La sana alimentazione

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C’è un’antica massima che dice: “L’uomo è ciò che pensa e ciò che mangia”.

In altre parole: siamo come mangiamo e mangiamo come siamo.

         Se vogliamo essere più precisi, dovremmo dire che noi siamo:

Ø             Ciò che pensiamo;

Ø         Ciò che respiriamo;

Ø         Ciò che beviamo;

Ø         Ciò che mangiamo

Del pensiero abbiamo trattato a sufficienza, come pure della respirazione. L’ordine suddetto non è casuale. Tutto discende dal pensiero che è creativo. L’uomo evoluto con il pensiero può cambiare il suo corpo. Del resto sappiamo che i nostri pensieri e le nostre sensazioni hanno il potere di cambiare la biochimica del nostro organismo.

Anche il respiro è fondamentale per l’uomo: senza il respiro il corpo muore dopo poco più di un minuto. Tramite una respirazione cosciente e corretta si possono curare molte malattie. Tra il respiro e il pensiero c’è una relazione molto stretta: chi coltiva pensieri elevati, ha una respirazione cosciente, lenta e profonda. Inoltre, quando noi non respiriamo (siamo in apnea) non possiamo pensare. 

Anche il respiro ha il potere di modificare la biochimica del nostro corpo. Tramite il respiro noi possiamo assumere il prana. Quando noi respiriamo inconsciamente, e questa purtroppo è la norma, assumiamo aria ma poco prana. Il prana è la sottile energia vitale magnetica (luce o energia fotonica o Chi) che sostiene da sola tutto l’organismo. Per acquisire il prana occorre praticare regolarmente una respirazione consapevole e lenta attraverso le narici, seguendo una determinata tecnica. 

La manna di cui parla la Bibbia non è altro che il prana che si può assumere con una certa respirazione cosciente e con l’essere centrati sul nostro Sé divino. Sulla terra ci sono numerose persone che non mangiano da anni e tuttavia godono ottima salute, semplicemente nutrendosi di luce o prana. E’ il caso per esempio di Teresa Neuman, una contadina tedesca, che per 35 anni è vissuta senza ingerire alcun cibo, e anche della famosa asceta e scrittrice australiana Jasmuheen, che ha scritto il famoso libro “Nutrirsi di luce”. E’ anche ambasciatrice del “Movimento per il positivo risveglio della società”. Molte persone oggi nel mondo si nutrono di sola luce. Oggi si va sempre più diffondendo il Breatharianismo, una disciplina sorta all’alba dei secoli. Ci fu un tempo infatti in cui tutti gli esseri erano sostenuti da forze praniche. Il Breatharianismo è la capacità di assorbire tutti gli elementi nutritivi - vitamine e cibi dei quali si ha bisogno per avere un veicolo fisico sano - dalla forza vitale universale o prana. Colui che lo pratica non ha bisogno di cibo. Se si vuole diventare Breathariani occorre esercitare il dominio sulla propria mente, attuare cioè una consapevole riprogrammazione della memoria cellulare, eliminando ogni convinzione limitativa e meschina. E questo lo si ottiene tramite il processo cosciente di ascensione.

In fondo i cibi che noi mangiamo vengono trasformati dal metabolismo in energia vitale che alimenta le nostre cellule. E questa energia è il prana. Se fossimo in grado di acquisirlo direttamente dal cosmo, potremmo fare a meno della alimentazione. E questo sarebbe un grosso vantaggio in quanto eviteremmo di introdurre nel nostro corpo tanti veleni, che ci intossicano, e contribuiremmo a disinquinare l’ambiente. Oltretutto avremmo anche risolto il problema della fame che assilla i paesi del terzo mondo. Sul piano economico otterremmo un enorme vantaggio perché non dovremmo più spendere molti soldi per mangiare alimenti tossici, che ci fanno ammalare, e per i medicinali, che servono a sopprimere i sintomi delle malattie causate da una cattiva alimentazione. Ma finché non saremo capaci di farlo, dovremmo cercare di alimentarci nel modo più naturale e più completo possibile, fornendo al nostro organismo, in modo equilibrato, tutte quelle sostanze necessarie (proteine, vitamine e sali minerali) per mantenerlo in salute.

