SAEPINUM

La tradizione storica molisana fa coincidere l'evoluzione dell'area, poi soggetta al municipio romano, alla costante dei traffici della transumanza. La città sorge a ridosso di un incrocio formato da un percorso proveniente dal fiume Tammaro e diretto verso le alture del Matese e da un importante tratturo, parallelo al massiccio del Matese, sul quale probabilmente fin dai tempi in cui l'uomo ancora non li allevava, gli animali transitavano istintivamente nelle loro migrazioni stagionali. Lo stesso nome latino Saepinum sembra derivare da saepio cioè recinto e doveva riferirsi ad un'area che intorno al IV secolo a.C. era adibita dagli antichi abitanti a luogo di scambio di mercanzie ed animali. L'intera area era soggetta al controllo del centro fortificato posto sulle alture e denominato, in epoca posteriore a quella romana, Terravecchia (Saipins).

TERRAVECCHIA

La costruzione e la collocazione nel territorio di questa antica fortezza da parte dei Sanniti doveva soddisfare preci- se esigenze strategiche di controllo dell'area alle falde del Matese. Fu edificata a 950 mt. di altitudine su di un'altura compresa tra i valloni dei torrenti Magnaluno a nord e del Saraceno a sud, ambedue affluenti del Tammaro.
L'antica struttura costi- tuiva una efficace posi- zione di controllo dei traffici e dei passaggi tra l'Apulia e la Campania ed il Sannio pentro. Il sito controlla anche l'unica via d'accesso che dalla pianura sale verso i pascoli del Matese. L'insediamento dei Sanniti è ancora riconoscibile nella sua struttura difensiva. Una cerchia di mura megalitiche, con pianta trapezoidale con la base maggiore rivolta verso nord-est a ridosso della scarpata che guarda il terrapieno naturale di Castelvecchio, racchiudeva l'abitato. Le mura, costruite saldamente senza dislivelli ed ancora in buono stato di conservazione, hanno una lunghezza di 1500 metri. Sono costituite da una doppia cortina terrapienata in opera poligonale e quella superiore è arretrata di 3 metri rispetto a quella inferiore. Tre sono al momento le porte di accesso alla fortezza identificate dagli archeologi. La prima sul lato sud-ovest chiamata la "Postierla del Matese" che dava il percorso alla montagna, la seconda a nord-ovest chiamata "dell'Acropoli" ed era sul percorso che conduceva verso Civitella di Campochiaro e Bovianum Undecumanorum, e la terza e forse la più importante ad est delle mura e denominata "del Tratturo" che permetteva il passaggio verso la pianura ed il sito del saepio. Infatti questo tragitto, nel suo tratto finale, viene ad identificarsi con cardo maximus della futura Saepinum romana.

Foro

SAEPINUM

La felice situazione morfologica vuole che già alla fine del IV secolo a.C. l'incrocio tra questa direttrice proveniente da Terravecchia ed il tratturo divenga centro di scambi, controllato dalla fortificazione posta arretrata sulle alture del Matese, in una posizione geografica che permetteva la difesa delle genti distribuite nell'area sepinate. Sul finire del II secolo a.C., ai limiti dell'incrocio compare già un unitario sistema composto anche da costruzioni private che, come verificato nei sondaggi sotto il tessuto romano, manifestano caratteristiche evo- lute e l'uso di manodopera com- petente (pavimenti di coccio- pesto e tessere di mosaico, mosaici ed impluvium di terracotta con lettere osche). Quando, dopo la guerra sociale (91-98-a.C.), lo stato romano decide di organizzare ed amministrare l'area, il centro in effetti già costituisce un punto di riferimento con una urbanizzazione in atto.

Teatro

Tra il 2 a.C. e il 4 d.C. si effettua la fortificazione della città con l'innal- zamento delle mura che da allora, e per buona parte ancora oggi, delimitano l'antico recinto sannitico e sono visibili in elevato; la cinta muraria è definita in opera cementizia rives- tita da opera reticolata, la stessa era intervallata da un sistema di torri elevate a cadenza rego- lare. Le quattro porte, poste in modo da opporsi rispetto ai principali tracciati, sono ancora ben identificabili. Restaurate, prendono rispettivamente nome dai luoghi di provenienza dei percorsi, pertanto troviamo sul tratturo le porte di Boiano e di Benevento, e sul secondo percorso la porta Tammaro e la porta Terravecchia.

 

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