2.3 -  La Realtà Spazio-Temporale:
L'Unità nella Dualità

By Dani

INDICE

 15/2/2003

Come Approcciare La Realtà Spirituale

Ci sono diversi modi conosciuti sul nostro pianeta per approcciare inizialmente la questione spirituale. Da molti è vista come una questione tutt'altro che terrena, un modo per radicare nella propria vita un mondo misterioso al quale sembra necessario credere per non porsi troppi interrogativi. La sfida più grande per un ricercatore è proprio quella di affrontare di petto un mondo sconosciuto, che sia una materia terrena piuttosto che ultraterrena. L'approccio iniziale del ricercatore è sempre quello del porsi la domanda: "Perché?" . Questa è la domanda che ogni buon ricercatore si pone ogni qualvolta entra in contatto con un mondo sconosciuto.

La comprensione della realtà, di qualsiasi livello essa sia, può avvenire solo attraverso l'utilizzo della mente, e quindi dello strumento attraverso cui la mente si esprime in una forma, cioè il cervello. E cos'è l'evoluzione spirituale se non la comprensione della realtà e quindi il cambiamento dell'approccio verso di essa? Questo avviene attraverso un lavoro sui propri pensieri (genetici e personali), permettendo quindi allo spirito di discendere sempre più nella forma fisica, elevandone le vibrazioni e quindi elevando la purezza di pensiero.

Come avviene la comprensione della realtà attraverso il cervello? Può avvenire attraverso una pura comprensione razionale? E' possibile comprendere, solo attraverso l'uso del ragionamento, qualcosa che non è legato alla forma? O è forse necessario un modo per comprendere la realtà andando oltre la semplice speculazione filosofica? Ebbene, la comprensione della realtà può avvenire in modo pieno solo attraverso l'unione dei due approcci su cui si basa tutta l'esperienza spazio-temporale, cioè l'approccio emotivo e l'approccio mentale. L'approccio emotivo non è altro che ciò che si comprende attraverso l'esperienza personale ed il contatto (emotivo appunto) con l'esterno. L'approccio mentale invece non richiede il contatto esterno con il mondo, ma richiede un semplice ragionamento causale (deduttivo o induttivo) che porta poi ad una conclusione. L'uno non richiede l'altro per essere funzionante. Questi due approcci però, se non integrati tra loro, portano ad una comprensione relativa della realtà. I due emisferi del cervello rappresentano proprio tali due approcci che, sebbene tipici in media rispettivamente dell'energia maschile (approccio mentale) e dell'energia femminile (approccio emotivo) dovrebbero essere uniti tra loro ed assieme permettere una più completa comprensione della realtà.

Quindi è il nostro cervello che ci permette di comprendere la realtà che ci circonda. E quindi per essere un buon ricercatore bisogna innanzitutto usare la propria testa e filtrare tutto ciò che l'esterno ci propone come realtà e verità. Un buon ricercatore deve innanzitutto essere consapevole di poter raggiungere livelli più alti di comprensione solo attraverso un proprio lavoro interiore e personale. Ciò non significa non considerare fonti di informazione ed esperienze esterne: esse sono invece fondamentali per crearsi una propria verità. Significa invece filtrare con il proprio cervello, e quindi sia con il proprio ragionamento che con le proprie emozioni, l'informazione mentale od emotiva che arriva dall'esterno.

Cosa significa crearsi una propria verità? Significa forse crearsi una propria realtà? No, sono due cose ben diverse. La realtà che noi esseri umani qui sulla Terra viviamo è sempre la stessa realtà tridimensionale di questo pianeta. E fintantoché siamo qui viviamo tutti nella stessa realtà. Ciò non significa però che, sebbene la realtà sia la stessa, venga approcciata e quindi vissuta allo stesso modo da tutti. Da cosa dipende questo? Dipende esclusivamente dai pensieri che abbiamo dentro di noi. Sono i nostri pensieri che ci attirano determinate esperienze. Per la mia esperienza e comprensione della realtà, il simile attira il simile, e fintantoché abbiamo determinati pensieri dentro di noi, allora attiriamo esperienze legate a quei pensieri. Sei forse continuamente preoccupato della tua vita? Sei continuamente preoccupato che una cosa non possa andare bene? Sei preoccupato di qualsiasi cosa? Ciò significa che hai dentro di te il pensiero (o tecnicamente forma-pensiero) della preoccupazione. Ed è per questo che attiri queste esperienze.

Ora, se lavoriamo per rilasciare da noi questo pensiero allora anche il nostro continuo preoccuparci viene meno. Come si rilascia? Semplicemente con la volontà, o intento che dir si voglia. Per farlo però bisogna vivere l'esperienza e percepirla (approccio emotivo) e comprendere che il problema sta nel pensiero della preoccupazione (approccio mentale). Una volta capito questo, allora possiamo perdonarci per questo (nel senso di ammettere i propri sbagli ed errori) e quindi con un atto di volontà rilasciare questo pensiero da dentro di noi. In tal modo rilasciamo a livello energetico tale pensiero e, una volta che non è più dentro di noi, non attireremo più l'esperienza della preoccupazione.

