ACQUAE STATIELLAE
Sorta sulla riva sinistra del fiume Bormida la città di Acqui Terme vanta origini molto antiche. Essa sorge su quella parte di territorio della Valle Bormida popolata già in età protostorica dalla tribù ligure degli Statielli. Il centro più importante di questa tribù, Caristum, fu poi conquistato nel II secolo a.C. dalle milizie romane del console Marco Popilio Lenate. Data la sua favorevole posizione e l’ingente risorsa idrica soprattutto termale a disposizione, Roma decise di fare di questo centro una delle sue stazioni termali più importanti come punto strategico di collegamento tra la zona mediterranea e il nord. Fu per questo motivo realizzata un’importante via di collegamento l’Aemilia Scauria che collegava Tortona a Vado Ligure.
Prese così corpo intorno al I secolo a.C. la città romana che fu nominata “Aquae Statiellae” alludendo al popolo che precedentemente vi era insediato e all’acqua termale proveniente dal suolo in gran quantità, il cui periodo di maggior splendore fu quello compreso tra il I ed il II secolo d.C. Della fortuna sociale ed economica di questo periodo e dell’importanza delle fonti termali acquesi si trova riscontro nei testi di Plinio, Strabone, Seneca e Tacito. Oltre ai ricordi presenti nella letteratura il passato della città s’erge monumentale nei resti dell’acquedotto ancora visibile sulla riva destra del fiume Bormida databile intorno al I secolo d.C.. Questa ingente architettura, travalicando il solco vallivo del fiume Bormida, permetteva di far defluire l’acqua del torrente Erro all’interno della città, per alimentare oltre alle fontane pubbliche e private soprattutto le piscine dei complessi termali. Della sua originaria lunghezza di circa dieci chilometri rimangono quattro arcate intere di sei metri per quindici ed alcuni pilastri visibili dalla strada statale per Sassello.
Torna alle Città Italiche