OSTIA
Ostia trae il suo nome da Ostium, bocca del fiume. E' qui, infatti, che un tempo il tevere terminava il suo corso prima di buttarsi nel mar Tirreno, un tempo molto più vicino. Un'inondazione verificatasi nel 1575, poi, cambiò anche il corso del fiume sacro ai romani, che da quel momento si è incurvato verso nord, spostando il suo corso di circa due chilometri.
La leggenda fa risalire la fondazione della città, prima colonia dei romani e primo porto fluviale in Italia, al quarto re di Roma, il sabino Anco Marzio. La tradizione non è però suffragata dalle ricerche archeologiche, che hanno rilevato una cittadella fortificata, il castrum, risalente al IV secolo a.C. |
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In ogni caso, ritrovamenti di materiali datati all'età del borzo recente e finale (XIII-X secolo a.C.) nel territorio di Ostia e dell'attuale Acilia (antica Ficana), testimoniano come la zona della foce del Tevere fosse abitata in tempi remoti. E' certo, comunque, il ruolo di primo piano che Ostia ha ricoperto nella storia di Roma dal punto di vista logistico e militare. |
Porta del Tevere, per molti secoli via di comunicazione primaria, e porta del Tirreno, che ha sempre avuto un'importanza fondamentale per la politica commerciale e militare romana.
E' proprio la sua caratteristica di città commerciale e di raccordo tra importantissime vie di comunicazione (Tevere e Tirreno) con la capitale del mondo antico, ha fatto sì che Ostia, inizialmente al pari e forse anche più della stessa Roma, fosse una città cosmopolita, dove al suo interno convivevano razze e culture differenti. I suoi abitanti erano, a seconda della professione, raggruppati in sodalizi, con lingue e religioni differenti. Ne sono testimonianza i templi dedicati oltre che a divinità locali, a Mitra (persiana), Cibele (frigia), Iside (egiziana). Recente è anche la scoperta di una sinagoga. Nel secondo secolo a.C. si comincio ad edificare fuori dal castrum, e dopo che Mario la saccheggiò durante la guerra civile, Ostia fu dotata da Silla di ampie mura, per consentire un maggiore e più florido sviluppo. Il vero porto di Ostia fu quello costruito da Claudio, nei pressi dell'attuale aeroporto internazione di Fiumicino, più tardi ampliato da Traiano con lo splendido bacino esagonale scavato nel retroterra. Ostia fu quindi il centro di smistamento dei beni commerciali diretti a Roma, e la città crebbe in ricchezza e prestigio, fino a toccare il culmine con la ristrutturazione urbanistica di Adriano, quando contava oltre 100000 abitanti. Dopo l'autonomia amministrativa concessa da Costantino, Ostia inizia il suo declino, parallelo alla rovina di Roma, subisce le incursioni dei Visigoti di Alarico e dopo un momentaneo risveglio sotto il regno di Teodorico, le sorti negative di Roma e le incursioni barbariche portarono al suo abbandono.
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Rimasero soltanto le imponenti rovine, ben presto interrate. Gregorio IV, nel IX secolo d.C., costruì un centro abitato, chiamato Gregoriopoli, nel luogo dove il Tevere effettuava un ampia curva prima di gettarsi nel Tirreno. |
Una posizione strategicamente molto importante, che nei secoli successivi porto alla costruzione della torre cilindrica ad opera di Martino V e successivamente al bellissimo castello di Giulio II (XV secolo), uno dei primi esempi di architettura militare moderna. Intanto, dell'antica Ostia, totalmente interrate, si erano perse le tracce. L'unica costruzione che rimase sempre visibile fu il Capitolium, tasformato in ovile e chiamato "la casa rossa", in virtù dei suoi laterizi. Gli scavi di Ostia Antica inziarono ad inizio del 1800, sotto Pio VII, proseguirono con Pio IX e nel 1909, con il Vaglieri prima e Paribeni e Calza poi, iniziarono in maniera continuativa e con metodo scientifico. Oggi si scava ancora, ma molto è già stato fatto, e l'antica Ostia riappare agli occhi del visitatore moderno. E', probabilmente dopo Pompei, il miglior esempio di città di epoca romana giunto fino a noi.