L'esempio appena visto rende l'idea del modo in cui funziona la realtà sulla base della mia esperienza pratica. E' il pensiero che crea ed è il pensiero che può quindi cambiare l'approccio alla realtà in cui si vive. La realtà non cambia, ma l'approccio ad essa sì. E' vero però che quando un determinato cambiamento interiore (cioè un certo approccio alla realtà) avviene a livello globale, allora anche la realtà nel suo complesso può cambiare. Cioè affinché la realtà tutta cambi è necessario che tutti cambino. Fino a che ciò non succede, si può "solo" cambiare l'approccio ad essa. E già questo è un gran lavoro, perché richiede una continua attenzione a tutto ciò che ci accade e che pensiamo per comprenderne la ragione. E poter poi rilasciare il pensiero che ha attratto quell'esperienza non piacevole. Allo stesso modo, però, focalizzandoci su "pensieri positivi", possiamo cambiare comunque il nostro approccio alla realtà. E quindi attirare esperienze positive, dato che simile attira simile.

Quindi che cos'è l'evoluzione spirituale? Non è altro che il rendere l' approccio alla realtà sempre più puro. Lavorando su se stessi per eliminare i pensieri negativi e limitanti ed incorporare quelli positivi ed espansivi allora cambia il nostro modo di vivere. Perché è il pensiero che crea la realtà ed anche l'approccio che ognuno ha alla realtà. E cominciando quindi a lavorare sul nostro approccio, e quindi sui nostri pensieri, possiamo contribuire a cambiare la realtà stessa.

L'evoluzione è un percorso puramente interiore e personale. Attraverso l'esperienza ed il ragionamento ognuno si crea una propria verità personale. Tale verità non è altro che la propria e personale comprensione della realtà in un determinato momento. E solo focalizzandosi sulla propria esperienza e ragionando su di essa, è possibile migliorarsi ed imparare.

Tale approccio mentale ed emotivo, assieme alla evoluzione personale, comprende in sé il concetto di fede? Sì, perché la fede è sempre la base della propria verità. Ovunque c'è verità, c'è fede. E' vero però che è ben diverso avere fede nella propria o nella altrui verità. Io personalmente ho fede e fiducia nella mia verità perché è un processo di comprensione ed evoluzione interiore, ma non ho fede e fiducia in una verità altrui a meno che o sia in sintonia con la mia o il cuore mi dica che è vera. Ma rispetto comunque in modo pieno ogni verità e sono sempre pronto ad imparare dagli altri. Se una persona mi aiuta a comprendere che la mia verità o parte di essa è distorta proponendomi una verità che mi appare più pura e più logica, la ringrazio. Ritengo quindi che la verità personale, per essere in evoluzione, debba essere fluida e flessibile ad ogni cambiamento. Se non è così, significa che non vi è evoluzione. E' naturale che ci siano cose buone che rimangono, ma è bene essere flessibili e saper riconoscere quelle cattive e rilasciarle.

La fede nella propria verità è quindi di estrema importanza. Se non si ha fiducia in se stessi, come si può pensare di avere un proprio pensiero?

Ecco quindi l'approccio alla realtà spirituale che ritengo per esperienza più efficace ed efficiente: utilizzare la propria mente (attraverso il ragionamento) e le proprie emozioni (attraverso l'esperienza) per comprendere i propri limiti, superarli e creare una realtà più bella e piacevole, focalizzandosi su pensieri di unità, amore, rispetto, gioia o qualsiasi altro pensiero che si ritenga positivo e di supporto alla propria evoluzione.

 

Abbiamo detto che la realtà spazio-temporale si basa, a livello di comprensione della realtà stessa, sull'approccio mentale e su quello emotivo. Ora generalizziamo invece tale concetto di dualità presente nella realtà spazio-temporale per vederne la funzione.

Conosciamo per esperienza che tutti gli aspetti della nostra realtà partono all'origine da una bi-polarizzazione di pensiero: positivo/negativo, alto/basso, bello/brutto, mentale/emotivo, grande/piccolo, unità/separazione, amore/odio, ecc.
Perché ragioniamo in tale separazione di pensiero? E' forse una limitazione della nostra bassa evoluzione che ha separato il nostro pensiero in tal modo? Dal mio punto di vista no. Se esiste una realtà in cui si vive in un pensiero di sola luce tale realtà è, a nostro avviso, una distorsione dello scopo per cui lo spazio-tempo è stato creato.

