La
guerriera delle etichette
Viaggio alle origini del nuovo consumismo, contro
la globalizzazione
Niccolini Carlotta
La scrittrice canadese Naomi Klein
presenta a Milano il suo «No Logo» con Beppe Grillo La guerriera delle
etichette Viaggio alle origini del nuovo consumismo, contro la globalizzazione
O gni volta che Lora Jo Foo, presidente di Sweatshop Watch, tiene un seminario
sulle fabbriche sfruttatrici, tira fuori un paio di forbici e chiede ai
partecipanti di tagliare le etichette dei propri abiti. Poi le cuce su un
grande telo bianco dove è riprodotta la mappa del mondo e ogni volta la maggior
parte dei rettangolini (Banana Republic, Gap, Benetton, Ralph Lauren, Calvin
Klein, Nike, per fare qualche esempio) si concentra in Asia e America Latina.
Così vanno le cose nell' era della globalizzazione. L' emisfero dei poveri
produce i beni dei ricchi e al le grandi multinazionali del Nord non resta che
il lato «filosofico» del business: identificare il proprio marchio con uno
stile di vita il più possibile desiderabile. La storia di Lora Foo e dei suoi
patchwork è contenuta in «No Logo», il libro che la giornalista canadese Naomi
Klein ha dedicato alla rivoluzione dell' economia globale e alla nuova
contestazione dopo un lavoro di cinque anni, spesi viaggiando tra Nord America,
Asia ed Europa. Nata a Montreal nel 1970, di famiglia hippy-idealista (i
genitori abbandonarono gli Stati Uniti per protesta ai tempi della guerra del
Vietnam), Naomi Klein è cresciuta sognando (invano) Barbie e hamburger Mc
Donald' s. A 17 anni ha fatto la commessa in un negozio Esprit per poi
approdare all' universi tà ai primi movimenti anti-globalizzazione. Il punto di
partenza di «No Logo» è la recente radicale trasformazione delle aziende.
«Negli anni ' 80 - scrive Naomi Klein - , Nike, Microsoft e, successivamente,
Tommy Hilfiger e Intel affermavano audacem ente che la produzione di beni era
solo una parte secondaria delle loro attività e che, grazie alle recenti conquiste
in fatto di liberalizzazione del commercio e alla riforma sulle leggi sul
lavoro, esisteva la possibilità di appaltare la fabbricazi one di prodotti a
terzi, situati prevalentemente oltreoceano». Le fabbriche, con le loro
strutture, i loro apparati e i loro operai, sono fisicamente scomparse dal Nord
del mondo per ricomporsi, al di fuori da ogni regola, nei capannoni di Vietnam,
F ilippine, Guatemala. E mentre laggiù la gente si danna l' anima per cucire
scarpe da tennis in cambio di qualche dollaro al mese, dall' altra parte dell'
Oceano ci sono ragazzi pronti a rapinare la madre per impossessarsi di un paio
delle stesse scar pe, vendute in negozio a 150 dollari. Nella nuova economia il
prodotto non è che uno strumento di marketing: quello che si vende è il marchio
(branding). Chi compra un paio di Nike si porta a casa una dose di cooliness
(sensazione di essere «giusti») ; con un vestito Calvin Klein un' allure di
eleganza discreta e con una maglietta Benetton un po' di democrazia. Il
branding ha conquistato perfino la politica: la «cool Britannia» di Tony Blair
non è forse un perfetto prodotto di marketing? Negli St ati Uniti la
commercializzazione già si intreccia con la ricerca scientifica e con la scuola
e proprio i teenager sono i più osservati dai signori della globalizzazione,
pronti a spiarne gergo e stili per riutilizzarli nelle proprie strategie.
Mentre Genova si prepara ad accogliere il vertice del G8, Naomi Klein viene a
Milano per presentare la versione italiana del suo «No Logo» (Baldini & Castoldi,
454 pagine, 32 mila lire). A mezzogiorno sarà alla Fnac di via Torino insieme a
Beppe Grillo e a lle 18.30 alla Casa della Cultura (via Borgogna 3) per un
dibattito con Vittorio Agnoletto, Anna Bartolini, Franco Berardi, Giovanni De
Mauro, Andrea Fumagalli, Emilio Molinari, Anna Maria Testa e Guido Viale.
Carlotta Niccolini Testo non disponibile Il dizionario di Seattle La nuova
economia e la contestazione anti-globale hanno creato anche un nuovo
vocabolario. Ecco le parole chiave Brand marchio e branding la relativa
filosofia Bro-ing (contrazione di brothering) fratellanza. Indica la tecnica di
passaparo la utilizzata da case discografiche e aziende di abbigliamento per
propagandare i propri prodotti nei quartieri neri delle metropoli Cool giusto,
tosto, figo Cool hunter cacciatore di tendenze. Figura professionale itinerante
impiegata dalle grandi a ziende per captare ispirazioni nei mercati e nelle
strade di tutto il mondo Downloading scaricamento dall' unità centrale a
quelle periferiche Jamming sabotaggio dei manifesti pubblicitari e loro parodia
Outsourcing appalto esterno di operazio ni della gestione aziendale
Street-style lo stile di strada cui paradossalmente si ispirano molte griffe
Swoosh baffo simbolo della Nike. Diversi impiegati dell' azienda se lo sono
fatto tatuare sul corpo (C. Ni.)
Fonte: Corriere della Sera
10 giugno