GLI SCAVI
1. | Ingresso agli Scavi di Ostia | 63. | Insula dei Dipinti |
2. | Necropoli di Porta Romana sulla Via Ostiense | 64. | Casa dei Dolii |
3. | Porta Romana e Cinta Sillana | 65. | Cardo Massimo |
4. | Piazzale della Vittoria | 66. | Caseggiato dei Misuratori del Grano |
5. | Magazzini Repubblicani | 67. | Via Tecta |
6. | Terme dei Cisiarii | 68. | Piccolo Mercato |
7. | Horrea | 69. | Curia |
8. | Sabazeo | 70. | Caseggiato del Larario |
9. | Terme di Nettuno | 71. | Domus del Tempio Rotondo |
10. | Caserma dei Vigili | 72. | Basilica |
11. | Insula del Soffitto Dipinto | 73. | Tempio Rotondo |
13. | Caupona di Fortunato | 74. | Tempio Collegiale |
14. | Memoria Cristiana | 75. | Domus di Giove Fulminatore |
15. | Horrea di Hortensius | 76. | Terme |
16. | Horrea dell'Artemide | 77. | Insula del Sacello di Iside |
17. | Porticato degli Archi Trionfali | 78. | Macellum |
18. | Teatro | 79. | Taberna dei Pescivendoli |
19. | Foro delle Corporazioni | 80. | Insula del Dioniso |
20. | Schola dell'Ara della Lupa | 81. | Insula dell'Aquila |
21. | Domus di Apuleius | 82. | Mitreo delle Sette Porte |
22. | Quattro Tempietti Repubblicani | 83. | Terme delle Sei Colonne |
23. | Mitreo delle Sette Sfere | 84. | Schola del Traiano |
24. | Grandi Horrea | 85. | Angiportico delle Tabernae Finestrate |
25. | Tempio Collegiale | 86. | Portico della Fontana a Lucerna |
26. | Augustali | 87. | Caupona di Alexander Helix |
27. | Fullonica | 88. | Porta Marina |
28. | Tempio della Bona Dea | 89. | Monumento Sepolcrale |
29. | Mitreo di Felicissimo | 90. | Santuario della Bona Dea |
30. | Mitreo dei Serpenti | 91. | Domus Fulminata |
31. | Caseggiato del Sole | 92. | Tomba di Cartilio Poplicola |
32. | Terme | 93. | Terme della Marciana |
33. | Insula dell'Invidioso | 94. | Sinagoga |
34. | Domus della Fortuna Annonaria | 95. | Domus |
35. | Terme | 96. | Domus del Ninfeo |
36. | Molini | 97. | Domus dei Dioscuri |
37. | Domus della Medusa | 98. | Insula del Graffito |
38. | Porta Laurentina | 99. | Insula delle Pareti Gialle |
39. | Tempio di Bellona | 100. | Insula delle Muse |
40. | Schola degli Hastiferi | 101. | Insula delle Volte Dipinte |
41. | Tempio della Magna Mater | 102. | Case Giardino |
42. | Mitreo degli Animali | 103. | Terme Marittime |
43. | Terme di Faro | 104. | Domus di Marte |
44. | Caseggiato dell'Ercole Bambino | 105. | Tempio di Fabbri Navali |
45. | Fullonica | 106. | Basilica Cristiana |
46. | Caupona del Pavone | 107. | Casa del Mosaico del Porto |
47. | Domus dei Pesci | 108. | Casa del Serapide |
48. | Domus delle Colonne | 109. | Terme dei Sette Sapienti |
49. | Ninfeo degli Eroti | 110. | Casa degli Aurighi |
50. | Terme del Foro | 111. | Sacello delle Tre Navate |
51. | Forica | 112. | Casa di Annio |
52. | Caseggiato dei Triclini | 113. | Terme della Trinacria |
53. | Tempio di Roma e Augusto | 114. | Caseggiato di Bacco e Arianna |
54. | Capitolium | 115. | Mitreo del Palazzo Imperiale |
55. | Thermopolium | 116. | Terme del Palazzo Imperiale |