Dopo il respiro, in ordine di importanza, viene l’acqua. Il corpo umano è composto per l’80% di acqua. L’uomo può resistere fino a due mesi senza mangiare, ma non può resistere più di qualche giorno senza bere.

In questo capitolo trattiamo dell’alimentazione e delle bevande.

Riflessioni sulla nostra alimentazione.

         Tutti noi che viviamo nei cosiddetti paesi del benessere, ci distinguiamo dagli altri popoli per due aspetti:

1.   mangiamo troppo; così trattiamo il nostro corpo come un bidone per le immondizie. La prima conseguenza immediata è l’obesità con le inevitabili malattie che essa si trascina appresso.

2.   mangiamo male. In particolare siamo diventati dei grandi carnivori. La nostra dieta è sbilanciata, nel senso che assumiamo troppe proteine (e questo fatto già di per se causa molte malattie) e poche vitamine e sali minerali, che sono altrettanto essenziali quanto le proteine.

Nonostante la moderna scienza medica abbia stabilito da tempo validi principi generali per una corretta igiene di vita, si è andato gradualmente instaurando nella pratica comune un modo di vivere e di alimentarsi sempre più innaturale, le cui conseguenze sono forse state sottovalutate, ritenendo che la capacità di adattamento dell’organismo umano avrebbe evitato ripercussioni negative sulla salute. Purtroppo non è così.

E’ stato infatti dimostrato in questi ultimi anni che numerose malattie che caratterizzano la nostra civiltà (fra cui malattie tromboemboliche, infarto miocardio, vene varicose, emorroidi, carie dentarie, polipi intestinali, diverticolosi, appendicite, colite ulcerosa, cancro del colon) sono correlate con il carattere innaturale dell’alimentazione moderna.

L’attuale alimentazione con il suo sovraccarico di additivi chimici, sarebbe però responsabile anche di turbe della psiche, specie nei ragazzi, sotto forma di disordini del comportamento (irrequietezza, aggressività, stato di tensione ansiosa, difficoltà di apprendimento). Che non si tratti di un rapporto ipotetico è dimostrato dal fatto che adottando una alimentazione naturale, si può ottenere la scomparsa di questa sintomatologia.

         Molti scienziati sostengono che la carne è un alimento indispensabile. Questa teoria suona strana se ci inoltriamo ad analizzare la carne un po’ a fondo. Ma prima di affrontare questo problema è utile osservare che chiunque abbia conservato un minimo di sentimento, dopo una visita ai macelli, perde la voglia di mangiar carne almeno per molti mesi. E’ molto strano sentir parlare certa gente di umanitarismo, vantarsi di essere membri di una società per la protezione degli animali e degli uomini, proclamarsi devoti ad altre cause e timorosi di Dio, e incoraggiare tuttavia l’uccisione degli animali, solo per soddisfare un gusto pervertito e un anormale desiderio di carne.

         Ci viene detto che la carne serve a formare i tessuti del corpo e dà energia, e che senza di essa non possiamo avere la forza di compiere un lavoro e nemmeno di vivere.

         Tutto dipende da chi fa queste considerazioni e dall’attività svolta da questi scienziati che si sforzano di darla ad intendere a tutti. Quando una grande azienda decide di invadere il mercato con un prodotto di salumeria, incarica qualche sedicente scienziato, che avrà il compito di analizzare il contenuto chimico di un maiale, e di ammaestrare poi la gente, tramite la pubblicità, sui valori dei salumi e sulla necessità di nutrirsene.

Gli industriali del pesce affermano che mangiare pesce sviluppa il cervello. Considerati i milioni di tonnellate di pesce che vengono consumati ogni anno, che cervelloni dovremmo già avere a quest’ora! E che cervelli straordinari dovrebbero avere tutti questi pescivendoli! La balena che mangia una quantità enorme di pesce, deve avere senz’altro un cervello enorme. Forse sarebbe meglio se chi desidera avere un cervello potente mangiasse anche la balena!

         Ci siamo mai chiesti di dove la mucca tragga la sua forza per produrre tanto latte? E gli scienziati affermano che il latte è un alimento eccellente, che possiede tutti gli elementi necessari ai bisogni dell’uomo. L’elefante non è elegante, ma è vigoroso e forte. Eppure vive di erbe e di altri vegetali. E’ capace di liberare un carro dalla melma in un colpo solo.

