S. Palidda è un grande esperto di politiche sicuritarie e di Polizia in particolare (su cui ha scritto anche un libro per Feltrinelli, Polizia postmoderna). La sua analisi dei fatti diventa tanto più importante.

I fatti

1. Sin dal 2000 (con il governo di centrosinistra Amato), la definizione del piano della sicurezza per il summit del G8 a Genova è stata elaborata con la partecipazione di tutti i vertici dei servizi segreti e delle polizie e con la collaborazione dei loro colleghi delle sette potenze mondiali.

2. Tutti i servizi segreti dispongono da sempre di informatori e infiltrati in ogni sorta di luogo, momento e organizzazione dell'area degli anti-G8, compresi i Black Bloc.

3. Per settimane prima del summit tutti i media avevano lanciato l'allarme per il pericolo dell'arrivo dei Black Bloc.

4. La creazione della "zona rossa" è stata preparata per più tre mesi con centinaia di perquisizioni, nuove schedature, allontanamento di abitanti "indesiderabili", intimazioni a lasciare la città e alla chiusura di negozi ed attività economiche in vista del summit e messaggio esplicito a tutti gli abitanti della città affinché si barricassero o andassero altrove.

5. Tre mesi prima del summit la città comincia ad essere abitata da decine di agenti in borghese e dei servizi segreti italiani e stranieri.

6. Per settimane prima del summit molti agenti delle polizie che già presidiano la città parlano sfacciatamente dell'intenzione di "menare duro".

7. Le violenze e i comportamenti squadristi di diversi agenti delle polizie contro i manifestanti assolutamente pacifici del NO Global Forum a Napoli nel marzo 2001 sono il prologo di quanto avverrà il 20 e 21 luglio a Genova. Parallelamente, le violenze e i comportamenti razzisti quotidianamente adottati da tanti agenti delle polizie in particolare contro zingari, immigrati e marginali passano inosservati.

8. Il Genoa Social Forum raccoglie le adesioni di oltre 800 associazioni, ONG, sindacati, ecc., annuncia manifestazioni di almeno centomila persone, chiede ripetutamente accordi con le autorità politiche e con quelle di polizia, nazionali e locali, ma il governo Amato e i vertici di polizia non accettano.

9. La vittoria elettorale della destra guidata da Berlusconi è annunciata come certa già da mesi. La gestione politica della sicurezza, da sempre aleatoria, appare del tutto inesistente. L'insediamento del governo Berlusconi-Fini e del ministro dell'interno Scajola non sembra ristabilire una effettiva guida politica della sicurezza.

10. Le riforme e le misure adottate dai governi di centro-sinistra in materia di ordinamento delle polizie e di orientamento della sicurezza accrescono il potere dell'Arma dei Carabinieri e l'egemonia del carattere militare anche all'interno della polizia di stato. La componente autoritaria e gli aspiranti ai vertici dei servizi segreti e delle polizie sembrano sgomitare, cercano di approfittare del clima favorevole alla "tolleranza zero" e dell'arrivo al governo di una destra che condivide questo orientamento.

11. E' decretata la chiusura del Tribunale di Genova e l'apertura di uffici d'emergenza dentro il carcere Marassi che nel frattempo è svuotato trasferendo i detenuti altrove. Sono chiuse tutte le Facoltà universitarie e viene imposto che in ognuna vi stia rinchiusa almeno una guardia armata. L'autonomia dell'autorità giudiziaria e dell'autorità accademica sembra violata.

12. Il centro città, privato di gas, è assolutamente blindato e presidiato da almeno 15 mila uomini delle polizie, più migliaia di agenti in borghese e dei servizi segreti italiani e stranieri pur trattandosi di un'area piuttosto piccola e, una volta blindata, facilmente difesa.

13. Alcuni giorni prima del summit, il ministro Scajola dichiara in parlamento che il governo si impegna a garantire a sicurezza del summit, dei cittadini genovesi e dei manifestanti.

14. Berlusconi, il suo ministro Ruggiero e tutto il governo dichiarano che le ragioni del Genoa Social Forum sono le stesse di quelle del governo! Berlusconi incontra l'arcivescovo Tettamanzi e afferma di condividerne gli auspici e di capire la sua solidarietà al GSF.