56. | Porta e Mura del Castrum | 117. | Mercati Traianei |
57. | Caseggiato del Molino | 118. | Horrea dei Mensores |
58. | Sacello del Silvano | 119. | Aula dei Mensores |
59. | Casa di Diana | 120. | Terme del Mitra |
60. | Mitreo di Lucrezio Menandro | 121. | Area Sacra dei Templi Repubblicani |
61. | Insula di Giove e Ganimede | 122. | Domus di Amore e Psiche |
62. | Insula di Bacco Fanciullo | 123. | Terme di Buticosus |
124. | Horrea Epagathiana ed Epafroditiana |
Necropoli della Via Ostiense
Per arrivare agli
scavi si percorre Via dei Romagnoli, che da un viale all'altezza del castello di
Giulio II, porta alla biglietteria. Entrando nell'area archeologica, la prima
cosa che possiamo vedere è la via Ostiense, principale arteria di collegamento
tra l' antica Roma e Ostia, lungo la quale si estende un breve tratto
dell'antica necropoli. Le tombe, infatti, vennero costruite all'esterno
della centro abitato, nel rispetto di antiche norme e tutte nel lato
meridionale, per lasciare libera la fascia di terreno vicino al Tevere,
considerata suolo pubblico adibito allo svolgimento delle attività connesse al
porto fluviale. Nel tempo la necropoli continuò ad estendersi verso sud, ai
lati di una via interna; nell'età imperiale con l'aumentare delle tombe, si
rese necessaria la pavimentazione di un'altra via parallela a via Ostiense, che
fu denominata "via dei Sepolcri".
La via Ostiense
I sepolcri a colombaio
I sepolcri a camera |
Il logorio dovuto al passare del tempo e all'attività clandestina, di chi nei secoli è passato di qui, alla ricerca di qualche tesoro, è evidente osservando i resti delle tombe che un tempo venivano ornate da preziose decorazioni. Qui possiamo trovare diversi tipi di sepolture e di sepolcri che si avvicendarono nel tempo: inizialmente prevalse il rito dell'incinerazione, i sepolcri costituiti da recinti a cielo aperto o da monumenti tipo altari; cominciò poi a diffondersi l'inumazione e per l'incinerazione si svilupparono nuovi sepolcri a colombaio, dove nelle nicchie ricavate sulle pareti venivano riposte le olle (contenitori di terracotta per le ceneri); si afferma definitivamente l'inumazione e quindi le tombe si trasformano in camere contenenti sarcofagi di marmo o terracotta, di cui si possono trovare alcuni frammenti vicino le mura della città (cinta sillana). Il sepolcro più interessante è la Tomba di Ermogene, impiantata su una costruzione precedente. Si trattava di un'appartenente all'ordine equestre, che per l'attività svolta all'interno della città, meritò un funerale a spese pubbliche e gli fu donata una statua equestre nel foro. Lungo la via dei sepolcri tre sono le tombe da segnalare: |
1. Tomba n. 17 detta degli "archetti", un colombario, nota per la decorazione della muratura esterna posteriore. 2. Tomba n. 20 detta "colombari gemelli", perchè si tratta di due edifici uguali, con un ambiente rettangolare in comune, al centro, utilizzato per la cremazione. 3. Sarcofago di Carminio Partenopeo, di un personaggio di rango equestre, che fu anche capo della corporazione dei costruttori.
