COMMODO
L'imperatore Commodo (161-192 d.c.), figlio di Marco
Aurelio, nutriva una irrefrenabile passione per i giochi gladiatori, ai
quali lui stesso partecipava regolarmente. Uomo robusto e convinto di essere la
reincarnazione del mitico Ercole, si faceva ritrarre vestito di pelli di
leopardo e brandendo una clava. Nel Colosseo si confrontava anche con in
gladiatori, ma la sua vera passione era sterminare le belve. Si narra che una
volta uccise addirittura un leone a mani nude. Nell'arena, il suo divertimento
preferito era uccidere gli struzzi. Li ammazzava decapitandoli, colpendoli al
collo con delle speciali frecce dalla punta a mezzaluna.
Le sue decisioni politiche (che non discuteremo in questa sede) gli crearono
moltissimi nemici, i quali tentarono a più riprese di assassinarlo. Nel
dicembre 192 un tentativo di avvelenamento quasi riuscì. Commodo bevve un
bicchiere di vino drogato offertagli da una delle sue concubine, Marcia. Gli
avvelenatori avevano però sbagliato la dose, e Commodo sopravvisse. Lo scampato
si mise ad organizzare una terribile reazione, ma furono più veloci gli
attentatori (tra cui alcuni senatori), i quali assoldarono Narcisso, istruttore
ad una scuola per gladiatori, ed allenatore personale di Commodo. Quest'ultimo
raggiunse Commodo in bagno, lo afferrò per il collo e lo annegò nella vasca.
"Gli presi il collo con una mano sola, e strizzai. Facile come uccidere uno
struzzo" si vantò in seguito Narcisso.
Era il 31 dicembre 192 d.C. Marco Aurelio Commodo fu l'ultimo rappresentante
degli Antonini ad ascendere al livello più alto di potere. Desiderando un
Imperatore saggio e giusto, il popolo ed il senato acclameranno come nuovo
Augusto il senatore Publio Elvio Pertinace, da tutti riconosciuto come
persona integra.
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