"New Deal" di Bush: il conservatorismo compassionevoleLa ricetta del Presidente Usa per governare
la globalizzazione: libero scambio, aiuti umanitari, riduzione del debito
Per il presidente George W. Bush, il vertice di Genova segna la nascita di una sorta d'Internazionale del conservatorismo misericordioso: lo spiega agli americani, parlando loro alla radio da Genova, mentre ai leader dei Grandi illustra la sua visione degli aiuti allo sviluppo e li invita a esercitare "una responsabilità che viene insieme dalla libertà e dalla prosperità".
Senza riscuotere consensi unanimi - il presidente francese Jacques Chirac, alla fine, è apertamente critico -, Bush dice che "la nostra priorità è fare quel che le democrazie ricche possono fare per aiutare i paesi poveri e in difficoltà a costruire un futuro migliore. Vogliamo estendere i benefici della libertà degli scambi il più possibile: i paesi in via di sviluppo non hanno bisogno di protezionismo che li condannerebbe alla povertà perenne".
Conservatorismo misericordioso è l'etichetta che Bush dà alla sua politica, che cerca di conciliare tutela del profitto e, sul piano internazionale, garanzia di sviluppo. Bush bolla i contestatori della globalizzazione: nemici dei poveri, che "negano loro la migliore speranza di uscire dalla povertà", il libero commercio. Ma accetta "le legittime preoccupazioni" di chi manifesta, circa le condizioni di lavoro e il rispetto dell'ambiente: i Grandi del mondo devono "dare una risposta".
Libertà degli scambi e globalizzazione sono la via maestra per riscattare dalla povertà gli esclusi del mondo. E l'abbassamento delle barriere è "l'unica strada sicura" per fare uscire dall'indigenza i paesi più poveri. Però, attenzione. Tanta compassione non è disinteressata. Bush ricorda che lo sviluppo del Terzo Mondo garantirà la stabilità del pianeta (e la disponibilità di mercati): "Abbiamo l'occasione di dimostrare che la libertà può funzionare non solo nel nuovo mondo e nel vecchio mondo, ma nel mondo intero. La nostra grande sfida è di includere tutti i poveri del mondo in un circolo sempre più ampio di sviluppo che comprenda le Americhe, tutta l'Asia e tutta l'Africa".
La difesa di globalizzazione e libertà degli scambi come ricetta dello sviluppo non è esaustiva: bisogna che i paesi più poveri possano migliorare l'istruzione e combattere le malattie e ridurre il debito (e qui Bush ha la sua proposta di riforna della Banca mondiale, "che non abbassa il debito, ma lo elimina"). Ma il presidente americano va oltre: include nel discorso l'ambiente (cercando, senza riuscirci, di spostare l'attenzione dal suo no agli accordi contro l'effetto serra) e persino la difesa, con le operazioni di 'peacekeeping' e umanitarie.
21 luglio 2001
Fonte: www.ilsole24ore.com