Porta Romana e Cinta Sillana
Lasciando la necropoli alle nostre spalle, i resti che ci troviamo di fronte, sono le mura repubblicane e i resti della Porta Romana (porta attraverso la quale la via ostiense entrava nella città); poco prima delle mura c'è il basamento della Salus Augusta, dedicata alla salute dell'imperatore, da un membro della famiglia degli Acilii, una delle più antiche ed importanti di Ostia. Le mura dette anche cinta sillana, perchè in un primo momento fatte risalire all'età sillana, appunto, datate tra l'82 e il 79 a.C., circondavano la città per circa 1800 metri, lasciando libero solo il lato settentrionale, bagnato dal Tevere. Da studi recenti è stata proposta una datazione più bassa per ciò che riguarda la loro edificazione.Nel corpo delle mura si apre la Porta Romana, fiancheggiata da due torri; i pilastri che ne rappresentavano gli stipidi, recano i solchi dove veniva fatta scorrere la saracinesca. I resti della porta si trovano ad un livello inferiore rispetto al livello della via Ostiense. Sono state ritrovate delle iscrizioni, sulle quali è riportata la storia edilizia della porta e delle mura stesse: deliberate dal Senato e dal popolo romano, le mura vennero iniziate da Cicerone (63 a.C.) e completate da Clodio Pulcro. Oltrepassando la porta ci troviamo di fronte uno spazio detto Piazzale della Minerva; qui, infatti, venne trovata una statua di Minerva alata.
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Secondo recenti studi, durante antichi restauri alle mura e alla porta Romana (documentati dalle iscrizioni sopra dette), la Minerva alata venne riutilizzata per ornare il frontale della porta. Procedendo nel piazzale, troviamo resti di un ninfeo (una grande vasca), utilizzato come abbeveratoio per i cavalli, che consentiva la sosta dei cisiarii (carrettieri che provvedevano anche al collegamento tra Ostia e Roma). Gli edifici che si vedono (sempre nel piazzale), sono i magazzini repubblicani, di cui ora è difficile ricostruire la pianta originale a causa delle trasformazioni subite con i vari lavori effettuati nel corso dei secoli. Inizialmente (I sec. a.C.) il complesso aveva una notevole importanza nell'attività del porto fluviale, ma nel corso dell'età imperiale tutto venne trasformato e modificato; furono costruiti altri edifici tra cui le Terme dei cisiarii. |
Terme dei Cisiarii
Questo complesso termale, probabilmente appartenuto alla Corporazione dei Cisiarii, fu edificato sui resti di precedenti magazzini; risale al periodo che va dalla fine del I secolo all'inizio del II secolo d.C.. Lungo il lato orientale sono distribuiti i servizi, mentre al centro ci sono due vani riscaldati, con pavimenti adorni di mosaici. Qui possiamo ammirare il mosaico quadrangolare del frigidario, anche se grossolanamente restaurato nel III secolo. Riproduce due cinte murarie, tra le quali si svolgono scene a tema marino o tratte dalle attività tipiche dei Cisiarii; questi ultimi svolgevano i loro servizi sia con la cisium, carrozza a due ruote per il servizio passeggeri, sia con la carruca, a quattro ruote per il trasporto di merci e bagagli. Sono riportate anche scritte scherzose sui nomi dei muli. Dalle terme, percorriamo il Decumano Massimo, la strada che divide in due parti quasi uguali la città, larga tanto da consentire che il traffico scorresse nei due sensi di marcia. Continuando sulla stessa strada, si arriva alla Porta detta Marina, presso l'antica spiaggia. Qui possiamo ammirare un Sacello, uno dei mosaici policromi più antichi dell'età imperiale, realizzato in un periodo in cui a Ostia e Roma ancora prevaleva la tecnica delle tessere bianche e nere. Più avanti sulla destra, il Portico del Tetto Spiovente, lungo più di cento metri, dietro al quale oltre a botteghe, c'è un complesso di magazzini (horrea), i più grandi della città, che si caratterizzano per le celle con pavimenti sospesi su pilastrini per consentire una migliore conservazione del grano senza umidità.
