ANCHE PORTO ALEGRE HA QUALCHE DIFETTO

di Giovanni Allegretti e Massimo Smeriglio

IL FORUM È FINITO, della marea umana che, per circa dieci giorni, ha animato le giornate di Porto Alegre non vi è traccia, la pioggia dei tropici rende difficile anche gli spostamenti da una parte all'altra della città. Abbiamo appuntamento in Comune con Susana Mallnamann, Assessorato all'Urbanistica, che ci farà da guida a Rubem Berta, 35 mila anime a nord di Porto Alegre.

Rubem Berta è un enorme condominio popolare pianificato all'inizio degli anni ottanta sulla base di un progetto urbanistico "tipo" applicato in tutto il Brasile dalla Banca nazionale dell'abitazione. Progettato per 20 mila abitanti, il mostruoso megacondominio si è inserito come un tessuto artificiale nel territorio cittadino: una cattedrale nel deserto di un'area metropolitana ancora non occupata, fatta di 39 nuclei di abitazione, con soli cinque piccoli negozi. Fallita la Banca nazionale dell'abitazione, il condominio è passato in gestione alla Compagnia statale di abitazione [Cohab], che, nel 1985, sull'onda delle proteste popolari, ha dovuto assegnare i primi 1300 appartamenti [mai regolarizzati al catasto, essendo il condominio una forma giuridica che non ammetteva suddivisioni di lotti ma solo la regolarizzazione dell'intero nucleo, ancora ben lontano dalla conclusione dei lavori di costruzione].

Fallita l'impresa che lo stava realizzando, nel 1987 Rubem Berta è stato occupato dal Movimento di lotta per la casa [che organizzava persone da anni iscritte alle graduatorie per l'alloggio popolare], nell'ambito di una massiccia ondata di occupazioni di case popolari non terminate che preparò la vittoria del Partito dei lavoratori [Pt] in molte città del Rio Grande do Sul. I nuovi abitanti hanno completato gli edifici e occupato con casette di fortuna molte delle aree destinate a verde o a piazze, portando la popolazione appunto a circa 35 mila abitanti. Hanno anche costruito duecento negozi informali per creare reddito e dare servizi e vitalità al quartiere.

Il conflitto tra la municipalità di sinistra e lo stato [proprietario dell'area] di destra ha generato negli anni novanta una tensione positiva, una sorta di gara alla maggiore offerta di servizi, che nel 1995 ha portato alla progettazione di un piano-pilota di regolarizzazione fondiaria costruito dai cittadini con i tecnici municipali, oltre che alla dotazione di scuole, ambulatori, linee di bus e asili nido a gestione comunitaria assistiti dal Comune. L'entusiasmo partecipativo ha raggiunto il culmine nel 1998, quando il Piano urbanistico costruito dai cittadini è stato approvato dal Comune ed è iniziato il processo di regolarizzazione fondiaria e urbanistica, seguito dalle prime opere visibili: strade asfaltate, fognature, giardini, rialloggiamento degli abitanti delle aree a rischio.

Al centro del processo, l'Associazione degli abitanti [Amorb] con il suo leader comunitario Paulinho, ormai al quarto mandato plebiscitario. Il signor Paulinho, occhi scuri e slang lento e deciso, ci parla del Bilancio partecipativo, della tanta strada fatta e delle nuove difficoltà dovute allo scontro tra il Governatore dello stato di Rio Grande do Sul, Olivio, e il sindaco Tarso Genro, entrambi del Pt. Ed è Paulinho, uomo di centro destra più avvezzo al voto di scambio che alle lusinghe ugualitarie del Pt, a spiegarci l'importanza della democrazia partecipata, dell'autogestione e dello sviluppo di comunità. Potenza dei tropici.

Ci spiega anche di come improvvisamente tutto si è fermato, le speranze dei cittadini di vedere il loro sogno realizzato frustrate, e le opere arrancano a piccoli passi. La Cohab, sotto procedura fallimentare, e la curatrice [per ironia della sorte una delle promotrici dell'occupazione del 1987] esige il pagamento di ogni credito arretrato, prima di concedere ai cittadini del quartiere un dialogo sulla regolarizzazione. Inoltre le regole trasparenti e i criteri del Bilancio sono entrate in cortocircuito con le semplici regole che gli abitanti si erano dati per gestire le trasformazioni dello spazio; l'oggettività semplice si scontra con la complessità delle esigenze tecniche e rimette in discussione la certezza delle regole che avevano fino ad allora orientato i cittadini.

Non solo, il Partito dei lavoratori ha guadagnato nel frattempo anche la presidenza dello Stato. Era la soluzione che tutti auspicavano, paradossalmente anche Paulinho e i suoi: un governo dello stesso colore di quello cittadino, in grado di coordinare meglio l'intervento pubblico. Invece accade l'impensabile, una gara tra istituzioni alla costruzione di opere-spot, legata al conflitto tra personalità e correnti dentro il medesimo partito. Anche nei giorni del Forum lo scontro tra Olivio e Tarso [ambedue sono popolarmente chiamati per nome] ha riempito le pagine dei giornali brasiliani.

A perdere, in questa competizione, è il territorio, il conflitto ha paralizzato le opere minori sostituendo la trasparenza con il criterio dell'opportunità politica e del "jeitinho" [aggiustatina].

Fino a che ad orientare la regolarizzazione del quartiere erano stati i criteri tecnici, anche le scelte più dure per gli abitanti erano state approvate, motivate e giustificate dall'interesse generale.

Ora non più. A volte il dominio dei criteri politici testimonia lo spettro del ricatto elettorale. Allora perché demolire un garage privato, se la strada condominiale può essere spostata di qualche metro? Perché spostare un negozio abusivo, se l'accesso al palazzo si può fare sul retro?

Le esigenze del singolo elettore sembrano aver preso il sopravvento su quelle della comunità.

Poco a poco, molti dettagli del piano urbanistico faticosamente elaborati dagli abitanti vengono stravolti, aggiustati: per non scontentare nessuno. Un lungo e serio lavoro di progettazione viene indebolito dalla pressione elettorale. Ma Paulinho e i suoi si stanno organizzando, filmano e fotografano le opere incompiute e, chiedono un'inchiesta al Consiglio comunale, preparano manifestazioni. Gli abitanti di Rubem Berta si chiedono il perché di una preoccupante inversione di tendenza; è solo perché sono in un'area che vota a destra? Oppure perché sono poveri, e la regolarizzazione catastale è più lenta che per i più ricchi, che la chiedono dopo di loro? Mentre si dicono pronti a dare battaglia, i cittadini di Rubem Berta perdono passione per la politica. Il loro territorio soffre, e la percentuale della partecipazione popolare è diminuita in un anno del 30 per cento. Ma, vista con gli occhi di Paulinho, Porto Alegre ci piace ancora di più, perché ci parla il linguaggio delle contraddizioni, il più diffuso sul pianeta terra.

03/2002

Fonte Carta