La città, situata in provincia di Napoli e a 20 Km a
Sud, in fondo ad una curva del golfo e alle falde del Vesuvio, conta
circa 65.000 abitanti. Stazione termale e balneare (Lido Azzurro) è
anche centro industriale con stabilimenti meccanici (Deriver e
Spolettificio), farmaceutici (CIBA) e alimentari tra cui rinomati
pastifici (Setaro). Vanta, inoltre un buon porto commerciale e un ricco
mercato di pesce e mitili.
Veduta dal porto
Veduta dal porto e Vesuvio
Via G.Alfani e spiaggia
Giardini pubblici
Piazza Ernesto Cesaro
LA STORIA
Origini
I primi abitatori della valle del Sarno furono gli
OSCI (lavoratori della terra).
Nell''VIII secolo a.C. iniziarono gli stanziamenti
GRECI.
Non mancarono infiltrazioni dei popoli etruschi che
però fallirono dopo la sconfitta della flotta etrusca nelle acque di Cuma
nel 474 a.C.
Verso la fine del V secolo i SANNITI
dominarono la Campania.
I ROMANI sconfissero i sanniti con Silla
nell' 89 a.C.e colonizzarono tutta la valle del Sarno. Inizia così la
storia di Torre Annunziata con l'antica Oplonti, opulenta
al punto di ospitare le ville di Poppea e di L.Crasso Terzo.
L'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. distrusse tutto e
segnò l'inizio di un periodo oscuro durato circa un millennio. Infatti
ricomparve dopo l'eruzione una fitta vegetazione, la Silva
Mala, infestata da belve e ladroni.
Verso l'anno 1000 si ebbero alcuni stanziamenti di
abitanti presso il mare, dediti alla pesca e all'agricoltura, che man
mano ripopolarono tutta la zona e quelle limitrofe.
Il periodo Angioino
Intorno al 1300, il conte Raimondo Orsini fece
costruire una torre per la difesa.
La storia ufficiale di Torre Annunziata inizia con
al dominazione Angioina. Infatti Carlo d'Angiò donò nel 1319
della terra a dei fedeli che fondarono una chiesa dedicata alla Vergine
Annunziata, un piccolo monastero e un'ospizio. Tutto il casale
prese quindi nome Torre dell'Annunciata
che si sviluppa parallelamente con quello limitrofo di Terra
Vecchia situato a Nord.
Il periodo Aragonese
La regina Giovanna II donò nel 1415 un vasto
territorio , comprendente il Casale e parte della Silva
Mala, in feudo ad un amalfitano di nome Cola D'Alagno.Alfonso I d'Aragona, invaghitosi della bella figlia
Lucrezia del D'Alagno, le regalò il castello di Lettere, e fece costruire
altre torri per la difesa intorno al 1440.
Il feudo si estese ancora con la famiglia Orsini di
Nola che successero al D'Alagno.Furono costruiti mulini e una zecca alla
foce del Sarno per sfruttare le sue acque. La borgata di Torre
dell'Annunziata si ampliò urbanisticamente con la costruzione, prima
di nuove chiese e poi di case.
La costruzione nel 1562 della strada regia delle
Calabrie diede un'ulteriore sviluppo.
L'eruzione del 1631 distrusse quasi completamente
tutta la zona e le borgate.
La ricostruzione iniziò subito estendendosi sul
territorio, richiamando gente anche dalla costiera Sorrentina.
Il periodo Borbonico
Nel 700 i due agglomerati urbani di Torre
dell'Annunziata e Terra Vecchia si svilupparono, nonostante le frequenti
attivtà vulcaniche, e si unirono nell'unica Torre
Annunziata nonostante rimanesse vigente una normativa
daziale fra le due borgate.
Carlo III diede un importante impulso industriale
facendovi costruire nel 1758 l'attuale Fabbrica d'armi, che si affiancò
allo sviluppo dei mulini e dei pastifici per l'afflusso sempre maggiore
di pololazione, segnando così l'inizio del XIX secolo periodo d'oro della
città.
Dal 1810 al 1815 Torre Annunziata divenne Gioacchinopoli regnando a Napoli Gioacchino Murat che finalmente fece
cessare ogni dominio feudale.