15. Il governo promette al GSF tre miliardi per l'accoglienza dei manifestanti e le diverse iniziative, assicura che consentirà l'arrivo dei manifestanti dall'estero e di abolire la "zona gialla" e la chiusura ella stazione di Brignole.

16. Il 18 luglio viene sospeso l'accordo di Schengen e sono rafforzati i controlli alle frontiere; centinaia di cittadini di paesi dell'UE e un intero traghetto proveniente dalla Grecia sono respinti. La stazione di Brignole viene chiusa e i treni speciali sono rallentati e istradati su percorsi lunghissimi (da Milano impiegano più di 7 ore, anziché 2, e arrivano dopo che le manifestazioni sono partite sia il 19, sia il 21).

17. Numerose testimonianze segnalano la presenza e l'ubicazione dei Black Bloc. Fra esse le autorità degli enti locali, pres. della provincia e sindaco, anche per iscritto! Ma le polizie non intervengono mentre perquisiscono e controllano ripetutamente i luoghi e le abitazioni dove sono installati i militanti dei centri sociali e le "tute bianche".

18. La manifestazione per i diritti dei migranti, giovedì 19, si svolge in maniera assolutamente pacifica.

19. Alle 11 del 20 luglio i provocatori cominciano i loro atti di vandalismo ben lontani dalla zona rossa, ma sono lasciati indisturbati dal gigantesco dispositivo di polizia che peraltro conta almeno quindici elicotteri!

20. L'individuazione e l'isolamento e arresto dei provocatori sono palesemente assai facili. Invece le polizie lasciano fare e poi attaccano i manifestanti pacifici in diverse zone della città fra cui via Assarotti dove ci sono gli aderenti della rete Lilliput, di Mani Tese e tanti altri ultrapacifisti ben noti (fra cui don Gallo, Franca Rame, Sergio Cusani, ecc.). Viene poi attaccato il corteo delle "tute bianche" quando ancora è molto lontano dalla "zona rossa" e sfila pacificamente senza alcuna arma propria o impropria.

21. Un carabiniere da una jeep spara e uccide Carlo Giuliani e la jeep passa sul suo corpo! Il governo con le parole del suo vice-premier "post-fascista" Fini, afferma che si è trattato di legittima difesa. I media chiedono come mai un giovane carabiniere ausiliario fosse armato di pistola e su una jeep mandata addosso ai manifestanti.

22. L'accanimento delle polizie nel massacrare pacifici manifestanti isolati è documentato in decine di immagini. Le testimonianze e i filmati che mostrano l'efferatezza delle violenze poliziesche saranno centinaia.

23. La sospensione dei diritti costituzionali è sfacciata : agli avvocati viene impedito di comunicare con i fermati e arrestati e viene negato l'accesso ad ogni sorta di atto giudiziario. Numerosi sono le denuncie di casi di desparecidos, cioè manifestanti di cui non si sa più nulla !

24. La giornata del 21 mostra circa TRECENTOMILA manifestanti pacifici che non reagiscono MAI alle violenze poliziesche, spesso vigliacche e assolutamente brutali, contro di essi.

25. I provocatori diventano ancora più numerosi : decine di testimonianze affermano che si mischiano con i ranghi delle polizie, che a volte escono ed entrano a piacimento da essi, che comprendono stranieri e italiani fra cui nazisti e fascisti ma anche agenti in borghese. Infine, solo il 26 luglio il capogruppo DS al Senato rende noto un documento segreto con cui ben dieci giorni prima del summit si segnalava alla stessa questura di Genova che almeno 50 fascisti di Forza Nuova si sarebbero mischiati fra i provocatori. Foto pubblicate da vari giornali mostrano che questi stanno davanti ad una caserma dei carabinieri con mazze in mano insieme a colleghi in divisa.

26. Il primo fatto grave della giornata del 21 avviene con la carica deliberata e violentissima con cui le polizie attaccano l'intero corteo spaccandolo in due e respingendo decine di migliaia di manifestanti indietro verso Levante.

