CARAUSIO
Intanto le coste settentrionali della Gallia erano infestate dai pirati sassoni
e franchi. Massimiano diede l'incarico di abbattere la pirateria ad un suo
ufficiale, M. Aurelio Carausio, batavo di origine e buon conoscitore del
mare. Carausio, messosi al comando della flotta di Gessoriaco (Boulogne sur-mer),
aprì le ostilità contro i pirati. Ma il suo metodo di guerra non era tale da
poter ricevere l'approvazione dell'imperatore; anziché distruggere le navi
corsare egli si impadroniva del bottino che Franchi e Sassoni recavano, gran
parte del quale teneva per sé. Condannato perciò a morte da Massimiano,
Carausio si proclamò Augusto e con le prede e la flotta si recò nella
Britannia, sollevò in suo favore le legioni che qui risiedevano, ebbe presto
ragione delle poche truppe contrarie e, poi armate numerose milizie con gli
ausiliari e favorito dai Franchi e dai Sassoni, divenne il padrone della Manica
(287).
Contro il ribelle l'imperatore Massimiano mandò una flotta, ma questa non
riusci a resistere alla furia del mare e alla superiorità di Carausio;fu quasi
completamente di strutta (289).
Intanto le condizioni dell'Occidente si aggravavano. Nella Mauritania le
popolazioni indigene si ribellavano e il governatore Aurelio Litua era impotente
contro di loro, la Germania era in fermento per le lotte tra Goti, Vandali,
Gepidi e Borgognoni che avevano come sempre ripercussione sui confini; né più
rosee erano le condizioni dell' Oriente affidato a Diocleziano, con i Sarmati
che premevano sulla regione danubiana, i Saraceni invadevano la Siria ed infine
si ribellava pure Egitto. Diocleziano ebbe un abboccamento a Milano con il
collega e, per tener buono provvisoriamente Carausio in attesa di debellarlo, lo
riconobbe come capo della Britannia. Carausio si tenne pago del successo e fece
batter moneta in cui la sua immagine figurava accanto a quella dei "suoi
fratelli" Massimiano e Diocleziano.
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