         Ma se il cavallo, la mucca, l’elefante e molti altri animali sono capaci di trarre le loro forze dal regno vegetale, perché l’uomo non dovrebbe essere capace di fare altrettanto?.

         Un corpo morto noi lo chiamiamo cadavere. Che la morte sia volontaria o no, non ha importanza. Un pezzo di cadavere in un corpo umano !  La carne che è in uno stato di putrefazione abbastanza avanzato, è detta frollata.  E questo cadavere viene servito come un piatto prelibato.

         Noi dobbiamo considerarci dei raffinati bidoni di immondizie, dove vengono gettati cadaveri imputriditi da parecchi giorni; e per un tale privilegio siamo pronti a spendere somme straordinarie.  Poi ci stupiamo se ci ammaliamo e se spargiamo intorno un puzzo che rivolta lo stomaco. Siamo così ignoranti dei processi naturali di evoluzione e involuzione, di fermentazione e di disintegrazione?  Non riusciamo a capire che le intelligenze che compongono i tessuti della carne di un animale, rallentate dalla decomposizione, devono risvegliarsi all’attività nel corpo umano? Dovremmo capire perché siamo sotto l’influsso di istinti inferiori che ci rendono incapaci di concentrarci. Infatti gli istinti (e la paura) di quelle creature, morte di corpo, continuano a vivere in noi spiritualmente e conservano nel nostro essere gli appetiti degli esseri che abitavano prima.  Questi istinti continuano il loro lavoro, come agenti estranei, nel corpo e, per la loro forza e il nostro atteggiamento sempre più passivo, si stabiliscono a dimora nella nostra vita. Così sottomettono le nostre intelligenze superiori, e alla fine, gli istinti sregolati della natura bestiale soggiogano la mente e ci incatenano alle più basse condizioni di esistenza.

         La carne contiene delle sostanze azotate. Ora dal punto di vista chimico esse si differenziano tantissimo nei loro effetti, perché i vari costituenti sono diversi gli uni dagli altri.  Il chimico può soltanto determinare il genere e la proporzione degli albuminoidi contenuti nel corpo. Per conoscere il loro effetto nell’organismo umano, deve fare lunghe sperimentazioni, perché la vera conoscenza viene attraverso l’esperienza, il migliore dei consiglieri.

         In Francia e in altri paesi, un tempo, i grandi criminali, condannati a vita, venivano nutriti esclusivamente di carne. La dieta quotidiana era una porzione di vitello e del vino. I primi giorni, il prigioniero si sentiva molto bene, meravigliosamente bene ma, dopo quattro o cinque giorni, cominciava a sentirsi debole e in capo a trenta giorni al massimo, se ne andava all’altro mondo. In altri paesi, i prigionieri venivano cibati con agnello e vino; occorreva avere una costituzione molto solida per sopportare questa dieta per vent’otto giorni.

         Sarebbe un’ottima cosa se i nostri pretesi scienziati sperimentassero su sé stessi gli effetti di una dieta di carne e vino per trenta giorni consecutivi. Ma evidentemente loro sperimentano solo su gatti, topi, cani e cavie, come al solito, e su qualche povero ammalato incurabile. Ma se volessero sperimentare su sé stessi una buona volta, per parlare poi di esperienza personale, noi li dispenseremmo da ogni testimonianza verbale, perché i risultati parlerebbero da soli.

         L’uso del vino e dei liquori affretta la morte di chi mangia carne.

         Nessuno può vivere esclusivamente di carne. Si sentono spesso tristi notizie in merito. Accadde che un pastore, forte e pieno di salute, si ammalò gravemente dopo quattro o cinque giorni di dieta esclusiva di carne. Avendo terminato le provviste, si vide costretto a nutrirsi di montone. Sarebbe morto se non avesse ricevuto un soccorso di farina e altri alimenti. Il suo stomaco rifiutava di mangiar carne e , dato che la temperatura era molto fredda, non riusciva a riscaldarsi. Non appena poté mangiare un po’ di pane e altre cose nutrienti, si sentì lentamente rivivere e, dopo qualche giorno di cure, si ristabilì completamente.

         Un macellaio che sa il fatto suo si guarda bene dal mangiare vitello. Vi dirà che sa per esperienza che il vitello è un cibo del tutto inadatto a nutrire il corpo, che causa dei crampi ai bambini che ne mangiano, e che predispone al ballo di S. Vito e ad altri tipi di convulsioni e spasmi.