27. I pestaggi vigliacchi e violentissimi di ragazzini, avvocati, giornalisti, manifestanti pacifici sono decine sia per strada, sia nelle caserme e nei commissariati e infine nelle carceri (le testimonianze sono state pubblicate anche da quotidiani moderati). Secondo testimonianze non solo di vittime dei pestaggi ma anche di un agente delle polizie (su la Repubblica del 26/07) gli arrestati che diventano veri e propri desparecidos sono in gran parte internati nella caserma di Bolzaneto dove vengono massacrati e sono oggetto di insulti, sputi e urinate soprattutto da parte di agenti del GOM, ossia il corpo speciale della polizia penitenziaria diretta da un ex-dirigente SIDE, notoriamente addetto ai pestaggi nelle carceri (si ricordi che il GOM è stato creato dall'allora ministro Diliberto che per farlo e avere mano libera nelle sue scellerate scelte –del tutto coerenti con quelle della "guerra umanitaria"- licenziò in tronco e senza neanche alcuna motivazione ufficiale l'allora direttore del DAP, Alessandro Margara noto per la sua coerenza democratica e per aver appunto denunciato l'incostituzionalità della creazione di una polizia segreta in seno alla Pol. Penit. –si ricordi al proposito l'intera pagina del manifesto scritta da Margara stesso e le denuncie di Antigone).

28. Il blitz militare in pieno stile cileno o argentino contro la sede del Genoa Social Forum e la scuola dirimpettaia è infine l'epilogo di tutta la strategia della provocazione fascista a cui hanno assistito, assolutamente impossibilitati a fare qualcosa, parlamentari, avvocati, giornalisti italiani e stranieri, medici e singoli astanti.

29. I vertici giustificano il blitz affermando che avevano precise informazioni sulla presenza di Black Bloc e loro armi e quindi sulla connivenza tra GSF e provocatori! Anche i media moderati si chiedono come mai allora questa "perquisizione" non sia stata effettuata nei giorni precedenti. La polizia dichiara anche che c'era solo "sangue rappreso"! Le immagini diffuse dalle TV mostrano come colava dalla testa di giovani che non avevano fatto a tempo neanche di uscire dai sacchi a pelo in cui dormivano quando sono stati selvaggiamente aggrediti da feroci poliziotti e carabinieri. I vertici della polizia erano al corrente : erano presenti due fedelissimi del capo De Gennaro.

30. Immediatamente la versione ufficiale del governo si trasforma nella tesi che la distinzione tra pacifici e violenti era impossibile che il GSF è complice dei Black Bloc e che le polizie hanno agito benissimo.

31. Il magistrato dapprima incaricato delle indagini sui fatti viene esautorato : è noto per le sue simpatie per Magistratura Democratica.

32. Centinaia di fermati e detenuti per giorni e giorni non riescono a comunicare con nessun avvocato mentre sono spesso oggetto di violenze inaudite anch'esse documentate e in parte pubblicate da vari quotidiani

33. Ancora il 25 luglio i diritti costituzionali non sono ristabiliti. Amnesty International, avvocati, giornalisti e personalità anche moderate reclamano giustizia

34. Davanti al parlamento, il capo del governo e il ministro dell'interno fanno quadrato e difendono a spada tratta le violenze poliziesche come legittima e eccellente difesa dell'ordine e come sacrosanta reazione contro i violenti mischiati al GSF.

35. Il 25 luglio in serata la quasi totalità degli arrestati nella sede della scuola Diaz e del GSF sono rimessi in libertà senza alcuna imputazione !!! Questi sarebbero stati i Black Bloc che, secondo il capo della polizia intervistato dal canale 5 della famiglia Berlusconi la stessa sera de 25, sarebbero stati presenti con armi in quei locali e quindi avrebbero suffragato la tesi della complicità tra GSF e BB al punto di far ipotizzare ad alcuni esponenti della destra la denuncia dei responsabili del GSF come detentori di armi!!!!

36. Il più importante risultato politico sembra essere raggiunto dopo il summit con l'incontro a Roma, il 23, tra Bush e Berlusconi : mentre prima il governo italiano sembrava restare allineato alle posizioni degli altri paesi UE, ora sottoscrive totalmente le proposte di Bush (scudo spaziale, ecc.).

