18. La Vera Origine dei Prezzi
by DANI
Una delle relazioni sulla quale la maggior parte degli economisti si trovano d'accordo, anche per evidenti e ripetute prove empiriche, è quella tra la variazione della quantità di moneta e la variazione dei prezzi. Ma qual è la causa prima tra queste due, la moneta o i prezzi?
La moneta è quel particolare bene che permette di scambiare qualsiasi bene e servizio all'interno di una comunità. In passato molte sono state le monete (cioè mezzi di scambio) utilizzate per scambiarsi beni e servizi, ad esempio l'oro, il grano, metalli preziosi in generale o perfino conchiglie come in certe isole polinesiane. Prima ancora esisteva il baratto, cioè lo scambio di un bene con un altro bene senza l'utilizzo di un bene che fungesse da mezzo di scambio.
Oggigiorno la moneta è metallica e cartacea. O almeno questo è quello che viene detto. In realtà oggi oltre il 90% della moneta in circolazione non è fisica, bensì virtuale: viaggia infatti attraverso semplici trasferimenti bancari senza che vi sia connesso alcunché di fisico. E' come se il mezzo di scambio fossero le mele e, sebbene risultino esserci 100 mele nel sistema considerando tutti gli scambi fatti in un certo istante, in realtà ne esistono solo 10, ad esempio.
Ora, un fatto
del genere può essere spiegato dalla velocità di circolazione di moneta se
consideriamo la variazione nel tempo della moneta circolante, ma se consideriamo
un certo istante allora le cose cambiano. Se potessimo cioè fermare il tempo e
vedere in un certo istante quanto denaro sembra circolare nel mondo, potremmo
rimanere stupiti nel vedere che, sebbene risultino esserci solo 10 euro in carta
e metallo, risultino essercene 100 nel sistema. Quindi dovremmo domandarci: da
dove saltano fuori quei soldi se non esistono fisicamente?
Dietro questa
banale domanda sta la chiave per comprendere la vera origine dell'inflazione ed
anche l'origine della grande disuguaglianza di ricchezza nel nostro pianeta. Ma
andiamo con ordine.
Abbiamo detto
che oggi la maggior parte della moneta è virtuale. Ma è un bene che sia così
oppure no? Bèh, direi proprio di no! Proprio qui sta il problema.
La moneta, in
quanto bene come un altro, è un qualcosa di fisico. Può essere anche della
semplice carta o del metallo, ma deve pur sempre essere un qualcosa di fisico.
E' semplicemente quel bene che viene preferito rispetto a tutti gli altri come
mezzo di scambio perché tutti lo accettano, e quindi può a sua volta essere
scambiato con qualsiasi altro bene.
Dato che è il
mezzo di scambio, allora la moneta è anche il bene più diffuso, ed in quanto
tale la sua quantità in valore presente nel sistema influenza il prezzo di
tutti gli altri beni e dei servizi.
In sostanza, se
la moneta aumenta nel sistema, dato che è il bene che tutti accettano come
contropartita di un qualsiasi bene o servizio, allora sarà anche il più
domandato. La moneta è il bene la cui domanda nel mercato è massima. Per la
semplice ed ovvia legge di mercato per la quale se la domanda di un bene
aumenta, allora a parità di offerta il prezzo aumenta, avremo che se la domanda
di moneta aumenta allora il suo prezzo aumenta.
Ma cos'è il
prezzo della moneta? E' come per qualsiasi altro bene il valore di quel bene per
unità. Ad esempio, dire che il prezzo della moneta euro è aumentato significa
che adesso posso comprarne meno a parità di disponibilità. Ma dove la compro
la moneta?
Qui sta la
sorpresa: come per tutti i beni, anche la moneta ha il suo produttore ed il suo
venditore, ma nel caso della moneta il produttore ed il venditore coincidono e
consistono nel sistema bancario.
Le banche sono i
negozi del bene moneta. E quindi è nelle banche che vado a comprare la moneta,
ed il prezzo che pago per comprarla è l'interesse. La particolarità del bene
moneta è però che non posso mai comprarlo definitivamente, in quanto si tratta
sempre di un prestito. Cioè il venditore del bene moneta (la banca) non mi
vende il suo bene ma me lo presta a fronte di un prezzo (interesse).
Perché succede
questo? Se la moneta è un bene come un altro allora non dovrebbe succedere! Una
volta pagato il prezzo del bene (interesse) allora il bene dovrebbe essere mio!
Invece non è così. Perché?
Perché il
sistema bancario è una truffa legalizzata. Le banche non prestano il denaro che
hanno in deposito ma, per l'esistenza di un coefficiente di riserva frazionale
che di solito è abbastanza basso (anche meno del 5%) , esse possono prestare più
soldi di quelli che hanno veramente. Se una banca ha 100 di depositi, allora con
un coeff. di riserva del 10% può prestare denaro fino a 10 volte il valore dei
suoi depositi. Ciò significa che se ho 100 di depositi (raccolta) e ne presto
(impiego) 500, cosa possibilissima con il sistema attuale, allora creo dal nulla
400! E questo è ciò che fanno le banche continuamente, creare denaro dal
nulla, semplicemente digitando cifre su un computer.