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Domus
di Apuleius |
Quattro
Tempietti Repubblicani |
Mitreo
delle Sette Sfere |
Caserma dei Vigili
Rimanendo su via della Fontana per poi girare su via della Palestra, possiamo arrivare alla Caserma dei Vigili. Costruita intorno al 90 d.C., l'attuale stato è dovuto ad una ristrutturazione nel periodo di Adriano; l'edificio ospitava il corpo dei vigili del fuoco impegnati a spegnere i numerosi incendi che danneggiavano non solo le case, ma soprattutto i magazzini di grano. Solo alla fine del I sec. d.C. fu organizzato un distaccamento stabile, comandato da un tributo, costituito da 400 vigiles. L'edificio in origine era di almeno due piani, costituito da un cortile porticato sul quale si aprono le stanze. All'interno un cortile, nel quale nel 207 d.C. fu ricavato l'augusteo, per il culto delle famiglie imperiali. Sul pavimento un mosaico in bianco e nero che rappresenta una scena di sacrificio di un toro. All'interno dell'ingresso principale c'è una latrina costituita dai caratteristici sedili di marmo, mentre all'esterno su via dei Vigili si conservano due mosaici con raffigurazione di crateri. Tornando a percorrere il decumano, si incontra l'Oratorio cristiano, uno dei pochi edifici cristiani conosciuti ad Ostia, onora la memoria dei martiri cristiani della comunità ostiense (III secolo d.C.) tra cui S. Aurea, alla quale fu dedicata la basilica eretta nella necropoli della Via Ostiense e sorta sopra la sua tomba (attuale chiesa di Ostia Antica). Su di un muro è sistemato un sarcofago, raffigurante Orfeo che suona la lira e recante un'iscrizione funeraria: "qui dorme in pace Quiriaco"; si ipotizza possa trattarsi del vescovo di Ostia, ma non se ne ha la certezza.
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Horrea di Ortensio
La più antica struttura di immagazzinamento di Ostia,
fa parte di un gruppo di magazzini (Horrea dell'Artemide)
ed è il più antico (I sec. a.C.); il piano su cui
poggia è più basso rispetto agli altri perché è il
piano stradale repubblicano. Il complesso presenta un
cortile rettangolare circondato da colonne di tufo e
muri in opera reticolata; nel corso dei secoli subì
diversi restauri e modifiche. Sul lato destro del
colonnato fu costruito un sacello, in onore di una
divinità non ben identificata, forse visto il mosaico
che decora il pavimento (raffigurazione di un disco con
raggi) il dio sole. Gli Horrea Artemide si
compongono anche di un notevole deposito di dolii,
serviti a conservare vini od oli.
Tornando sul Decumano, in corrispondenza dell'ingresso del teatro, possiamo vedere i resti di tre piloni laterizi, di un Arco onorario (216 d.C.), in onore dell'imperatore Caracalla. Questo è lo scenario in cui avvenne il martirio di S. Aurea e di altri cristiani. |
Teatro
Edificato nel 12 a.C. sotto Augusto, tra le strutture più antiche in muratura,
con larghi tratti di muri in opera reticolata. Venne ristrutturato nel 196 d.C.,
perché a causa della popolazione in continua crescita, dovette essere ampliato,
arrivando ad una capienza di 3500-4000 posti; venne anche abbellito ed
impreziosito l'ingresso centrale (1) con stucchi. Si può vedere un portico,
all'esterno, dentro il quale ci sono una serie di botteghe e delle scale, che
portano alla cavea (2). Una particolarità di questa struttura, mai trovata in
altri teatri antichi, è che l'ingresso principale porti direttamente
all'orchestra (altri accessi: due passaggi laterali). La cavea è molto
ampia, ricostruita per la maggior parte, in origine creata con tre ordini di
posti, dei quali se ne sono conservati solo due. Le tre file di gradini marmorei
vicino all'orchestra erano posti d'onore per personaggi importanti. L'orchestra
(3), ampliata in un secondo momento, per far fronte alla moda della tarda età
imperiale, dei giochi acquatici, è isolata dalla cavea tramite un parapetto
marmoreo. L'acqua arrivava tramite il passaggio centrale da due cisterne
ricavate dalle botteghe sotto il portico. Il teatro subì altri ristrutturazioni
nel tempo, documentate da vari resti; nella prima metà del nostro secolo venne
riportato alla luce e da allora utilizzato per spettacoli classici nelle sere di
estate.
