E’ mai successo al Coyote?

Stai male e allora ti sforzi. Di immaginarti parte della storia del mondo. Del resto cosa c'è di più antico, di più prosaicamente virile. Cosa c'è di più trasversale: i soldati di Cesare e quelli di Napoleone, le Baccanti e mio nonno quando era giovane, Jim Morrison e Bukowsky. Cerchi la comunione con altri mille, sempre uomini che nello stesso momento stanno facendo la stessa cosa. Ma quando il conato sale, non puoi fare a meno di sentirti un coglione. Peccato non si possa fare col veleno che ci portiamo dentro…sarebbe bello. La testa nel cesso e via, puliti, pronti ad amare il mondo, se stessi, la vita. Lo sguardo mi corre per il bagno, sono le quattro del mattino e la sbronza proprio non passa. C'è ancora il suo spazzolino nel bicchiere. Penso che dovrei buttarlo. Dovrei buttare anche le sue pantofole credo. In realtà mi sembrava un bel gesto di sprezzo tenerle per poi imprestarle a qualcun'altra. La prossima…chissà come sarà la prossima ragazza con cui andrò a letto?…Un altro conato mi distrae dal morbido pensiero. Barcollo fino al lavandino, mi sciacquo la bocca. Mi guardo allo specchi e mi faccio un sorriso. Mi sento veramente solo in quel momento. Poi mi incazzo…"vaffanculo, non ho bisogno di nessuno" e mi vergogno, mi vergogno di averlo anche solo pensato. Mi trascino fino alla camera. Il mio collega ha preso totale possesso del letto. Russa come solo una sbronza coi fiocchi ti fa russare! "Hou, spostati". Si gira ridendo, una risata impostata, e comincia un monologo di un minuto sulla vita, le donne ed il lavoro. Riconosco nelle frasi sconnesse (ma neanche troppo) parti delle cose che ci eravamo detti prima. Prima che lui si addormentasse e che io divenissi vittima della rotazione terrestre. Anche lui ha le sue belle ombre, anche lui cerca di filtrare tutto secondo una morale da "uomini" decisamente fuori moda. Di nuovo a letto, il sonno mi sta uccidendo, la nausea non mi lascia dormire. Cado in un dormiveglia fatto di ex fidanzate ed internet. Un polpettone inestricabile. Cliccando sul ginocchio di tizia accedo al menù "i bastardi che ora si godono le mie fidanzate". Clicco furiosamente su Back. Scorgo un link nascosto sul bicchiere che usava Laura per ubriacarsi quando non c'èro, quando ero lontano prima con la testa che altro…almenocicrediunpo almenocicrediunpo almenocicrediunpo? Chiedeva. “Si” mentivo”. Click. Porta alla pagina sesso. Mi ci attacco..nessun log-off ti prego…accedo, il tempo passa…sta caricando l'immagine arriva. C'è solo un pezzo di pelle , tra le spalle ed il seno. Si avverte l'inizio della rotondità, e vicino al collo una goccia di sudore…zoom 150%. La goccia e nitida, cade, rotola. Rallenta un poco per via dei pori, cambia impercettibilmente direzione quando la cassa toracica si alza in un respiro profondo. Disegna una strada lenta e sinuosa sul petto poi scompare. Spalanco gli occhi, sono un lago di sudore, corro in bagno e restituisco quello che resta della cena. Va un po' meglio adesso. Torno in camera. Il collega (odio questa parola, ma posso dire amico?) si è di nuovo impadronito del letto. Sono un po' più positivo adesso. Penso, si penso ai successi e non ai fallimenti. Penso che c'è l'ho sempre fatta, si sempre, e sempre passando dalla strada più ripida. Penso che posso sopravvivere, posso sopravvivere a tutto. Penso che riesco ancora, dopo una giornata di computer e performance, di sorrisi di plastica e di donne che amano uomini con macchine belle e culi sodi , si riesco ancora a leggermi un libro e magari scrivere qualcosa. E mi sento un po’ come Will Coyote che si devasta ma alla scena dopo è di nuovo in piedi, si, e si mi viene da ridere e continuo a ridere quando tornano i conati e con la testa nella tazza rido, cazzo rido.
Questo al coyote non è mai successo.

Paco