Con questo sistema si viene ad avere molto più denaro virtuale di quello realmente esistente. Ed il denaro virtuale in realtà non esiste!
Il sistema
bancario così come oggi è strutturato continua a sopravvivere semplicemente
perché la gente continua ad avere fiducia nelle banche e non conosce
esattamente il meccanismo di funzionamento della creazione del denaro.
Se il prezzo della moneta euro ( l'interesse) aumenta, allora la gente ne comprerà meno. In sostanza, nel sistema attuale, se le banche aumentano gli interessi allora presteranno meno soldi e viceversa. Se le banche prestano meno soldi allora vi sarà meno moneta in circolazione. E di conseguenza la gente comprerà meno, la domanda nel mercato diminuirà e i produttori saranno costretti a diminuire i prezzi. Ma se il prezzo della moneta continua a rimanere alto, allora a causa della scarsità di moneta nel sistema si creerà una stagnazione o peggio una recessione economica, tanto più quanto la moneta necessaria è maggiore di quella realmente presente.
Quindi un
aumento del prezzo della moneta, provoca una diminuzione dei prezzi degli altri
beni. Ed è vero anche che una diminuzione del prezzo della moneta (diminuzione
del tasso d'interesse) provoca un aumento dei prezzi degli altri beni.
Vale quindi la
relazione tra variazione della quantità di moneta e variazione del prezzo dei
beni. Ma vale solo in un senso. Perché? Perché i prezzi dei beni non hanno
alcuna influenza sulla quantità di moneta nel sistema, e nemmeno la variazione
dei prezzi sulla variazione della quantità di moneta. La moneta presente nel
sistema, infatti, dipende come per ogni altro bene da quanta se ne offre e
quindi dai produttori, cioè dalle banche.
Se le banche
tengono gli interessi alti, allora favoriranno la diminuzione dei prezzi ma
anche la crisi economica, ma se li tengono bassi allora favoriranno l'aumento
dei prezzi ed una crescita economica. Se così fosse, l'economia non sarebbe poi
una cosa così difficile, ma le cose sembrano essere più complesse. Questo
proprio per il motivo sopra spiegato che il sistema bancario può creare ( e
nella realtà crea) denaro dal nulla e per di più lo fa pagare attraverso
l'interesse.
I prezzi dei
beni e servizi sul mercato dipendono dalla domanda e dall'offerta di tali beni,
ma la domanda e l'offerta dipendono entrambe dalla quantità di moneta (denaro)
disponibile, e quindi dalla quantità di moneta in circolazione. In sostanza, il
problema dell'inflazione è un problema che non va ricercato né nel lato dell'
offerta (produttori, grossisti, commercianti, fornitori) né nel lato della
domanda (consumatori) ma piuttosto nel sistema bancario.
E la cosa bizzarra è che non solo le banche sono produttori-consumatori del bene moneta (attraverso i prestiti), ma ne sono anche compratori (attraverso i depositi)! Ed oltretutto il loro stesso bene è anche il loro fattore produttivo fondamentale! E' come se una ditta che produce libri ne fosse anche il venditore (e fin qui è abbastanza normale) e ne fosse anche il compratore (cioè comprerebbe libri suoi o di altri, come fanno le banche che accettano in deposito non solo denaro prestato (creato) da loro, ma anche da altre banche). Ed è come se i libri comprati dalla stessa ditta che produce libri fossero un fattore produttivo fondamentale per l'impresa stessa. Ovvio che ciò non ha senso, a meno che l'impresa non faccia in realtà compra-vendita di beni altrui, ed abbia un guadagno sull'intermediazione.
Risulta quindi
che la moneta, cioè il bene di scambio, necessita di una gestione particolare,
una volta che viene accettato da tutti come mezzo di scambio. Nel momento cioè
in cui la gente sceglie un certo bene particolare come mezzo di scambio e questo
ottiene il monopolio, allora tale monopolio necessita di una gestione
particolare. Dato che è naturale che la gente alla fine scelga un solo mezzo di
scambio che renda semplici gli scambi, allora la situazione di monopolio della
moneta non può essere gestita da privati, come avviene oggigiorno attraverso il
sistema bancario.
E la situazione
ideale per ogni monopolio necessario (l'unico veramente necessario ed utile è
quello della moneta) è che venga gestito dalla comunità. Ed è naturale che la
gente scelga dei suoi rappresentanti per gestire gli affari della comunità in
suo nome, e dovrebbe quindi essere compito del Governo la gestione del monopolio
della moneta.
