LUCULLO    

Lucullo naque nel 106 a.C. da una famiglia aristocratica, ma povera e soprattutto malfamata. Nonostante le pessime voci che giravano sui suoi parenti stretti egli non si comportò, almeno in gioventù, in maniera particolarmente riprovevole. Lucullo si dimostrò colto, intelligente e soprattutto motivato da una sfrenata ambizione. Diventò un preferito di Silla, e come suo luogotenente avanzò rapidamente di grado, sfruttando il debole che il suo protettore nutriva per lui. Quando Silla morì, portando con sè la sua protezione, Lucullo intrecciò una relazione con una potente donna, Precia, la quale riuscì a farlo nominare proconsole della Cicilia. 

Durante il suo proconsolato sfruttò il suo potere per arricchirsi a dismisura, cosa riprovevole ma alquanto comune. Lucullo di dimostrò un buon condottiero militare, guidando, a partire dal 74, i suoi legionari contro le forze di Mitridate, re del Ponto, che sconfisse più volte nell'arco di otto anni di guerra. Conquistò Cabira e Misio nel 72 e condusse anche una spedizione vittoriosa in Armenia. Mancava però di senso della misura, e portò ad un ammutinamento le sue truppe, troppo affaticate e provate dall'esagerato ritmo di combattimenti che Lucullo gli imponeva.

Deposto, tornò a Roma dove intendeva darsi alla vita pubblica, cioè alla politica. Il suo sogno politico durò poco, soprattutto perchè detestato da Cesare che nei comizi lo affrontava con durezza, chiamandolo apertamente ladro e corrotto, accusandolo di concussione e minacciandolo pesantemente. Si dice che Lucullo fu così terrorizzato da cadere in ginocchio implorando pietà e giurando che si sarebbe ritirato per sempre a vita privata.

Così fece, godendosi quella sterminata fortuna che aveva racimolato durante il suo proconsolato. Sfoggiò la sua ricchezza in modo quasi insolente. Comprò varie ville lussuose, e si diede alla coltivazione di piante fino ad allora sconosciute, come il ciliegio, che faceva importare anche da terre lontane. Era inoltre famoso per i meravigliosi banchetti che teneva nella sua villa romana.

Un curioso aneddoto: una notte Cicerone scommise con Lucullo che se fossero andati a casa sua senza avvertire i cuochi si sarebbero trovati di fronte un pasto semplice e frugale, questo per dimostrare che Lucullo era in realtà avaro, e quindi ipocrita. Lucullo accettò la scommessa di buon grado e mandò (con il permesso dei presenti) dei messaggeri ad avvisare i suoi servi di apparecchiare per tutti nella sala di Apollo. Era un trucco molto astuto, in quanto la sala di Apollo era riservata per i banchetti in onore di ospiti importanti. I servi afferrarono il messaggio e si organizzarono. Quando arrivarono Cicerone e tutti gli altri ospiti, che includevano certamente i VIP di Roma, trovarono pronto un pranzo come pochi ne avevano visti in vita loro.

Lucullo visse nel lusso più sfrenato fino alla sua morte, nel 57 a.c., avvenuta probabilmente per una 'overdose' di quelle droghe, pozioni, e filtri d'amore ai quali era assuefatto e che un liberto gli somministrava giornalmente.



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