UNITA' DI COSCIENZA IN AZIONE - PARTE PRIMA
L'Unità Comincia Con Me
di Marcia A. Phillips
22 dicembre 1999
Il sentimento di separazione viene fuori nella nostra anima che si confronta con le altre. Cos'è che ci fa sentire separati? Cosa ha prodotto il pensiero di essere isolati da Dio, dagli altri, con la nostra anima e le nostre guide? Come abbiamo fatto a convincerci di questo, e come possiamo cambiare questo modo di pensare? Molti incolpano gli altri per questi sentimenti di separazione, dicendo o pensando cose del tipo: "I miei genitori non mi hanno mai detto le cose, o amato a sufficienza; I miei superiori o quelli che frequento non mi hanno mai apprezzato a sufficienza; la mia sposa/o non mi capisce; I miei figli non vogliono stare con me; i miei amici sono occupati con le loro famiglie; oppure Dio è "all'esterno" da qualche parte, molto lontano da poterlo raggiungere". Ma se veramente diamo uno sguardo profondo a quello che c'è dietro questi pensieri e percezioni di essere isolati, vediamo che i problemi e le soluzioni sono dentro di noi, e possiamo fare ognuno qualcosa al riguardo. In altre parole, l'unità comincia da me, non da "te".
Veniamo al problema. Se guardiamo dall'esterno questi sentimenti di isolamento, vi troviamo tutti i tipi di modelli che li incoraggiano a prodursi. Gli altri esseri che ci sono vicini, sono semplicemente specchi di quello che accade dentro di noi e non è affatto la fonte delle nostre situazioni. Guardiamo a questi modelli: prima di tutto, vediamo che ci siamo divisi in compartimenti. Abbiamo la nostra vita in famiglia, il lavoro della moglie, la vita sociale, la vita spirituale e quella personale, ma solo poche di queste cose sono integrate dall'essere la "nostra vita". Abbiamo maschere e modi di parlare e di comportarci in ogni situazione, che sono sintonizzati con quello che pensiamo che gli altri si aspettano da noi. Non sentiamo che possiamo semplicemente essere "noi stessi", persino se sappiamo chi siamo veramente.
Abbiamo una certa storia con ogni persona che conosciamo, e non è consentito deviare dal modo che loro pensano che dovremmo essere (basandosi sui comportamenti passati). E così continuiamo ad essere quello che gli altri vogliono che siamo, in ogni situazione, separando il vero noi stessi, dalla comprensione essenziale di essere molto diversi da quello che mostriamo, in svariati modi. Se ci dividiamo in compartimenti separati, come possiamo aspettarci di unificarci con gli altri, se non riusciamo persino ad unificarci con noi stessi?
Un altro ostacolo è identificare gli altri come siamo fatti noi. Pensieri del tipo: "non sono buono a sufficienza, non sono sufficientemente brillante, sufficientemente carino, sufficientemente forte, morale, ricco, magro, ecc.". vengono alla superficie molte volte al giorno e li compariamo costantemente con gli altri e viceversa. La competizione è un modo di vita nella nostra società, iniziata dal tempo della nostra infanzia. Il nastro che gira nelle nostre teste è una registrazione senza fine di: "mi devo adeguare agli standard della società, dei miei genitori, della scuola, del mio capo, della mia religione, ecc.". Questo generalmente si traduce in: "non sono all'altezza", quindi, "sono un reietto". Questo pensiero di se stessi è sufficiente a produrre il sentimento di isolamento. I giudizi su noi stessi e gli altri, o i giudizi che pensiamo stiano facendo di noi (che è realmente una forma di auto/giudizio), causa divisione e separazione.
Un'altra forza interiore che causa il sentirsi separati, sono le aspettative che abbiamo degli altri nei nostri confronti. Ci aspettiamo che i nostri amici siamo sempre simpatici, che i nostri figli facciano quello che pensiamo sia la cosa migliore, che il nostro capo ci promuova, che la nostra sposa/o non si arrabbi mai, che i nostri vicini abbiamo sempre il prato falciato, che la gente sia gentile, graziosa, pulita, ordinata, allegra e attenta alle nostre necessità. Ma cosa succede quando non lo sono? Normalmente, in un migliaio di modi diversi, pensiamo di essere diversi. Li trattiamo con indifferenza, ci nascondiamo dietro un libro, rifiutiamo di parlarci, evitiamo i confronti, ci immergiamo negli affari nostri, ci ritiriamo dentro di noi e diventiamo depressi.