La divisione bi-polare è alla base di tutta la realtà tridimensionale che viviamo. Per esperienza personale, ritengo che esista in qualsiasi dimensione di tutto il creato. E' vero però che in certi luoghi, sebbene la realtà duale esista, la polarità negativa o positiva non viene vissuta a livello fisico a causa di manipolazioni. Lo scopo dell'evoluzione è, ritengo, quello di integrare in sé tali due aspetti per incorporare in sé il concetto di unità, non di non viverli. Chiariamo comunque cosa significa qui incorporare l'unità trascendendo ed integrando la polarità.

Un pensiero è un pensiero, e come tale è una forma energetica che viene creata dalla mente e che vibra in sintonia con forme energetiche con la stessa vibrazione. La nostra forma è creata proprio dai pensieri che risiedono nella genetica alla nascita e dai pensieri che una forma incorpora durante la vita presente. Il pensiero forma la materia, e quindi è il pensiero che forma i nostri corpi. Ora, se abbiamo dentro di noi il pensiero del pessimismo, significa che continueremo a vedere la realtà in tale modo. Allo stesso modo possiamo avere dentro di noi il pensiero dell'ottimismo, e vedere sempre la realtà in modo positivo. Ora, quale di questi due modi è migliore? Quale supporta meglio la propria evoluzione? Penso nessuno dei due. Perché?

Perché ritengo che la polarità esista nello spazio-tempo per essere trascesa. Con trascendere (o rilasciare) non intendo dire che una volta che tali pensieri vengono eliminati dalla propria forma, allora non si sentiranno mai più tali parole e non esisteranno più nel proprio dizionario. Intendo dire invece che non si attirano più esperienze di quel tipo, direttamente o indirettamente. Con esperienza si intende il vivere mentalmente e/o emotivamente quell'esperienza con (in questo caso) pessimismo o ottimismo. Ma ciò non significa che non capiterà mai più nella vita di vedere persone che sono ottimiste o pessimiste. Significa invece che se capita di vederle, allora non ci si lascia influenzare minimamente, perché quelle esperienze di pessimismo o ottimismo non le attiri più, dato che hai rilasciato da dentro di te quei pensieri.

Trascendere un pensiero significa quindi che si continuerà a vederlo nella realtà esterna ma non lo si vivrà più direttamente. E quando lo si vive nella realtà esterna, non ti tocca minimamente, rimani nel tuo equilibrio. E, nel caso delle forme-pensiero di ottimismo e pessimismo, la forma-pensiero unificante che si incorpora trascendendole è quella di realismo. Definisco realismo l' essere consapevoli di creare la propria realtà ed essere consapevoli del potere del proprio pensiero.

Quindi il realista non è né ottimista né pessimista, perché semplicemente crea con il pensiero la realtà che vuole. E non ha bisogno di sperare che le cose vadano bene o essere autodistruttivo pensando che andranno male, perché sa che è lui che si crea il futuro e quindi utilizza il proprio pensiero per creare quello che vuole. E sa che, qualsiasi sia la realtà che si manifesterà, quella è la cosa giusta che doveva manifestarsi e lui non poteva fare di più. Il realista sa che ogni esperienza che capita ha un significato, e quindi accetta ogni manifestazione del futuro. Sa che attira a sé solo le esperienze che gli servono per evolvere, e sa che non sempre ciò che vuole creare per il futuro supporta veramente la sua evoluzione. Sa che simile attira simile, e sa che se attira un'esperienza non piacevole deve lavorare su se stesso per capire il pensiero che ha attirato quella esperienza.

La polarità può anche essere integrata, oltre che trascesa. Con trascendere la polarità intendo dire eliminare da dentro di sé i pensieri polarizzati e quindi non vivere mentalmente ed emotivamente esperienze polarizzate. Integrare la polarità è il secondo passo: significa incorporare in sé la forma-pensiero che fonde in sé e unifica tali due polarità. Nel caso pessimismo/ottimismo, la forma-pensiero del realismo.

Il realismo è un esempio di forma pensiero basata sull'unità. Ritengo che l'evoluzione della forma nello spazio-tempo avvenga rilasciando sempre più pensieri di separazione (o polarizzati) ed incorporando in sé sempre più pensieri di unità. Lo scopo dell'esperienza spazio-temporale, in tutti gli esseri viventi, è a mio avviso quello di ritornare a comprendere e vivere l'esperienza dell'unità. Quindi l'evoluzione spirituale può essere vista come un lungo viaggio dalla separazione estrema all'unità pura. Secondo alcune fonti metafisiche la nostra creazione, Terra e suoi abitanti compresi, rappresenta proprio il punto di massima separazione raggiunto in tutto lo spazio-tempo.

