COSTANTINO E LA CHIESA: CONCILIO DI TIRO
Costantino aveva fino allora favorito la chiesa cattolica contro i Donatisti e
gli Ariani; ma l'Arianeaimo non aveva disarmato, anzi era riuscito a penetrare
nella corte e a guadagnarsi il favore dell' imperatore. Costantino cercò di
ridare unità alla chiesa conciliando Cattolici ed Ariani, ma trovò un
grandissimo ostacolo nel battagliero Atanasio vescovo di Alessandria, che con la
sua opposizione fece schierare questa volta Costantino dalla parte ariana, la
quale diventò così potente che nel concilio di Tiro (335) fece condannare
Atanasio.
Era la vittoria dell'Arianesimo in Oriente e la sconfitta della politica
religiosa (a dire il vero molto ambigua, opportunistica) di Costantino, il
quale, anziché pacificare gli animi dei Cristiani, apriva, con il favorire la
parte che proprio lui prima aveva avversata, un periodo di nuove e più aspre
lotte in seno alla Chiesa.
Al nuovo Concilio cioè le cose non cambiarono, anzi peggiorarono, infatti
Costantino piu' che ascoltare i sacrilegi e le eresie che venivano elencate e le
dispute teologiche che si erano svolte già in un Concilio a Gerusalemme, ascoltò
le accuse politiche rivolte ad Atanasio. Accuse che definivano Atanasio un
perturbatore dello Stato.
Costantino voleva la pace, l'unita' politica, il vasto consenso, e visto che
Atanasio era un uomo di grande energia e passionalità tanto da sembrare un
ribelle (e proprio per questo dopo Gerusalemme ormai contava a Costantinopoli
poche simpatie nel numeroso partito teologico ariano che si era formato nel
Palazzo) preferì non giudicare ma ascoltare le pesanti accuse di carattere
politico che i vescovi rivolgevano ad Atanasio.
Non dimentichiamo che dei 300 vescovi che nel 325 a Nicea avevano condannato la
dottrina di Ario, era rimasto solo Atanasio (ortodosso) sulle sue posizioni,
mentre gli altri -tutti- avevano fatto atto di apostasia e accettarono,
rinnegando la sua tesi, pur di dar ragione all'imperatore.
A Costantino non era certo sfuggito il voltafaccia, ma lui era un uomo politico
non di chiesa, e guardava ai numeri del consenso politico e non alla sostanza
teologica. Infatti si lamentò proprio con Eusebio (ormai capo indiscusso degli
Ariani) affermando che i vescovi e quindi anche i colleghi di Eusebio, avevano
votato la sua tesi di condanna ad Atanasio "solo per piaggeria" e che
delle tesi giuste o sbagliate che fossero non gli importava proprio niente a
nessuno. (nel riportarci queste cose, Eusebio è forse onesto, ma un po'
ipocrita. In tutto il libro ci parla del concilio di Nicea e del sinodo di Tiro
senza mai nominare l'eretico Ario nè l'ortodosso Atanasio).
Di dispute ce ne saranno ancora e la Chiesa Orientale non riconoscerà mai il
primato di Roma; la prima si andrà distinguendosi sempre di più non solo
nelle usanze e nelle forme di culto differenti, ma farà dilagare in Oriente, la
cosiddetta CHIESA GRECA usata poi in occidente per indicare tutte le Chiese
Orientali, fra cui la ORTODOSSA in senso stretto, la ABISSINIA, la NESTORIANA,
la SIRIACA, la ARMENA, la COPTA. Tutte Chiese che si proclamarono poi tutte
"Chiese ortodosse". Tutte nate perchè non tollerarono il
"cesaropapismo" post-costantiniano .
Alla fine fra quella Cattolica e la Ortodossa conteremo 5 grandi correnti e 52
Chiese.
Torna a COSTANTINO