LE OFFICINE E BOTTEGHE

Dato lo straordinario stato di conservazione in cui fu scoperta l'intera città di Pompei, è stato possibile conoscere aspetti della vita quotidiana meno monumentali o lussuosi quali per esempio piccole botteghe, officine di artigiani o locali di ristoro. Le botteghe o i luoghi di vendita erano sparse per tutta la città senza rispettare una particolare disposizione e, il più delle volte, il genere prodotto o venduto era indicato sulla facciata dell'edificio con un dipinto o con una placca in argilla a rilievo. Sono stati individuati luoghi di vendita di olio, vino e latte, botteghe di cuoiai, ciabattini e conciatori, di orefici, di fabbri ferrai e di muratori. 

Sono stati riconosciuti i laboratori di pittori, stuccatori e scultori, le officine per la produzione di sapone e di profumi, i luoghi dove i medici ricevevano i loro pazienti e dove si vendevano medicine. Le botteghe più numerose in città erano comunque quelle dei fornai, che macinavano il grano con macine azionate da animali, cuocevano e vendevano il pane. Lungo le strade erano numerosissime le caupone e i termopoli. Si trattava di taverne e osterie in cui si poteva bere o mangiare e dove di frequente prestavano servizio anche prostitute.

 

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