Ed è possibile che sia per questo motivo che così tanta attenzione è posta sulla Terra da esseri di questa e altre dimensioni (secondo le fonti di numerosi contattisti, studiosi del Governo Segreto e canali), perché essendo nella dimensione fisica più bassa in tutta la nostra creazione, è proprio da qui che bisogna partire per imparare le lezioni più estreme. Anche dimensioni molto elevate sono apparentemente distorte, e forse l'unico modo per risolvere la loro distorsione è supportare l'evoluzione del punto più basso di tutto lo spazio-tempo dato che, nell'unità, tutto è uno.

Quindi cosa succede trascendendo i pensieri polarizzati dalla propria forma? Succede che si incorporano automaticamente quelli naturali di unità. Ciò significa, mi ripeto, che si comincia a vedere la realtà in tutti i suoi aspetti in un'ottica di unità. E significa anche che se capita che qualcuno manifesti in nostra presenza un pensiero polarizzato di una certa forma-pensiero (es. pessimismo), non abbiamo alcuna reazione mentale e/o emotiva estrema a tale fatto, avendo incorporato in noi la relativa forma-pensiero di unità (es.realismo).

Ritengo quindi che, se è vero che ciò che ci capita attorno è uno specchio di ciò che abbiamo dentro, ciò è vero solamente nel momento in cui abbiamo una reazione emotiva e/o mentale estrema a ciò che ci capita. Quindi può succedere che, ad esempio, abbiamo già trasceso le forme pensiero di pessimismo/ottimismo ed incorporata quella di realismo, e tuttavia viviamo attorno a noi tali esperienze polarizzate in qualcuno. Questo può accadere perché comunque la forma-pensiero di unità è pur sempre l'integrazione delle due polarità, e quindi le comprende in sé. Ma, avendole integrate, continuano ad esistere nella nostra realtà ma non se ne fa esperienza diretta personalmente in modo estremo.

Abbiamo detto che le forme-pensiero di unità sono quelle naturali. Penso cioè che lo spazio-tempo viene creato dalla consapevolezza pura (o originaria) solo per fare esperienza emotiva di ciò che già sa. Ritengo che la consapevolezza pura sappia già tutto, e crei lo spazio-tempo per farne esperienza emotiva. Quindi lo spazio-tempo non dovrebbe essere distorto, ma semplicemente un luogo in cui ci sono forme che evolvono mentalmente ed emotivamente, ma senza vivere in modo diretto le polarità estreme e quindi la distruzione estrema che si è creata. A mio avviso ciò che è successo è che le polarità sono state estremizzate a causa dell'utilizzo di stampi energetici diversi dall'unico stampo energetico con cui lo spazio-tempo è stato creato, che è quello magnetico. Lo stampo elettrico e le emissioni radioattive potrebbero essere distorsioni dello stampo magnetico che hanno creato quindi una realtà spazio-temporale fortemente distorta e che esperimenta pensieri polarizzati estremi, non semplici pensieri polarizzati come dovrebbe essere in uno spazio-tempo non distorto.

Domande & Risposte

 

Sogni

36.  Quando dormiamo e sogniamo, dove andiamo? In realtà, noi sogniamo 24 ore su 24. Infatti quando sogniamo stiamo vivendo qualche nostra vita parallela, e quindi i sogni sono sempre reali, non sono invenzioni della mente. Dico che sogniamo in realtà 24 ore su 24 perché le vite parallele le viviamo sempre, ma ce ne rendiamo conto solo quando fermiamo la nostra percezione di questo piano di realtà, cioè quando dormiamo o quando meditiamo.

Perché si fanno sogni brutti, in cui si vedono mostri o cose che non esistono nella realtà? La maggior parte della gente, quando sogna, viaggia con il proprio corpo eterico (parte di esso, per la precisione, che rimane legato all'altra parte del corpo eterico attraverso un cordone energetico) sul piano astrale. Il piano astrale, il più basso dei piani eterici, comprende molte creature che non esistono sul nostro piano fisico, come ad esempio molte entità. Man mano che la Terra ascende, comunque, anche il piano astrale verrà ripulito completamente e quindi certi incubi non si faranno più.

 

30. Gli esseri umani sono multidimensionali, vero? Questo significa che essi vivono contemporaneamente, come spirito e anima, su tutti i piani di realtà paralleli della 3° dimensione e di altre dimensioni? Qual è la differenza tra lo spirito e l'anima? Lo spirito è tutto ciò che noi siamo su tutti i piani e dimensioni e l'anima è la memoria di tutte le nostre esistenze cioè la nostra consapevolezza? Penso che lo spirito e l'anima siano inestricabilmente uniti. Come stanno le cose esattamente? Gli esseri umani vivono contemporaneamente tutte le 12 all'ottava dimensioni dello spazio-tempo, sia come forma fisica sia come consapevolezza.

Lo spirito è la consapevolezza. L'anima è una certa "quantità" di consapevolezza (o di spirito, o di coscienza).

 

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