Abitata già nel II millennio a.C., verso il sec. VIII e VI in Russia si
stanziarono gli Sciti
e, successivamente (sec.III), i
Sarmati, popolazione di stirpe aria. Conosciuta nella
parte meridionale dai Greci e dai Romani, la Russia subì l'occupazione di Goti e
Unni, la penetrazione degli Slavi (sec.VII) e quindi
dei Normanni o Vareghi (sec.IX); questi stabilirono
il primo nucleo statale intorno a Novgorod, poi, per
opera di Oleg, intorno a Kiev, centro di un
principato, in cui il potere era detenuto da un principe coadiuvato dalla
nobiltà dei boiari.
Convertitosi al cristianesimo sotto Vladimiro il Grande (973-1015), il principato di Kiev si divise in ducati, i quali divennero
tributari dei tartari di Gengis Khan quando questi
invasero la Russia fondandovi il regno dell'Orda d'Oro.
Verso la metà del sec.XIII acquistò importanza il
ducato di mosca, divenuto poi principato e sede del patriarcato russo.
Con Ivan III e Ivan IV il Terribile, estese il suo dominio fino agli Urali
abbattendo il regno tartaro. Nel 1613 fu eletto zar Michele Romanov con
l'appoggio del clero. Sotto i Romanov e particolarmente sotto Pietro il Grande
(1672-1725), che condusse una politica autocratica combattendo e
distruggendo i privilegi dei feudatari, la Russia operò numerose conquiste: dopo
aver sconfitto la Svezia, estese i suoi confini fino al Baltico mentre
all'interno dava inizio ad una politica di modernizzazione del Paese.
Caterina II
(1762-96) proseguì la politica di espansione togliendo ai Turchi Azov e
le coste del Mar Nero, acquistando la Russia bianca, la Lituania e parte della
Polonia.