SERBIA
Nel VI secolo cominciarono ad arrivare i primi gruppi di slavi. Nel 547 invasero il moderno Kosovo ed arrivarono in Albania fino a Durazzo. Nel 580 arrivarono in territorio greco. I serbi e i croati erano tribù slave che, all'inizio del VII secolo, avevano fondato la Croazia Bianca, odierna Polonia meridionale, e la Serbia Bianca, odierna Slovacchia. I serbi si stabilirono nell'odierna Serbia sud-occidentale, conosciuta nel medioevo come Rascia. Conquistarono Dioclea (Montenegro) e Hum (Erzegovina). A metà del VII secolo i serbi arrivarono nell'Albania settentrionale. Resistettero solo le città e i porti. Le campagne furono slavizzate. |
L'Impero Bizantino mantenne uno scarso controllo sulla zona, ad esclusione della costa e delle isole.
I serbi del Montenegro e della Erzegovina resistettero alla dominazione bizantina e verso il 1070 si costituirono in un regno serbo comprendente anche la zona del Rascia. Con re Bodin, dopo il 1080, inglobarono anche gran parte della Bosnia. Alla morte del sovrano nel 1101 il regno si frantumò.
Durante l’epoca medioevale, si assiste alla formazione di alcuni stati indipendenti, tra cui l’Impero Serbo, fondato da Stefan Dusan nel 1331 e declinato, dopo alcune traversie. nel 1355, ed il regno di Stefan Tvrtko in Jugoslavia, dal 1353 al 1391. Ma l’Impero Serbo, iniziava a dare fastidio ai grandi Imperatori Bizantini, e così, nel 1345 e nel 1349 furono chiamati i Turchi, per cercare di annientare la crescente minaccia Serba.
I turchi Ottomani, così chiamati dal nome del loro fondatore Ottman, partirono da Gallipoli e conquistarono molto presto la Tracia, la Bulgaria e la Macedonia, ma non riuscirono a conquistare la Serbia, che resistette eroicamente formando una lega con Albanesi, Bulgari, Croati ed Ungheresi. Tuttavia, questa coalizione cristiana dovette capitolare il 28 giugno del 1389 nella guerra del "Campo dei Merli", nella piana del Kosovo, dove i Turchi uscirono vincitori. La sconfitta, non piegò totalmente la Serbia, le cui roccaforti resistettero ancora per molti anni, seppur private della gran parte dell’aristocrazia civile e militare. Questa resistenza, storica, si prolungò fino al 1459, quando cadde la Serbia, che rimase sotto l’egemonia Turca per 350 anni.
I turchi, nel breve volgere di pochi anni, conquistarono anche la Bosnia, non senza l’aiuto di alcune orde di eretici cristiani detti Bogomili, che, perseguitati sia dai cattolici che dagli ortodossi, pensarono bene di aiutare il "Turco infedele", finendo per convertirsi totalmente all’Islamismo. I turchi, dominarono quella parte d’Europa fino al 1683, quando, dopo il tentativo, fallito, di conquista di Vienna, si ritirarono rapidamente nei loro territori, iniziando un lento, ma inesorabile, declino.
Alla fine del '600 e ai primi del '700, gli Asburgo, dopo la sconfitta dei turchi sotto Vienna nel 1683, riuscirono, con una serie di vittoriose campagne, a penetrare in profondità nei Balcani, spingendosi fino allla regione del Kosovo. Essi dovettero però ben presto ritirarsi e stabilire la frontiera sul Danubio. Con loro partirono anche centinaia di migliaia di serbi, che furono insediati nelle fertili terre sulla riva sinistra del Danubio, nella cosiddetta Vojvodina.
Questa regione, posta sotto la corona d'Ungheria e di struttura etnica assai mista (oltre ai serbi fu popolata anche dagli ungheresi e da altre 11 etnie), divenne il centro culturale e religioso più importante del popolo serbo. Il vuoto che i serbi lasciarono nel Kosovo - già fulcro del loro impero medioevale - fu invece colmato dagli albanesi, che da sempre si trovavano in quella regione, ma erano stati spinti nelle sue aree montuose, meno fertili.
Queste vicende, che contribuirono ancora alla frammentazione del popolo serbo, furono provocate dalla progressiva decadenza del potere ottomano. Si trattò di un processo lungo, ma inarrestabile, che i popoli slavi, soggetti ad Istanbul, cercarono di sfruttare a proprio favore.
Nel 1804, i Serbi si ribellarono furiosamente ai Turchi e, nel 1815 raggiunsero l’autonomia, come stato e come popolo. La Serbia insorge contro i turchi in due riprese: la prima (1805-1813) e la seconda (1815-17) guerra d'indipendenza conducono al trattato di Adrianopoli (1829) che sancisce l'autonomia della Serbia, il quale rivendicherà poi il ruolo di stato guida della riscossa nazionale jugoslava. In seguito l'impero ottomano dovette concedere l'indipendenza alla Grecia (1830).
Nel 1876, la Serbia ed il Montenegro invertirono le parti e dichiararono guerra alla Turchia, che, inopinatamente, si trovò di fronte l’esercito Russo, che si presentava come portatore del "campione" della razza Slava, e quindi come salvatore della stirpe balcanica. Ma nel 1878, il congresso di Berlino ridisegnò la mappa delle terre Balcaniche, dichiarando definitivamente l’indipendenza di Serbia e Montenegro, mentre la Bosnia Herzegovina venne assegnata, come amministrazione, all’Austria-Ungheria, sebbene, formalmente, ancora facesse parte dell’Impero Ottomano.
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