contraddizioni di classe a favore della classe dominante dei proprietari fondiari. Nello stesso tempo, nella Penisola balcanica penetrano i protobulgari, provenienti dalla regione costiera del mare di Azov, a nord del Caucaso; si tratta di una popolazione di origine turca. 

Nel 680, sotto il comando del Khan Asparuch essi sconfiggono presso la foce del Danubio le numerose truppe dell'imperatore bizantino Costantino IV Pogonato, e si stabiliscono nel territorio della Dobrugia, quindi penetrano sempre più all'interno, nelle terre della odierna Bulgaria nord-orientale, fino ai monti Balcani. 

I protobulgari concludono un patto di alleanza con le tribù slave ed in tal modo pongono le basi dello Stato slavo-bulgaro. 

Nel 681 Bisanzio conclude la pace con lo Stato slavo-bulgaro. Il nuovo Stato, chiamato Bulgaria, viene riconosciuto de facto e de jure. Sua capitale diventa la città di Pliska, mentre il confine con lo Stato di Bisanzio viene segnato dai monti Balcani.

Le conseguenze delle lotte continue ed estenuanti guerre con i bizantini, l'impoverimento delle masse popolari, le lotte interne fra i feudatari, specialmente dopo la morte del re Simeon (927) spingono il Paese alla decadenza. Il malcontento delle masse per la tragica situazione in cui si trovavano, come pure gli atti separatisti dei boiardi e la debolezza di dirigenti, favoriscono le mire aggressive di Bisanzio, che riprende le guerre per la liquidazione della Bulgaria; nel 972 riesce infatti a conquistare le province orientali bulgare. La Bulgaria occidentale, con capitale Ohrida, sotto la guida del noto condottiero e uomo di stato Samuil, resisteva eroicamente. 

Con l'aiuto del bogomili Samuil, non si fa incoronare re ma conduce per circa mezzo secolo guerre sanguinose che sovente però sono vittoriose. Ma anche qui, nonostante l'entusiasmo del popolo, a causa di discordie intestine e per il tradimento di una parte dei boiardi, i bulgari con un ultimo sforzo, a mala pena riescono a respingere i bizantini. Dopo un epico combattimento, durante il quale i bizantini fanno prigionieri 15.000 bulgari, tutti gli uomini di Samuil vengono accecati e rimandati a Ohrida dietro ordine dell'imperatore bizantino Basilio II (chiamato perciò Bulgaricida). Samuil non può resistere a una tale vista e muore (1014). Ma il popolo bulgaro continua per altri tre anni a non piegare il capo al dominio bizantino e finché non si sparge l'ultima goccia di sangue dei suoi eroici figli, non cede all'oppressore. Nel 1018 la Bulgaria cade con onore. Parte dei boiardi passa al servizio degli oppressori. Ma le masse popolari non piegano il capo e dopo circa due secoli, dimostrano di nuovo al mondo che la Bulgaria ha diritto a esistere come Stato indipendente.

I conquistatori bizantini si danno agli abusi, ai saccheggi, agli atti dì crudeltà, volendo annientare l'essenza vitale dello spirito del popolo, ucciderne la coscienza. Ma questi tentativi di assimilazione sono votati all'insuccesso. I bulgari sono irriducibili. Due volte il popolo insorto tenta di scuotersi di dosso la dominazione straniera e di restaurare lo Stato bulgaro (1040-1041 e 1072). I temporanei insuccessi non vincono la fede e la fermezza del popolo, istigato non solo dall'arbitrio dei conquistatori, ma anche dal movimento dei bogomili che incitavano il popolo a lottare sia contro l'oppressore sociale sia contro la soggezione politica allo straniero.

 

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