IL TEATRO GRANDE

Il Teatro Grande (o Scoperto) poteva accogliere circa 5.000 spettatori. Costruito già in età sannitica, nel II secolo a.C., subì numerosi rifacimenti. La sua forma attuale risale essenzialmente alla ristrutturazione di età augustea ad opera dell’architetto Marco Artorio Primo grazie alla munificenza di Marco Olconio Rufo e Marco Olconio Celere, come ci attestano le iscrizioni. La costruzione su di un pendio collinare è ancora tipica dell’architettura greca. I sedili  per gli spettatori erano posti nella cávea, quelli più larghi in basso accoglievano delle comode sedie (biséllia) per le  personalità, mentre i due palchi laterali (tribunália), al disopra degli ingressi dell’orchestra (vomitória), erano riservati a personaggi di spicco. Lo sfondo della scena era costituito da una facciata architettonica con tre porte, ad imitazione di un palazzo. 

Nell’orchestra danzava e cantava il coro. All’interno, sotto la cornice curva dell’edificio, appaiono dei blocchi forati; qui si infilavano i pali che reggevano il tendone (velárium), azionato con corde e carrucole. Nel teatro si rappresentavano le tragedie (Euripide, Seneca, Livio Andronico), le commedie (Menandro, Plauto) nonché farse (atellane) e pantomimi. Nelle pause il pubblico si adunava nel grande portico quadrato posto dietro la scena, denominato Caserma dei Gladiatori, perché negli ultimi anni della città fu destinato ad ospitare i gladiatori e le loro famiglie.

 

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