GENGIS KHAN
Anche la data esatta della sua nascita
non è certa, nel 1155 secondo fonti persiane, nel 1162, 1167 o 1176 secondo
altre.
Temujin figlio di Yesughei, come consuetudine
tra i popoli della steppa, al nuovo nato era imposto un nome, che
rammentasse una gloriosa impresa appena compiuta dal genitore, il padre
aveva appena sconfitto due capi tartari, uno dei quali si chiamava Temujin.
Il bimbo crebbe forte e robusto, sveglio nella mente, quando ebbe nove anni
il padre ritenne giunto il momento di trovargli la futura sposa, come voleva
il costume mongolo i due si misero in viaggio per visitare i clan più
lontani, visitarono i Kin e furono ospiti di Dai Sescen capo dei Qongghirat,
la leggenda vuole che Temujin ospite di Dai Sescen s'innamoro della bella
figlia del capo Borte di dieci anni, più probabilmente ciò rientrava nella
politica unionista di Yesughei, il quale offri il proprio stallone nero al
capo, e lascio al campo Temujin perché lavorasse gratuitamente per un certo
numero d'anni per il futuro suocero, e fornisse prova di se prima del
matrimonio, sempre secondo il costume mongolo.
Gengis nell'anno della Tigre 1206, era il dominatore assoluto di tutto il
territorio abitato dai Mongoli, le popolazioni Tartare si riunirono a Gengis
Khan e gli conferirono il titolo d'Imperatore.
Durante questa grand'assemblea, furono poste le basi del futuro stato
mongolo, fu riorganizzato l'esercito, fu imposta una legislazione fiscale,
istituito una rete postale di stato e creata anche un'organizzazione
burocratica, composta prevalentemente di (Uiguri) un popolo di cultura
superiore, abitante il Sinkiang settentrionale, arresosi senza resistenza al
conquistatore mongolo.
Temujin impose ai suoi parenti, agli ufficiali dell'esercito, ai dignitari
di corte d'imparare a leggere e scrivere nel linguaggio degli Uiguri, che
divenne la lingua ufficiale del nascente impero.
Creata la struttura dello stato, il sovrano mongolo diede inizio alla grande
stagione delle conquiste, in quindici anni di guerra, sottomise il regno dei
Si Hisa (1205-1209), devastò quello dei Kin (1211-1215) occupando Pechino
la capitale, attaccò la Corasmia spingendosi fino all'estremo occidente
(1219-1223).
Alla sua morte avvenuta il 18 agosto 1227, l'impero fu diviso tra i suoi
quattro figli: Giutsci, Giagatai, Ogodei e Tului.
i quattro regni mongoli
Ogodei dopo aver vinto l'opposizione dei
fratelli, divenne nel 1229 Gran Khan, il terzogenito del "flagello di
Dio" appena giunto al potere riorganizzò l'esercito, completando la
conquista della Cina centro-settentrionale e della Persia.
Decise una nuova spedizione verso occidente nel 1235, affidando il comando
al nipote Batu, travolgendo i Cumani, i Bulgari, gli Ungheresi e i Polacchi.
Batu si ritirò nei territori "dell'Orda d'Oro".
Morto Guyuk successore d'Ogedei nel 1248, sali al trono Mongha (1251-1259),
che dopo aver delegato ai fratelli Qubilai
(gran khan dal 1260 al 1294) e Hulagu i problemi militari, si occupò
dell'organizzazione amministrativa del grande impero.
Mentre Hulagu conquistava la Persia, fondando il regno degli Ilkhan, Qubilai
"amministratore militare e civile dei territori cinesi a sud del Gobi,
attaccò nel 1258 il regno dei Sung sottomettendolo definitivamente 19 anni
più tardi.
Dopo tale vittoria l'erede di Gengis, trasferiva la sua capitale a Pechino
nel 1260, e dopo alcuni fallimenti di conquista verso l'arcipelago
giapponese, si dedico interamente all'organizzazione politica e militare
delle vaste terre cinesi.
La Cina fu divisa in dodici province, e la popolazione in quattro classi:
Mongoli (dignitari e possessori terrieri esenti da ogni tassa), asiatici
continentali (turchi ed europei addetti all'amministrazione ed al
commercio), cinesi del nord e coreani (piccola borghesia), cinesi sung
(barbari privi d'ogni diritto ed esclusi dal commercio).
Subito dopo la morte di Qubilai avvenuta nel 1294, comparvero i primi segni
di decadenza nel grande impero, le province dell'Asia centrale ed
occidentale da un lato, quelle russe dall'altro, cominciarono a distaccarsi
dal governo centrale di Pechino.
Nel 1368 il movimento unitario cinese, nato dal malcontento della
popolazione rurale, guidato da un monaco buddista (Tsiu Yuan-tsciang)
fondatore della dinastia Ming, costrinse l'ultimo imperatore tartaro
Toghan-Temur, a fuggire in Mongolia.
La dominazione Mongolo-Tartara era finita e il vastissimo impero di Gengis
Khan definitivamente diviso.
Gengis Khan a differenza di Maometto, non portò la guerra nel mondo per
motivi religiosi, né come Alessandro, Giulio Cesare, o Carlo Magno per
motivi personali o politici, ma per necessità. Si cercavano nuovi pascoli
per la sopravvivenza del suo popolo, per questo si servi della guerra che
condusse con determinazione, inflessibilità, crudeltà e violenza.
Torna ai personaggi