Il Governo
stesso dovrebbe creare la moneta e gestirne la quantità in circolazione,
evitando in questo modo la creazione di debito pubblico e la necessità di
elevate imposte. E dovrebbe creare moneta di credito, non di debito. Cioè il
Governo dovrebbe creare moneta dal nulla e farla pagare con un certo tasso di
interesse ai membri della comunità. Ma in quanto moneta di credito, non
verrebbe richiesta indietro. Non sarebbe cioè un prestito, bensì una vera e
propria vendita il cui prezzo del bene moneta è costituito dall'interesse
pagato.
Le imposte
sarebbero in una tale situazione provvedimenti saltuari necessari per mantenere
equilibrata la quantità di moneta nel sistema, e controllare in tal modo la
variazione dei prezzi.
Il Governo stesso quindi dovrebbe creare moneta, e le banche dovrebbero essere delle semplici casseforti o dei semplici intermediari che si assumono il rischio di prestare denaro altrui, e che danno le dovute garanzie ai prestatori. Le banche dovrebbero cioè avere un coefficiente di riserva del 100%, cioè se ho in deposito 100 allora posso prestare non più di 100 e me ne assumo le responsabilità, garantendo adeguatamente i depositanti e gli investitori.
Domande & Risposte
Prezzi, monopoli e tariffe doganali
119. Dani, nell'articolo n.18 affermi che la vera origine dei prezzi e della loro variazione deve essere ricercata nella quantità di moneta in circolazione ed in come tale particolare bene venga gestito. Ora, a parte il problema dell'origine dei prezzi, secondo te come si dovrebbero formare i prezzi dei beni e dei servizi? Nella teoria economica del valore si discute se il valore di un bene sia determinato dalla sua utilità, dal costo di produzione, dal tempo di lavoro impiegato o da altri fattori. Cosa pensi al riguardo? Penso che se è vero che la variazione dei prezzi e la sua consistenza siano determinati in origine dalla quantità di moneta in circolazione, è vero anche che in seconda battuta, data una certa quantità di moneta in circolazione, ciò che determina il prezzo del bene o servizio è fondamentalmente il rapporto domanda/offerta del bene. E questo dipende fondamentalmente dai desideri della gente, e cioè dall'utilità di un bene o servizio. Penso che il fattore utilità valga per tutti i beni. Ad esempio l'oro, che in sé non ha grande utilità di utilizzo, costa molto perché ha una grande utilità di immagine. Viene cioè considerato un bene "da ricchi", e per questo viene considerato di valore. Naturale che un bene che è disponibile in quantità infinita non sarà mai considerato di particolare valore. Il prezzo dipende quindi dalla relazione tra domanda e offerta, che dipende in ultima analisi dall'utilità del bene o servizio.
La decisione sul costo di produzione, sui salari, sul costo di trasporto deve essere lasciata in modo completo alle dinamiche di mercato. Naturale che questi fattori incidono sul prezzo, ma non sono la causa prima. Come detto, penso che la causa prima del valore di un bene sia la sua utilità.
Pensi che siano corretti i monopoli per certi beni particolari? Penso che l'unico bene che debba essere gestito attraverso un monopolio è il bene moneta. In particolare tale bene deve essere gestito attraverso un monopolio pubblico, non privato. Qualsiasi altro monopolio, privato o pubblico che sia, è di ostacolo al progresso dell'economia. Penso che il Governo dovrebbe rimanere completamente fuori dal mercato. Penso quindi che dovrebbe esistere un monopolio pubblico della moneta a livello nazionale ed un mercato di libero scambio a livello mondiale senza monopoli, privati o pubblici che siano.
Cosa pensi delle tariffe doganali che ostacolano il libero movimento di certi beni? Penso che le tariffe doganali siano sempre di ostacolo al libero commercio. Sono convinto che ciò che bisogna considerare è il progresso globale dell'economia, non i singoli casi. E si è visto empiricamente che lo sviluppo economico ha avuto successo con la liberalizzazione dei mercati locali e lo sviluppo di un mercato sempre più libero e sempre più globale. Sono convinto anche che tale soluzione sia la vera soluzione alla povertà che vi è nel mondo. Le differenze ci saranno sempre, ma solo un'economia globale basata sulla libertà di commercio può permettere ai paesi poveri di migliorare le loro condizioni di vita e di portare anche nei loro paesi il benessere.
Economia di mercato
120. Pensi che l'economia di mercato sia il sistema migliore per gestire le risorse? Penso che allo stato attuale ed ancora per molto tempo l'economia di mercato sia il meccanismo di ripartizione delle risorse ideale. Penso anche però che in una società più evoluta spiritualmente l'ideale sarebbe una economia in cui non vi è moneta ed in cui ognuno dà alla comunità e prende dalla comunità ciò che ritiene opportuno. Tale sistema è di certo pura utopia oggigiorno, ma forse in un futuro molto lontano sarà il sistema adottato.