36. Fra le ipotesi per spiegare i fatti non sembra da escludere quella che una componente dei servizi segreti, dei vertici delle polizie e anche del governo abbiano giocato il disordine e la violenza per imporre meglio un orientamento marcatamente autoritario, aiutati dai servizi americani e forse anche inglesi interessati a piegare l'Italia ad abbandonare ogni ambiguità e subordinarsi alle scelte Stati Uniti-Nato. L'Italia riappare quindi come l'anello debole e l'alleato ambiguo che gli Stati Uniti riportano all'ovile.

37. La conversione militaresca violenta e autoritaria della gestione dell'ordine pubblico sembra corrispondere all'orientamento liberista autoritario che rompe con i periodi della gestione negoziata e pacifica delle regole del disordine e cioè con la concessione di spazi alle rivendicazioni sociali. Alla violenza delle polizie contro manifestanti assolutamente pacifici e all'uso dei provocatori, corrispondono le violenze quotidiane a danno di zingari, immigrati e marginali, cioè quelle della "guerra sicuritaria" per la tolleranza zero, quelle della "guerra umanitaria" e ancora quelle delle operazioni di polizia internazionale mischiate alle provocazioni delle guerre civili.

38. Il pericolo di una vera e propria involuzione autoritaria appare quindi inscritto nell'orientamento liberista che rompe con la tradizione liberal-democratica. L'arrivo al potere politico in Italia di personaggi apertamente reazionari (Berlusconi, Fini, Bossi) ne fa il paese forse più esposto a questo pericolo di rottura con la democrazia dei paesi dominanti più o meno esistente dal secondo dopoguerra. I personaggi loschi della destra presenti nei servizi segreti e nelle file delle polizie e delle forze armate pensano di poter avere infine un'occasione d'oro per rifarsi dopo anni di marginalizzazione (dopo la sconfitta della strategia delle stragi). Il centro-sinistra ha dato loro condizioni favorevoli per farsi avanti e ora la vittoria della destra neo-autoritaria non solo in Italia ma anche negli Stati-Uniti sembra l'occasione buona per potersi riprendere il potere. Intanto, l'assetto liberista necessita più che mai di un nuovo paradigma del controllo sociale : quello della guerra contro ogni comportamento anomalo rispetto agli imperativi del nuovo dominio.

39. La posta in gioco non riguarda solo l'Italia ma tutti i paesi dominanti e l'intero ordine mondiale : il G8 è stato voluto a Genova contro ogni evidente opportunità razionale : avrebbero potuto farlo dovunque senza far sapere nulla a nessuno e a meno spese. Se l'hanno fatto è evidentemente perché i potenti si sentivano abbastanza possenti da poter imporre con protervia e arroganza il loro strapotere vista anche la passività dell'opposizione tradizionale (in Italia l'opposizione e i sindacati confederali, ma le loro basi sì, non hanno aderito alle proteste pacifiche del GSF).

40. E ' difficile capire cosa succederà. Le forze liberiste-autoritarie sembrano dominanti ma la reazione popolare conosce un crescendo straordinario. Qualsiasi liberal-democratico non può che diventare antiliberista perché il liberismo non può che essere autoritario (è lo stesso tipo di antagonismo che c'era tra gli Schumpeter, gli I. Berlin e poi i Galbraith e chi ha sostenuto le guerre imperialiste). L'opinione pubblica mondiale non starà a guardare passiva di fronte al neo-autoritarismo in Europa.

41. Va assolutamente osservato il carattere profondamente pacifico di questo movimento. Alcuni pensano che questa sia una debolezza e che senza organizzazione non ci potrà mai essere vera resistenza. Ma chi può decidere sullo stato di cose presenti sulla base di paradigmi costruiti sul passato ? E' vero che un movimento non organizzato e assolutamente pacifico possa sembrare alla mercé del potere tanto più se questo è violento. Ma vedremo!

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L'autore

Salvatore Palidda (1948) ha condotto ricerche su questioni militari e sulle migrazioni per più di tredici anni presso l'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e il Cnrs francese. Tra gli esperti regolarmente consultati dall'Ocse, dalla Fondation pour les Études de Défense Nationale, dall'Institut des Hautes Études pour la Sécurité Intérieure, dal Forum Europeo per la Sicurezza Urbana, è autore di numerose pubblicazioni apparse in francese, italiano e altre lingue. Ha insegnato sociologia al Politecnico di Milano.