A questo punto dovrebbe essere chiaro che si sta producendo un 'atto di separazione. Così, ora che sappiamo dov'è il problema, cosa possiamo fare al riguardo? La prima vera cosa da fare e di prendere responsabilità dei nostri pensieri, le nostre azioni verso noi stessi. Nessun altro "può" farci sentire, pensare o credere in certi modi. Possiamo essere tentati di pensare che sono loro la causa di tutto, ma la verità è che, noi li abbiamo portati nelle nostre vite, perché c'è qualcosa dentro di noi che doveva essere portato alla consapevolezza cosciente e liberata.
Il guardarsi dentro può essere fatto da solo o con altre cose che agiscono come strumento, che possono prendere forme diverse. Possono venire come un pensiero, attraverso lo scrivere o il leggere, o semplicemente attraverso un sentimento. Può venire attraverso un libro, una conversazione, un nastro, o da letture spirituali, dove lo strumento entra in contatto con la nostra anima ed evidenzia il nostro problema. Possiamo essere guidati dalla nostra anima, avendone l'intenzione cosciente, e state sicuri che l'anima fornirà questa guida.
Quando riceviamo dei consigli, in svariati modi diversi, dalle nostre guide, abbiamo una scelta: accettarla o rifiutarla. Possiamo metterla in pratica o meno. Qui entra in ballo il lavoro su noi stessi. Cosa viene alla superficie? Vogliamo che le cose vadano nella nostra maniera, manchiamo di flessibilità, vogliamo sentirci migliori, sapere più degli altri, credere di essere più buoni? Quello che ci viene evidenziato dalla vita quotidiana, è quello che dobbiamo valutare, e se vogliamo, integrare e comprenderci.
Molte cose differenti stanno probabilmente venendo alla superficie nella vostra vita, che dipendono da quello che siamo pronti a riconoscere e liberare. Questa è in gran parte l'ascensione: liberarsi di quello che non è in allineamento con la nostra natura , portando sempre più l'essenza dell'anima dentro di noi, integrandola con il corpo fisico ed i corpi sottili. Questo rappresenta una gioia immensa ed è quello che ci unifica con gli altri.
Non è allettante portare queste cose in superficie. Dopo tutto, sono state con noi per molto tempo e vorrebbero che pensassimo a loro come se fossero parte di noi stessi, mentre invece non lo sono affatto. La maggior parte delle volte, questi sentimenti provengono da segmenti di altre anime che si sono attaccate a noi, per trovarvi una dimora, La separazione che percepiamo è la loro paura di sentirsi separati. Quando si fratturarono, cominciarono a provare vergogna, a sentirsi male, reietti, a sentire di non appartenersi. Sono queste vibrazioni che stanno emergendo costantemente dai nostri campi aurici e dal corpo. C'è poco da meravigliarsi se ci sentiamo divisi in compartimenti e disconnessi. E' uno sforzo tremendo liberarsi di queste anime fratturate, ma nello stesso tempo, gli permettiamo di tornare alla loro propria anima di appartenenza facendo, a noi stessi e a loro, un bel regalo. Liberarsi di quello che non è nostro, ci consente di procedere nel processo di ascensione, onorare l'essere che veramente siamo, riscoprendo l'interezza, ed evitare di ricreare, nel tempo, le stesse circostanze dolorose.
Tutto quello che si richiede è di intendere coscientemente di liberarsi di tutto quello che non è nostro. Il karma creato deve essere rilasciato e bisogna stabilire i confini intorno a noi per prevenirne il ritorno. Stabilire un forte intendimento nella parola e nella mente: "Io intendo e richiedo che questo (modello, anima fratturata, entità di personalità) e tutto il karma collegato, sia rilasciato e mandato nel centro della Terra, per essere sanato e fatto tornare a casa, e intendo stabilire i confini intorno al mio campo aurico che impediscano a questo elemento e ad ogni altro, di entrare". E' di molto aiuto far scorrere la vibrazione Rosa del Perdono nella Kundalini, per chiarire il karma.
Così, la prossima volta che vi trovate in una situazione dove vi sentite minimizzati ed isolati, giudicandovi o giudicando, o incolpare qualcuno per le vostre circostanze, fermatevi. Prendete un po' di tempo per guardarvi dentro e discernere quello che la vostra anima sta cercando di portare alla consapevolezza. Quindi prendete un po' di tempo per liberarvene. Questo è il sentiero dell'Unità e dell'Interezza, perché l'unità comincia da Me.