LA NECROPOLI DI PORTA ERCOLANO
Al di fuori della porta che guardava verso Ercolano, si sviluppò una necropoli a partire dalla fondazione della colonia sillana. Sono state individuate e scavate circa trenta tombe, tutte databili tra l'80 a. C. e il 79 d. C. Qui furono sepolti tra gli altri Marco Porcio, il costruttore del Teatro Coperto e dell'Anfiteatro e Mammia, la sacerdotessa che dedicò il tempio del Genio di Augusto nel Foro. Il rito più ricorrente era quello inumatorio e l'abitudine di costruire tombe familiari era assai diffusa, anche se non mancano inumazioni e tombe singole. In questo settore, seppure non eccessivamente esteso, erano presenti tutti i tipi di tombe comuni in questo periodo. Il più attestato è il tipo a edicola su podio, in cui veniva sistemata l'urna con le ceneri del defunto. Al posto dell'edicola si poteva costruire anche un altare, ma il tipo di costruzione restava sostanzialmente lo stesso. Ci sono anche tombe semicircolari, dette a schola e piuttosto diffuse in età augustea e tombe costituite da una facciata monumentale che nasconde un recinto, in genere alberato, in cui venivano sepolte le urne. Dopo il terremoto del 62 d. C. le autorità della città posero, nella zona della necropoli subito all'esterno della porta, come a Porta Vesuvio e a Porta Nocera, un'iscrizione che sanciva il recupero dei terreni entro il limite pomeriale, abusivamente occupato dai privati per le loro tombe.
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