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Il Teatro |
Foro
delle Corporazioni
Alle spalle del teatro, troviamo un complesso molto singolare, che non è
presente in nessun altra città romana: il foro, un portico quadrangolare, con
due file di colonne di tipo dorico. Inizialmente, in età augustea, venne
progettato con muri in opera reticolata, in funzione del teatro; sarebbe
stato utilizzato come riparo dalle intemperie o come spazio per passeggiare.
Con l'imperatore Claudio, divenne un vero e proprio portico con le colonne ed
in età adrianea, con altre opere di restauro, tra cui innalzamento del
pavimento di circa 40 centimetri ed inserimento di un'altra fila di colonne,
si formò il doppio porticato. Dalla metà del II sec. d.C. fino all'età
severiana, c'è stato un graduale abbellimento con l'inserimento dei mosaici,
che raccontano i vari traffici presenti sul Mediterraneo e i tipi di attività
esercitate dalle corporazioni (i mosaici che noi vediamo oggi non rispettano
sempre il disegno originale, a causa di restauri eseguiti grossolanamente nel
corso dei secoli). Nel III sec. d.C. la navata venne divisa in 50 stationes
(stanze), che venivano utilizzate dai negozianti e dagli imprenditori, come
uffici di rappresentanza per pubblicizzare le loro attività (più avanti nel
corso delle tante ristrutturazioni l'area della navata venne ingrandita e le
stationes divennero 64). Il piazzale vero e proprio è adorno di statue ed al
centro c'è un tempio della fine del I sec. d.C., eretto forse in onore di
Cerere (divinità delle messi e dell'abbondanza), ma non ci sono prove certe;
alla fine di una contrattazione, se l'affare andava a buon fine, i mercanti
facevano un'offerta alla divinità. Nel lato occidentale del portico,
nell'ultimo ambiente, si conserva il calco dell'altare su cui sono raffigurate
immagini relative alle origini di Roma.
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Lato del portico |
Il foro |
Uno dei mosaici del foro |
Terme del Foro
Del II sec. d.C., le più grandi, per dimensioni e le più sontuose, subirono molti restauri nel tardo impero. Anche se l'impianto può lasciarlo pensare, non è una struttura pubblica. E' formata da una palestra trapezoidale pavimentata da mosaici, con laconicum (bagni a vapore) di forma ellittica e calidarium (bagni ad acqua calda); era illuminata da grandi finestroni.Una particolarità è dovuta alla disposizione dei vani riscaldati, che sono si orientati a sud come nelle altre terme, ma non sono allineate in modo rettilineo, bensì formano delle sporgenze, in modo da poter essere riscaldate dai raggi del sole in modo uniforme.
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Tempio di Roma e Augusto
Costruito nel I sec. d.C., restano visibili le fondazioni del podio e un frontone marmoreo, ricostruito mettendo insieme dei frammenti, tra i quali molto importante la statua di Vittoria.
