L'EDITTO DI NICOMEDIA
Nel 311 avviene un fatto di grande importanza: il 30 aprile, a
Nicomedia anche a nome di Costantino e di Licinio, Galerio pubblica un editto
con il quale si concede ai Cristiani, purché essi rispettino le leggi, libertà
di culto e la riedificazione delle chiese. È la prova del fallimento della
politica anticristiana. Le cose erano a tal punto che bisognava decretare lo
sterminio dei Cristiani o venire ad una riconciliazione. Le mezze misure
adottate fino allora non solo non avevano dato alcun risultato favorevole ai
persecutori, ma avevano indebolita la loro posizione specie dopo il fallimento
della costituzione di Diocleziano, l'avvento di tanti imperatori e il pericolo
di una guerra civile.
Contro il Cristianesimo, invece che la lotta a oltranza che avrebbe spopolato le
province d'Oriente, si preferì la conciliazione, ma vi rimasero estranei, anzi
contrari, Massimino e Massenzio.
Cinque giorni dopo, il 5 maggio del 311, moriva Galerio.
Parve allora che dovesse scoppiare una guerra civile tra Massimino e Licinio: il
primo, ritenendosi erede legittimo di Galerio, voleva che il collega lo
riconoscesse superiore, mentre il secondo desiderava aggiungere alla penisola
balcanica, di cui aveva il dominio, l'Asia Minore e il Ponto. Ma le ostilità
non ebbero luogo e tra i due Augusti si venne ad un accordo in virtù del quale
a Massimino rimasero le province d'Asia e l'Egitto, e a Licinio la penisola
balcanica.
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