POLLENTIA

 

L’antica Pollenzo, la città romana di Pollentia, è stata citata da Plinio tra i nobilia oppida della Liguria antica. Essa venne fondata alla fine del II° secolo a.c. nella valle del Tanaro (a poca distanza dalla confluenza con la valle Stura di Demonte) in una posizione strategica dal punto di vista viario, trovandosi all’incrocio di importanti corridoi naturali quali le vie Fulvia ed Aemilia Scauri. Pollentia si trovò al centro di un territorio estremamente vitale in età augustea: ciò sia per un’intensa occupazione rurale del territorio (come testimoniano numerosi reperti), che per la posizione baricentrica rispetto alle più recenti città di Alba Pompeia (l’attuale Alba) e Augusta Bagiennorum (situata in frazione Roncaglia dell’attuale Comune di Benevagienna). 

La città Romana si estendeva su di un’area oggi in gran parte occupata dall’ex tenuta reale carloalbertina, ospitando importanti opere pubbliche quali il teatro, l’anfiteatro, alcuni templi ed acquedotti. 

Oggi è solamente percettibile il solo anfiteatro, la cui struttura è stata nel corso del tempo sfruttata per le fondazioni delle case del borgo di Pollenzo. Le costruzioni si disposero sui muri radiali di sostegno della cavea dell’edificio romano intorno all’arena centrale, dando così al borgo una caratterizza forma ellittica. Si tenga presente che molte cantine furono parzialmente o totalmente costituite dai muri radiali collegati con volte a botte dell’anfiteatro romano. Nel 43 a.c. Pollentia divenne punto d’appoggio per i legionari di Bruto nella loro opposizione all’esercito di Marco Antonio, mentre nel primo secolo d.c. alcuni tumulti scoppiati nella città costrinsero l’imperatore Tiberio ad inviare truppe che imprigionarono i maggiorenti cittadini. 

Nel IV^ secolo d.c. Pollenzo fu sede di una Prefecturae Sarmatorium Gentilium, quando l’imperatore Costantino accolse nel territorio i Sarmati in fuga dall’invasione dei Goti.Numerosi sono i reperti che testimoniano le attività della vita sociale nell’antica Pollentia: ceramiche, vetri, metalli e monete sono state recuperate nel corso delle campagne di scavi ed oggi custodite al Museo Civico di Storia, Arte ed Archeologia di Palazzo Traversa a Bra. Plinio documenta che Pollentia era famosa per la produzione di lane e di vasi da mensa in ceramica fine, mentre le iscrizioni funerarie ritrovate nella necropoli ricordano un mercante di vini (merkator vinarius) ed un tintore di stoffe (purpurarius).  

Nel 402 d.c. Pollentia fu teatro di una battaglia importantissima per le sorti del futuro territorio europeo. Dopo aver stretto d’assedio le città di Milano ed Asti, spadroneggiando per l’intera pianura padana, le truppe dei Visigoti comandate da Alarico si accamparono nei pressi di Pollentia dove, il giorno di Pasqua, si scontrarono con le legioni imperiali, al comando delle quali si trovava il generale Stilicone. La sofferta vittoria fu delle truppe Romane che respinsero l’offensiva visigota obbligando Alarico a riparare nell’Illirico. 

I postumi di quella cruenta battaglia segnarono l’intera area visto che, come altre città romane della regione, anche la vita cittadina di Pollentia iniziò il proprio declino nel corso del V° secolo, quando la popolazione cominciò a trasferirsi sulle alture circostanti. 

 

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