Nel 1844 sotto la restaurazione Borbonica si prolungò la ferrovia da Portici fino a Torre Annunziata e poi fino alla
Calabria.
Il Regno d'Italia
Nel 1871 furono terminati i lavori del porto e dello
scalo marittimo delle ferrovie. Si ebbe un notevole sviluppo commerciale
con importazione di grano e carbone, e un'esportazione mondiale di paste
alimentari. Alla fine dell'800 Torre Annunziata era un immenso pastificio
che assorbiva il 60% della forza lavoro.
Nel 1887 nasce la Ferriera del Vesuvio (attuale
Deriver). E nel 1898 la ferrovia Circumvesuviana.
Le attività industriali fiorirono fino alla II
guerra mondiale, nonstante le eruzioni del Vesuvio del 1906 e la I
guerra mondiale. Il 1943 fu l'anno della crisi dell'arte
bianca.
La villa di Oplonti
Il grandioso e sontuoso complesso della villa attribuita a Poppea, moglie
di Nerone, è scavato solo in parte per la presenza del canale del fiume
Sarno a Sud e la Reale fabbrica d'Armi a Ovest. L'impianto è costituito
da due nuclei simmetrici rispetto ad un asse centrale composti di numerosi
ambienti, saloni, soggiorni, triclinii, terme, ampi giardini con portici ed
una piscina di 60x17m. Particolarmente ricco si presenta il corredo di
45 statue e le decorazioni pittoriche del II stile.
Cestino di fichi
Maschera tragica
Scena di vita quotidiana
Le terme Vesuviane
Le terme Vesuviane attive con una varia offerta tra bagni, cure di fanghi
naturali e radioattivi, inalazioni ed aerosol, massaggi e terapie fisiche si
trovano su un edificio di antiche terme Romane grande 40.000mq. L'antico
edificio, intestato al romano M. Crassi Frugi, era molto famoso all'epoca
del 1° secolo d.C tanto da caratterizzare una vasta area residenziale con
importanti ville come quella di Poppea.
La Festa della Madonna della Neve
Nel XV secolo, la leggenda vuole che i pescatori di
Torre dell'Annunziata, pescando presso lo scoglio di Rovigliano
dove si trovavano anche dei pescatori stabiesi, trovassero impigliata
una cassa metallica con all'interno l'icona di una Madonna dal volto nero
col Bambino. Nacque una contesa con i pescatori stabiesi che ne
reclamarono la proprietà in quanto pescata nelle loro acque. Contesa
sedata solo con l'intervento di un perito che assegnò l'icona ai Torresi che
la collocarono nella chiesa dell'Annunciata. Poichè il ritrovamento
avvenne il 5 agosto, la festività di S. Maria Nives, la Madonna pescata in
mare fu detta Madonna della Neve. Probabile l'origine
orientale dell'icona, forse sfuggita al sacco di Costantinopoli, e affondata
con una delle navi conseguente l'esodo.
Santuario della Madonna della Neve.
La festa votiva che ne seguì si svolge nei giorni
21,22 e 23 Ottobre di ogni anno. Il 22, culmine dei festeggiamenti,
si assiste ad una processione che vede l'iconaportata dai pescatori per le
vie della città tra una notevole ressa di persone e balconi addobbati con il
"copriletto buono" e il lancio di fiori al passaggio. La sera del 23,
come tradizione, si assiste invece ad una gara di fuochi d'artificio. Per
tutti i tre giorni comunque la città è in festa con bancarelle, vendita di
dolciumi, giostre, bande e l'immancabile "struscio", la passeggiata dei
torresi che vanno a trovare la Madonna nel
Santuario.
La processione
Pastificio Setaro
L'ultimo rimasto ancora attivo a testimoniare l'arte bianca di Torre Annunziata è quindi da
considerarrsi ormai un tradizione. Producono pasta in 180 tipi fin dal
1939 con procedimenti tradizionali e naturali con semola di grano duro,
acqua di fonte e lunghi tempi di prosciugazione (anche 120 ore) per
mantenere alto il valore nutritivo ed il gusto del prodotto.