Un'altra statua ritrovata in fondo al tempio (al posto originario) è quella della dea Roma, raffigurata con un piede sul globo terrestre a rappresentare il dominio di Roma sul mondo. |
Tempio dei Fabbri Navali
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Basilica Cristiana Pianta irregolare, divisa su due lunghe navate, è stata edificata nel IV sec. d.C.. Nella navata di sinistra, su di un'architrave è possibile vedere un'iscrizione dei nomi dei quattro fiumi del paradiso terrestre. Anche se in passato venne identificata come una basilica cristiana, in seguito a nuove iscrizioni ritrovate, oggi si pensa possa trattarsi o di una sede di sette eretiche o anche di una scuola per catecumeni.
Casa del Serapide Di età adrianea, prende il nome da una raffigurazione di Serapide, nel cortile; quest'ultimo ambiente ha pilastri che si estendono fino al soffitto, intorno ci sono delle tabernae; al piano superiore, forse, c'erano gli appartamenti.
Terme dei Sette Sapienti Forse di età adrianea, si accede, a sinistra, in una grande sala circolare (frigidarium), anticamente coperta con una cupola. Il pavimento in questa sala è costituito da un mosaico, rappresentante scene di caccia o motivi vegetali. Un arco introduce nel vestibolo (prima di essere inglobato nelle terme, era una taverna), dove sono ben conservati degli affreschi dei sette sapienti, con i relativi nomi e consigli scherzosi per il buon funzionamento dell'intestino. Sul lato opposto un laconicum e un calidarium; un secondo frididarium con una vasca, arricchita da affreschi che riproducono Venere mentre esce da un mare ricco di pesci.
Casa degli Aurighi Edificata nel 140 d.C., con il cortile ad arcate circondato da un corridoio, sul quale affacciano le varie stanze; è tra le rovine meglio conservate in altezza (sono visibili tre piani). Prende il nome da due quadri, rappresentanti aurighi sulle bighe, che si trovano nel lato nord del corridoio. Molto fini le pitture delle varie stanze, che raffigurano amorini, scene di caccia o nature morte. Sull'utilizzo dell'edificio ci sono due ipotesi: veniva affittata ad inquilini diversi; era la sede di qualche corporazione sportiva.
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Caseggiato di Bacco e Arianna
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Thermopolium
E' uno degli edifici più suggestivi della città: una locanda di età adrianea.
Da Via di Diana un passaggio coperto introduce in un cortile fiancheggiato da
tabernae. La facciata della locanda, che da su Via di Diana, mostra
balconate al primo piano, con archi che poggiano sulle mensole di
travertino (tecnica che prenderà piede nel medioevo); qui gli antichi ostiensi
si intrattenevano al fresco delle serate estive. Più avanti ci sono i tre
ingressi della locanda, ricavata nel III secolo d.C., da locali precedenti.
All'interno ci sono tre vani, quello di mezzo è il principale. Prima di entrare
nel locale centrale c'è un bancone a tre piani, dove venivano poggiati i cibi e
le bevande, per i clienti che andavano di fretta; sotto il bancone una vaschetta
per lavare le stoviglie.
La sala interna, arricchita da affreschi, contiene un altro bancone per l'esposizione delle vivande, sopra esso un dipinto di natura morta. A destra la cucina, con un fornello e un dolio, dove tenevano in fresco acqua e vino; a sinistra una sala non ben identificata; dietro un cortile con una fontanella e i sedili in muratura per gli ospiti. |
Interno della locanda |
Porta
e mura del Castrum
Della fine del IV sec. a.C., le mura del castrum furono costruite con grossi
blocchi di tufo, con una porta su ogni lato. Il castrum, di forma
rettangolare, tagliato in quattro parti uguali, dalle due strade principali
(Decumano Massimo e Cardo Massimo). Al centro, dove ora c'è il Capitolium,
ancora sono visibili resti del basolato del vecchio Cardo. Questa
"cittadella fortificata", nacque per difendere la foce del Tevere,
ma ben presto venne attorniata dall'abitato che si andava pian piano
sviluppando; tra il II e I sec. a.C. cominciarono a nascere, anche costruzioni
di carattere commerciale e domus signorili.