         Vi sono guaritori, mistici ed altri, che si vantano di essere puri perché non mangiano maiale, ma mangiano manzo arrostito con molto lardo, e sono golosi di frittelle cotte nel grasso di maiale.

         Viviamo in un’epoca delle più meravigliose, in cui ognuno è talmente pieno di scienza che il mondo scoppia di obesità. La medicina ufficiale afferma che la carne è uno stimolante per i suoi effetti sul sangue; infatti, essa attiva le pulsazioni del cuore e riscalda rapidamente l’organismo. Ma l’effetto seguente è quello di affamare, perché impoverisce il sangue, intossicandolo.

         Perché, piuttosto, non cerchiamo di digiunare semplicemente, senza ricorrere a stimolanti, che depositano continuamente sostanze morte nell’organismo?

         Finché ci saranno divoratori di carne, l’alcoolismo e il tabagismo saranno sempre in auge. L’uso della carne richiede una compensazione per mezzo di eccitanti come il caffè, i liquori, il tabacco e altri tossici e, se con la carne non si mangiasse niente altro, la lotta per l’esistenza giungerebbe presto a termine.

         Finché si continua a mangiare carne, a fumare, a bere alcool e ad usare altre droghe chimiche, non si potrà mai parlare di temperanza.

         Ogni mente imparziale e realmente scientifica, giunge alla conclusione che, da tutti i punti di vista - morale, umanitario, religioso, filosofico o scientifico - l’uso della carne è un crimine, e contrasta il progresso dell’umanità e lo sviluppo delle fasi superiori della specie più nobile.

         La maggior parte dell’umanità è vegetariana e gode di una ben migliore salute fisica. Gli uomini più forti e più resistenti sono vegetariani. Ma nei nostri paesi, il vegetarianesimo, come tale, è votato all’insuccesso fino a che non si terrà conto dei suoi principi, come della necessità di una dieta variata e delle proporzioni dei diversi ingredienti, in quantità corrispondenti ai bisogni del corpo.

Oggi l’alimentazione, nella società del benessere occidentale, è diventato per molte persone un problema primario, non perché vi sia carenza di alimenti. Tutt’altro! Ce ne sono anche troppi!

La gente è disinformata sui principi di una sana alimentazione. Pochi sono coloro che sanno con certezza quali cibi devono mangiare e in quali combinazioni, per garantire la loro salute. La maggior parte delle persone segue le abitudini o le tradizioni familiari. Molto spesso gli orari di lavoro sono tali da lasciare ben poco tempo per il pranzo: così ci si accontenta solo di un panino magari con una coca cola. Il mangiare è diventato un optional. E per concludere il quadro, quando si mangia si parla di affari o di altre cose ma non si pensa a quello che si sta mangiando: si ingurgita il cibo come se si dovesse riempire lo stomaco nel minor tempo possibile.

Avendo sempre meno tempo da dedicare alla preparazione dei nostri cibi, ci rassegniamo a mangiare cibi preconfezionati a livello industriale di cui ignoriamo spesso la composizione e come sono stati preparati. In fondo ci basta che siano accettabili al palato.

La gente ignora o non vuol sapere che la maggior parte dei prodotti alimentari in commercio sono tossici e di scarso valore nutritivo, in termini di vitamine e sali minerali. L’industria dell’alimentazione si preoccupa solo del contenuto proteico e del gusto, dimenticando quasi completamente che il corpo umano ha bisogno ogni giorno di vitamine e sali minerali. Ma che importa? Quello che conta è il profitto!

L’uso di concimi chimici, diserbanti e pesticidi in agricoltura ha avvelenato i prodotti coltivati ed ha inquinato irrimediabilmente il terreno, nonché le falde acquifere da cui l’uomo estrae l’acqua da bere. Anche l’aria è fortemente inquinata per effetto delle massicce emissioni di anidride carbonica da parte del traffico automobilistico e di altri gas nocivi emessi dalle industrie.

Gran parte dei prodotti agricoli vengono sottoposti a processi di lavorazione con temperature elevate che ne distruggono gran parte delle vitamine e dei sali minerali. Insomma la gente mangia e beve sempre più veleni e respira aria inquinata. Se a tutto questo ci si aggiungono poi i vizi dell’uomo relativi al fumo, all’alcool e alla droga - che mietono milioni di vittime ogni anno - , molto diffusi e incentivati dalla società, il quadro è completo.