Caseggiato
del Molino
Edifici costruiti intorno al 120 d.C., costituiti da ambienti selciati;
troviamo, ancora, ben conservate macine in pietra lavica (in basso forma
conica, in alto, un elemento mobile detto catillus). Le macine venivano
utilizzate, facendo ruotare la parte alta, tramite una leva mossa da schiavi o
muli a cui venivano bendati gli occhi per evitare i giramenti di testa.
Alcuni ambienti sono occupati da tazze cilindriche con due fori, che erano utilizzati per impastare le farine; in un altro, invece, troviamo due forni per la cottura del pane. Il mestiere del panettiere (pistor) era molto diffuso, tanto da formare una corporazione detta dei pistores. Il pane di Ostia veniva portato a Roma per essere distribuito gratuitamente al popolo, oppure venduto a prezzo politico, fino a quando nel III sec. d.C. i panettiere ostiensi rivendicarono gli stessi diritti dei panettieri romani. |
Edificio dei Molini |
Casa
di Diana
Del 130-140 d.C., tipica insulae formata da appartamenti (cenacula), che il
proprietario affittava; questo tipo di case si sviluppò con la nascita del
porto traianeo, che fece aumentare notevolmente la popolazione. A differenza
dello stesso tipo di case, costruite a Pompei, che si sviluppavano in larghezza,
occupando tantissimo spazio, le insulae ostiensi si sviluppavano in altezza. La
casa di Diana, infatti, raggiungeva un'altezza di circa 20 metri ed era di 3 o 4
piani. Un'altra particolarità è che, oltre a prendere la luce, dal cortile
interno, riusciva a prendere luce esterna tramite i balconi finestrati.
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Al piano terra, appena si entra sulla destra, vediamo un locale una volta adibito a latrina; ci sono, poi, le tabernae con i mezzanini, ovvero gli ambienti dove vivevano i negozianti o le classi basse del popolo; tramite delle scale si arriva ai piani superiori, dove si trovano confortevoli appartamenti, utilizzati dal ceto medio, arricchiti da balconate. |
La casa prende il nome da un dipinto di Diana Cacciatrice, che si trova su una tavoletta di terracotta su una parete dell'edificio.
Terme
del Mitra
Area
Sacra dei Templi Repubblicani |
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Il culto di Hercules, continuò anche in età imperiale e dopo il diffondersi del Cristianesimo, come si è potuto riscontrare, da alcune iscrizioni e da un restauro da parte delle autorità pubbliche di Roma, del IV sec. d.C.. |
Tempio di Ercole |
Domus
di Amore e Psiche
Terme di Buticosus Di età traianea, prendono il nome da un mosaico, che ritrae un bagnino, Buticosus, appunto, rivestimento dell'ambiente che precede il laconicum. Nel calidarium, tra i tanti spicca un bel mosaico raffigurante scene di divinità marine.
Horrea Epagathiana ed Epafroditiana Della seconda metà del II secolo d.C., questo edificio fu adibito a magazzino, dai due proprietari (da cui prende il nome). Epagathio e Epafroditio erano due liberti, probabilmente di origine orientale, arricchitisi con il commercio; si è potuto risalire ai loro nomi, grazie alle iscrizioni trovate sopra l'ingresso principale. |
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Horrea Epagathiana ed Epafroditiana |
Vista la presenza di due porte di ingresso e due nel cortile interno, probabilmente questo complesso era deposito di merce preziosa, come stoffe per esempio. All'interno c'e un cortile, il cui pavimento è decorato a mosaico, raffigurante figure geometriche, una tigre ed una pantera; il piano terra è occupato da 16 ambienti (sicuramente depositi); sull'utilizzo del primo e secondo piano non si sa stabilire se si trattasse dell'abitazione dei proprietari, o sempre di ambienti adibiti a magazzino. |
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