Finora purtroppo si è fatto ben poco per cambiare rotta, perché non si può fermare la produzione industriale che dà lavoro a milioni di persone. Con questa scusa continuiamo ad avvelenarci sempre più, per la sola soddisfazione di portare a casa l’assegno mensile dello stipendio o dell’onorario che ci serve poi ad acquistare i cibi avvelenati e tanti prodotti inutili al solo scopo di tenere in piedi il perverso sistema produttivo che chiamiamo progresso.

     Il profitto, il denaro, è il solo idolo venerato dalla “società civile”. Certo, questo andazzo non potrà continuare a lungo. Arriveremo quanto prima alla resa dei conti. Molti già oggi ne sono consapevoli e cercano di cambiare abitudini alimentari e modo di pensare.

         Recentemente la sindrome della “mucca pazza” è venuta a confermare quanto sopra detto. Purtroppo la gente cambia solo quando vive sulla propria pelle esperienze traumatiche; solo allora forse è disposta a cambiare.

L’aver costretto gli animali erbivori a diventare cannibali nutrendoli con mangimi contenenti parti dei loro simili, solo per motivi economici, è stato un grave crimine contro la natura. E i crimini contro la natura si pagano sempre cari, prima o poi.

Di colpo c’è stato un crollo del 40% sulle vendite di carne bovina e la gente ora è assillata dalla paura, non sa più cosa mangiare. Questo evento è una buana occasione per riflettere e finalmente cambiare rotta.

Da qualche anno si va diffondendo sempre più nel mondo l’agricoltura biologica. Molte persone hanno deciso di dare un contributo fattivo per salvare la terra dalla follia distruttiva dell’uomo, cibandosi di prodotti naturali coltivati con amore rispettando la natura, come facevano i nostri nonni.

         In Italia sono ormai migliaia (oltre 45.000) le aziende che producono e distribuiscono prodotti biologici, regolarmente certificati. Il prezzo dei prodotti biologici è ancora superiore di circa il 30% a quello dei prodotti industriali, non biologici. Tuttavia, man mano che si espanderà il mercato del biologico, i prezzi si ridurranno sempre di più. 

Purtroppo occorre stare molto vigili perché anche nel biologico si sta infiltrando la speculazione, con il rischio di inquinamento della qualità dei prodotti.

Se vogliamo alimentarci in modo sano ognuno di noi deve farsi una cultura sull’alimentazione in generale e sulle varie diete individuali. L’alimentazione è troppo importante per essere affidata ad altri, come è stato fatto finora. Ne va della nostra salute!

Gli insegnamenti di Gesù in merito all’alimentazione

         E’ risaputo che Gesù era vegetariano e praticava il digiuno. E’ noto il suo digiuno durato 40 giorni nel deserto, allo scopo di purificare il suo tempio affinché Egli potesse udire meglio la Voce del Padre in sé.

         Tuttavia, poiché Gesù non era fanatico, accettava la carne e il pesce che gli venivano offerti quando era ospite, per non offendere chi glieli offriva. Inoltre, le popolazioni di quei luoghi erano costituite in gran parte da pescatori e quindi la loro alimentazione era principalmente a base di pesce.

         Gesù era molto tollerante in merito e lo dimostra il miracolo dei pani e dei pesci. A lui interessava più in quel momento quello che usciva dalla bocca piuttosto che quello che vi entrava “ ...non quello che entra dalla bocca contamina l’anima, bensì quello che esce da essa ...”.

Ma al tempo di Gesù non esisteva l’inquinamento che c’è oggi. Non esistevano in agricoltura i pesticidi e i concimi chimici. I cibi erano genuini: non esistevano i prodotti alimentari industriali che subiscono processi di lavorazione tossici in generale. I prodotti della terra raggiungevano direttamente il mercato senza subire alcun trattamento.

Per quanto riguarda poi la carne, le popolazioni rivierasche si nutrivano prevalentemente di pesce fresco. Gli altri mangiavano saltuariamente la carne di animali cacciati o allevati in libertà, e non animali costretti a vivere in angusti spazi, riempiti di medicine chimiche e sovralimentati con mangimi artificiali tossici per la salute dell’uomo (vedi mucca pazza).

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